Una storia armena nel “Trattato di demonologia, Summa verborum, numeri, temporis et spatii” di Filippo Biagioli (Faiinformazioni 20.03.24)
Questa primavera, è il periodo scelto da Filippo Biagioli per presentare il suo ultimo libro fatto a mano, trattante l’argomento demonologico. L’opera è stata scritta sia in italiano che in inglese, per questo il libro è conosciuto anche come “Trattato di Demonologia”, “Tractatus de Demonologia” o “Essay of Demonology”. L’autore affronta l’argomento sia in maniera testuale descrittiva, ma anche si affida a tutta una simbologia fatta di disegni, segni e parole.
Nella fattispecie, in quella che Filippo Biagioli chiama “Sezione Operativa” c’è una tavola disegnata dedicata all’Armenia. Interrogato, Filippo ci racconta che quel disegno realizzato a china su carta è un Sigillo:
“Si, ho realizzato un Sigillo, per la difesa della persona dall’attività demoniaca. Come, nel libro ce ne sono altri, sia Cristiani, che Islamici. Questo in particolare l’ho dedicato all’Armenia. Quando ho scolpito la Spada di Maria e la Sua Corona, per il museo di Kapan, ho letto molto sulla religiosità armena, ed ho trovato molti spunti interessanti. Questo particolare disegno è dedicata a ciò ed è stato realizzato sommando la simbologia di San Giorgio con quella dell’Arcangelo Michele.Tutto inizia quando ho scoperto che la prima raffigurazione di San Giorgio è presente sulle mura della chiesa della Santa Croce di Aghtamar, nel lago di Val, in Turchia (un tempo territorio dell’Armenia Storica). Ed è in questo momento che mi è nata l’idea di dedicare un sigillo anche all’Armenia, mentre ero affascinato da questa storia piena di curiosità. La chiesa è stata costruita da un architetto armeno. I bassorilievi presenti, sono evocativi. Madonna con bambino, scene del Vecchio Testamento, Santi martiri armeni sono d’ispirazione per chiunque abbia Fede. La raffigurazione di San Giorgio però, non sembra uccidere un drago (al contrario della leggenda), ma una forma animale non definita. Questo oggi lo possiamo ammirare grazie a Yashar Kemal, scrittore in lingua turca, curdo di origine, che salvò la chiesa dalla distruzione. E sempre di distruzione si parla, pensando alla chiesa, sempre in Armenia, di San Michele Arcangelo a Gyumri.La torre-chiesa dell’orologio che porta il suo nome è stata realizzata in pietra nera ed è sopravvissuta al terremoto del 1988. Perciò ho pensato che niente è più protettivo dell’Arcangelo Michele che difese la Fede in Dio contro le Armate di Satana. Dunque il disegno nasce dalla storia di queste due chiese. La raffigurazione è San Giorgio, che tiene in mano le Sacre Scritture e una Croce, anziché una spada. Egli sovrasta un mare di serpenti simboleggianti le orde di Satana. Possiede anche un paio d’ali a ricordare la sua santità (e Michele) e tutta la scena si svolge sotto gli archi di una chiesa. Corredano il Sigillo, le parole armene “Luce di Dio” (necessaria per illuminare il cammino al proprio popolo), “Benedizione” (ciò che ci protegge in ogni momento), “Fede” (ciò che porgiamo a Dio per la Sua Gloria) e infine “Fuoco” (colui che distrugge i Male e fa rinascere lo Spirito purificato).”
L’opera è stata realizzata solo 24 copie per tutto il mondo, e ha trovato casa presso:
Biblioteca Museo Centro de Arte Reina Sofia a Madrid, Biblioteca Accademia di Belle Arti di Firenze, Archivio Ufficio diritti della Biblioteca Apostolica Vaticana, Biblioteca dipartimento immagini del British Museum a Londra, Collezione Paolo Fabiani a Montecatini Terme, Biblioteca della Fondazione Musei Torino, Archivio Museo del Prado a Madrid, Biblioteca del Museo Palazzo Nazionale di Taipei, Biblioteca della Tate Gallery a Londra, Biblioteca Cum Venio a Larciano, Biblioteca Museo di Arte Sperimentale MUSPAC a L’Aquila, Biblioteca Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, Collezione Federica Belmonte, Biblioteca del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi a Firenze, e nelle città di Venezia, Parigi, New York, Wellington, Osaka, Serravalle Pistoiese, Seul.