San Biagio, cosa si celebra oggi 3 febbraio 2025/ La gola, il tremendo martirio e la fede profonda (Il Sussidiario 03.02.15)
LA FESTA CRISTIANA PER SAN BIAGIO DI SEBASTE: COSA SI CELEBRA OGGI (E NON SOLO NELLA DIOCESI DI MILANO)
Va bene, a Milano si mangia l’ultimo panettone dell’anno ma nella festa di San Biagio che la Chiesa Cattolica celebra oggi 3 febbraio 2025 c’è molto di più di una bella ma semplice tradizione popolare. Il vescovo armeno e martirizzato in maniera truce dai Romani non ha lasciato molti elementi biografici ma tutti di grande pregnanza devozionale: questo si celebra oggi, l’indomani della Candelora che rappresenta per la cristianità la manifestazione di Gesù nel mondo come luce che si irradia nella storia.
Protettore della gola, di tutti i medici otorinolaringoiatri ma anche testimone di fede che nel pieno dell’epoca post-costantiniana, San Biagio è morto martire il 3 febbraio 316 per il suo assoluto rifiuto di abiurare la fede cristiana nonostante le persecuzioni dei Romani in Armenia nella città in cui serviva da vescovo. Vittima di un dissidio politico-religioso tra l’Occidente di Costantino e l’Oriente dell’imperatore Licinio, San Biagio venne catturato, “invitato” all’abiura e una volta constatato il rifiuto per la sua imperterrita fede in Cristo, venne picchiato e scorticato vivo con alcuni pettini di ferro che servivano a lavorare la lana. Era un personaggio molto particolare ma assai amato in città dato che secondo le pochissime informazioni giunte fino a noi (grazie alla storiografia di Camillo Tutini, responsabile di aver recuperato molte tradizioni orali di quel periodo storico della vita cristiana) già in vita San Biagio aveva operato diversi miracoli che lo avevano reso una figura molto rispettabile e venerata (da cui appunto la volontà dei Romani ti costringerlo all’abiura).
LA FEDE E IL MARTIRIO: CHI ERA SAN BIAGIO, IL VESCOVO ARMENO TRUCIDATO DAI ROMANI
In particolare, si narra che San Biagio a Benaste riuscì a recuperare una lisca di pesce rimasta conficcata nella trachea di un ragazzino: è per quello che oggi si venera in tutta la Chiesa Cattolica (e pure ortodossa) la figura del Santo Patrono della gola. È questo il motivo tra l’altro che oggi porterà in moltissime parrocchie di tutto il mondo la benedizione della gola durante la Santa Messa: per chi non lo sapesse poi, in una chiesa di Roma in Via Giulia, è conservata una piccola parte della gola del Santo come reliquia venerata da secoli.
Al netto della particolare ed evidente protezione della gola a livello fisico e medico, la figura di San Biagio è ricordata nella storia cristiana come un simbolo autentico di coraggio e perseveranza: davanti alla costrizione del potere che voleva in quegli anni annientare la presenza di Cristo nel mondo, il vescovo Biagio non solo si rifiuta ma è pronto a sacrificare la propria vita per la fedeltà a Gesù davanti ai suoi cittadini. Un esempio di fede che si tramanda per i secoli dei secoli, tanto nella Chiesa Cattolica quanto in quella Ortodossa e che oggi in tutto il mondo vede la festa del 3 febbraio ben oltre la “sola” benedizione della gola o la devozione nella Diocesi milanese per il miracolo avvenuto col panettone da Frate Desiderio (come racconta qui il sito ufficiale di Regione Lombardia).