VENEZIA – 23 marzo 2019 – A San Lazzaro degli Armeni con la scrittrice Antonia Arslan
Città, valli, paesi, come non li avete mai visti. O meglio visti attraverso occhi che non sono i vostri ma sono lo sguardo attento, colto e affascinante di qualche grande penna narrante.
Si chiama “Pordenonelegge il territorio” il format di “escursioni d’autore” – nato dalla costola del fortunato Pordenonelegge, festival del libro, della letteratura e della poesia – che permette di approfondire la conoscenza di un territorio attraverso la voce, le esperienze e la visione di alcuni noti interpreti della nostra terra.
Una giornata intera in cui i partecipanti vengono guidati lungo strade e luoghi, mentre la realtà si mescola con le pagine, e la sua percezione con quella dello scrittore che accompagna, restituendo un’esperienza unica.
E così dopo Treviso, riscoperta passeggiando con Fulvio Ervas, autore -fra le altre – del romanzo “Finché c’è prosecco c’è speranza” noto per la fortunata trasposizione cinematografica, sarà tra poco la volta di Venezia, con la sua San Lazzaro degli Armeni, e poi di Trento e Rovereto.
A San Lazzaro degli Armeni con la scrittrice Antonia Arslan
L’appuntamento a San Lazzaro degli Armeni è previsto per sabato 23 marzo.
Per noi italiani (e per molti altri nel mondo) il racconto della vicenda del popolo armeno è ormai indissolubilmente legato all’opera di Antonia Arslan, scrittrice e saggista italiana con origini armene. Tra i suoi libri più famosi, i bestseller La masseria delle allodole La strada di Smirne e Il libro di Mush.
E così attraverso la sua brillante voce ci si addentrerà nella storia di quest’isola che i monaci armeni scelsero nel 1717 perchè allora Venezia rappresentava uno dei più importanti Centri di Stampa d’Europa, e compito dei padri era quello di preservare la cultura di questo popolo da sempre perseguitato.
Vi fondarono perciò una tipografia poliglotta, che divenne nel tempo un qualificato centro di cultura; oggi la biblioteca del convento è una delle più importanti dell’Occidente, con oltre 4.500 manoscritti originali.
Ma il monastero contiene anche tesori di inestimabile valore, come i preziosi manufatti provenienti dalla Cina e dal Giappone e le mummie egizie datate VIII secolo a.C, in ottimo stato di conservazione. E affascinante anche ricordare che di qui passò il grande Poeta inglese Lord Byron, che si fermò ben due anni per studiare l’armeno, prima di partire alla volta della Grecia e combattere assieme ai greci per l’Indipendenza dai Turchi.