Università Cattolica: viaggio con il Centro pastorale in Georgia e Armenia. Mons. Giuliodori, “profonde radici cristiane fin dai primi secoli” (Agensir 23.08.19)
Dopo Cina e Russia, l’itinerario culturale e spirituale scelto quest’anno dal Centro pastorale dell’Università Cattolica, iniziato ieri per concludersi il 30 agosto, si snoda tra due terre di antichissima civiltà e simboliche per il cristianesimo, l’Armenia e la Georgia. A guidare il gruppo di 51 persone tra docenti e personale della comunità universitaria, 31 da Milano e 21 da Roma, è l’assistente ecclesiastico generale, mons. Claudio Giuliodori. “Dopo la Cina e la Russia – spiega il vescovo -, questo itinerario costituisce l’occasione per incontrare antiche civiltà al cuore del dialogo tra l’Europa e l’Oriente, dove il cristianesimo ha messo profonde radici fin dai primissimi secoli. Vedremo le testimonianze affascinanti del passato e incontreremo personalità e comunità che in questi Paesi sono impegnate oggi in uno sviluppo che non dimentica la ricca tradizione religiosa e nello stesso tempo cerca di affrontare le nuove sfide culturali e sociali in un’area segnata da forti tensioni”. Prima meta l’Armenia, terra dilaniata dal genocidio del 1915 che ha causato un milione e mezzo di morti. Previste poi visite ad alcuni tra i più bei complessi storici e artistici come Etchmiadzin, centro della Chiesa apostolica armena, Zvartnots, perla dell’architettura armena del VII secolo, Matenadaran, biblioteca che custodisce 18.000 testi antichi. E ancora il monastero di Khor Virap, di fronte al monte Ararat, e Noravank, il suggestivo “Monastero Nuovo”, il complesso medievale di Geghard, patrimonio dell’Unesco, e il lago Sevan con due chiese e il seminario della Chiesa apostolica armena. Dal 26 agosto il viaggio proseguirà in Georgia a partire dalla sua città più grande, Tbilisi, per continuare poi con Mtskheta, l’antica capitale e cuore spirituale del Paese, che offre ai visitatori due chiese e un monastero, anch’essi patrimonio dell’Unesco. Tra le mete successive Gori, città natale di Stalin, l’imponente cattedrale di Bagrati, il monastero di San Giorgio fondato nel IX secolo. L’ultimo giorno sarà dedicato al Grande Caucaso con la visita alla chiesetta della Santa Trinità di Gergeti e il complesso fortificato di Ananuri con due castelli.