Vaccini in Armenia: la campagna claudicante (Osservatorio Balcani e Caucaso 07.06.21)
Fino ad un mese fa le persone vaccinate in Armenia erano poche migliaia. Dopo una presa di posizione del primo ministro Pashinyan le somministrazioni sono infine decollate anche se la questione vaccini rimane, nel paese, altamente divisiva
La campagna di vaccinazione è partita in Armenia nel mese di aprile. I vaccini utilizzati sono AstraZeneca, il russo Sputnik V e il cinese CoronaVac. La vaccinazione è gratis e su base volontaria ed attualmente in Armenia sono in molti ad essere in dubbio se vaccinarsi o meno.
La terza ondata pandemica che ha subito l’Armenia sta pian piano scemando. Il numero di casi e di decessi sta diminuendo di giorno in giorno. Un mese fa vi erano 1000 nuovi casi al giorno, oggi siamo a 100. Anche il numero delle morti è conseguentemente in calo. Sino ad ora sono stati 223.000 in totale i casi di coronavirus registrati nel paese, con più di 4000 decessi.
Come conseguenza della decrescita dei contagi una serie di centri medici aperti per la cura dei pazienti covid stanno ora chiudendo. Ve ne erano 23 in totale, con 2600 posti letto, 13 nella capitale e 10 nelle varie regioni armene. Quattro di questi ultimi sono già stati chiusi.
Ciononostante gli specialisti continuano a sottolineare che l’unico modo per evitare una quarta ondata è una campagna di vaccinazione efficace.
“Non sono ancora vaccinato. Mi vaccinerò certamente in futuro ma ho ancora da decidere con quale vaccino. Non sarà possibile andare oltre questa pandemia senza la vaccinazione”, afferma Sanam Hovhannisyan, operatore sanitario. Che sottolinea come sia importante che i cittadini abbiano libertà di scelta.
AstraZeneca e CoronaVac sono a disposizione di tutti, a prescindere dall’età, mentre il vaccino russo è destinato ai gruppi più vulnerabili della popolazione, tra i cittadini di età compresa tra i 18 e i 54 anni.
“C’è paura nei confronti della vaccinazione in Armenia. È per questo che l’intero processo sta andando a rilento. Le ragioni stanno nella scarsa consapevolezza della gente e nella campagna anti-vaccini”, spiega lo specialista di salute pubblica Davit Melik-Nubaryan.
“Spero che la vaccinazione non divenga mai obbligatoria, altrimenti non so cosa farò”, afferma Anna, 30 anni, che non vuole vaccinarsi dicendo che il vaccino rischia di nuocere alla sua salute. Secondo Anna non è stato ancora studiato a sufficienza e non è sicuro non vada ad impattare negativamente in futuro sulla sua qualità della vita.
“Mi protegge dal Covid-19 adesso, ma poi?. Nessuno sa se causa effetti collaterali. Io sono incinta, ci sono molti testi in internet che dicono che i vaccini causino infertilità. Lo so che non sono provati dal punto di vista scientifico ma tutto questo mi rende insicura”, racconta la donna.
L’unica cosa che preoccupa Anna è che, nel caso non si vaccini, non potrà viaggiare in molti stati, ad esempio in Europa: “Ho capito che pian piano il green pass diverrà obbligatorio e capisco che, nel caso una persona non lo abbia, rimarrà rinchiusa in Armenia. Questo mi rende triste. Pianificavo un viaggio in Europa per la fine dell’anno, ma se non avrò fatto il vaccino, non potrò. Cerco di convincermi che cambierà, che queste richieste verranno rimosse”.
Diversamente da Anna, sua sorella si è vaccinata un mese fa. Dice di sentirsi molto bene e che a breve le verrà somministrata la seconda dose. “Chi mi sta attorno è diviso su due posizioni molto diverse tra loro: c’è chi dice che i vaccini fanno male e chi sostiene che senza vaccini non si uscirà da questa pandemia. Ma il problema è che il numero di miei amici che intendono vaccinarsi è molto basso”, racconta la ragazza.
In modo di intensificare la campagna vaccinale è sceso in campo anche il primo ministro Nikol Pashinyan. Durante un consiglio dei ministri, circa un mese fa, ha invitato tutti i membri del governo a vaccinarsi. “Dobbiamo iniziare noi. Dobbiamo vaccinarci tutti. Il numero di cittadini vaccinati è, in tutto il mondo, segnale della qualità di un paese, dal punto di vista economico, politico, di civiltà”, ha dichiarato. Una dichiarazione a cui sono seguite le vaccinazioni delle élite istituzionali del paese: ministri, parlamentari, alti funzionari si sono vaccinati postando foto della somministrazione.
In Armenia ci si può vaccinare sia presso i tradizionali centri sanitari sia in cliniche vaccinali mobili, create nei quartieri più popolosi della capitale e nelle altre principali città dell’Armenia. Qui, ogni cittadino, può ottenere dapprima le principali informazioni in merito, gli viene poi fatta una visita medica e infine l’eventuale somministrazione.
Attualmente sono circa 30.000 le persone vaccinate in Armenia, su 3 milioni di abitanti. Prima della presa di posizione, un mese fa, del primo ministro erano poco più di 2500.
Gli operatori sanitari sottolineano che il numero di persone che desiderano essere vaccinate cresce di giorno in giorno. C’è anche sempre più attività nei punti mobili di vaccinazione. In questi punti vengono spesso vaccinati anche i turisti. Anche per loro la somministrazione è gratuita.
Parallelamente alla campagna di vaccinazione vengono progressivamente attenuate le misure introdotte per limitare la pandemia: dal 1° giugno non è più obbligatorio indossare la mascherina all’aperto. E per i cittadini vaccinati, dal 1° luglio non sarà più obbligatorio indossare la mascherina negli ambienti chiusi.