Vartavar, la festa del raccolto in Armenia (Assadakah 31.07.19)
Letizia Leonardi – Si è svolta ieri, 28 luglio, in Armenia il giorno dedicato alla Trasfigurazione o Festa dell’acqua: Vardavar o Vartavar. Non è un giorno fisso sul calendario perché dipende da quando cade la Pasqua. L’anno prossimo, ad esempio, la Festa dell’Acqua si festeggerà il 20 luglio. Si fa presto a calcolarla: 14 settimane dopo il giorno di Pasqua.
Il Vartavar rappresenta la più importante ricorrenza del periodo estivo nel calendario armeno. Si tratta di una delle più antiche celebrazioni risalenti addirittura al periodo del paganesimo, un cerimoniale associato alla dea Astghik, una figura mitica spesso identificata con Afrodite greca, perché protettrice delle acque, della bellezza e dell’amore. Una divinità con occhi lucenti come le stelle e capelli mossi, come onde del mare. Il Vartavar rappresenta la rinascita della natura dopo il gelo dell’inverno. Anche in questa occasione si nota il rispetto e l’importanza che ha il popolo armeno per la natura. Durante il cerimoniale pagano si svolgevano balli e canti e i partecipanti venivano bagnati con l’acqua per eliminare le impurità e cospargevano di petali di rose profumati, simbolo di amore e prosperità. Dopo l’adozione del cristianesimo la chiesa ha trasformato questa celebrazione nella festa della Trasfigurazione di Cristo.
Nel giorno di Vardavar, tutti gli armeni si bagnano allegramente o si schizzano l’un l’altro con l’acqua. È una festa molto popolare e sentita, soprattutto tra i bambini e i giovani. Protagonisti indiscussi sono i fiori e l’acqua: i giovani lanciano secchiate d’acqua, gli innamorati si regalano fiori e rose e si liberano colombe in memoria di quella che volò dopo la fine del diluvio universale. Il nome Vartavar deriva dal termine vart che significa rosa, rose che venivano simbolicamente donate alla dea Astghik e da var che significa ascesa e,in onore alla dea della fertilità, questa celebrazione avveniva nel periodo del raccolto