Venezia, Sonig Tchakerian all’Auditorium Lo Squero (Agoravox 10.12.21)
Ancora musica di livello all’Auditorium Lo Squero dell’Isola di S. Giorgio a Venezia, sala dotata di eccellente acustica e del naturale, affascinante scenario della riva del sestriere di Castello.
La talentuosa Sonig Tchakerian ha eseguito di Johann Sebastian Bach la Partita n.1 per violino solo BWV 1002 in Si minore e la sonata n.2 per violino solo BWV 1003 in La minore.
Arriva scalza, col suo magnifico Gennaro Gagliano (Napoli 1760) e con la sua naturale gentilezza spiega al pubblico le particolarità dei brani che si andranno ad ascoltare.
La prima partita è costituita da movimenti di danza ad ognuno dei quali fa seguito un double, una variazione che si presenta come una sorta di esploso, una versione più astratta di ciascuna danza.
Se il modello delle partite è il genere profano della suite di danze, quello delle sonate risulta essere quello austero della Sonata da chiesa in quattro movimenti, con una fuga al secondo posto.
Sonig Tchakerian nell’introduzione dettata dalla sua vocazione al far intendere i messaggi e la bellezza della musica, ha eseguito anche esempi allo strumento per far riconoscere al pubblico la particolarità della scrittura strumentale che, grazie ad un virtuosistico espediente tecnico permette a Bach di realizzare sul violino l’artificio di una polifonia di due e perfino tre voci, come è possibile constatare nella fuga, sebbene la struttura del violino non permetta di suonare più di due note contemporaneamente poichè l’archetto poggia al massimo su due corde. Ecco dunque che Bach riesce a suggerire all’ascoltatore un messaggio musicale multiforme grazie ad arpeggi di tre o quattro note successive e all’espediente di un ostinato sulla medesima corda.
Un’esecuzione che ha toccato le corde più profonde dell’anima grazie al fraseggio personale, eseguito con viva e nobile cavata, nella rigorosa e rispettosa precisione della scrittura bachiana dalla travolgente violinista.
In omaggio alle sue origini, Tchakerian ha eseguito come bis un canto di padre Komitas, al secolo Soghomon Gevorki Soghomonian, considerato il padre della moderna musica armena, vittima di quello che sarà poi definito il genocidio armeno ed apprezzato da nomi illustri quali Debussy e Stravinskij. Un brano che ha commosso la platea.
Lunghi applausi sinceri e sentiti.
Info: Asolo Musica +39 3924519244 – www.boxol.it/auditoriumlosquero
Marina Bontempelli