TURCHIA. Sondaggio: “Quello degli armeni non fu genocidio”. Nena-news
A pochi mesi dalla commemorazione del centenario del massacro, Ankara appare ancora molto lontana dal riconoscimento delle sue responsabilità
Una “marcia della morte” nel deserto siriano
della redazione
Roma, 15 gennaio 2015, Nena News – Il governo turco non solo non dovrebbe scusarsi per quanto avvenuto nel 2015, ma non dovrebbe neppure riconoscerlo come “massacro sistematico”, perché quello degli armeni non fu genocidio. E’ quanto si evince da un sondaggio condotto tra novembre e dicembre scorsi dal Centro per gli Studi di Economia e di Politica Estera (EDAM) su un campione di 1.508 cittadini turchi, i cui risultati sono stati diffusi martedì scorso in vista della commemorazione del centenario del genocidio armeno il prossimo 24 aprile.
Il sondaggio ha rivelato che solo 9.1 percento dei soggetti intervistati crede che Ankara dovrebbe ammettere di aver perpetrato un genocidio e scusarsi per quelli che comunemente le autorità turche definiscono “i fatti del 1915″, e cioè per il rastrellamento, la deportazione e l’uccisione di circa 1.2 milioni di cittadini armeni dell’allora Impero Ottomano. Un altro 9.1 percento crede invece che il governo debba scusarsi senza però menzionare la parola “genocidio”.
Sempre secondo i risultati diffusi, il 23 percento degli intervistati sostiene che non tutti quelli che morirono nel 1915 furono armeni – secondo gli storici, durante la prima guerra mondiale i “Giovani Turchi” eliminarono anche un gran numero di greci e assiri – e per questo Ankara dovrebbe esprimere il proprio rammarico nei confronti di “tutti i cittadini ottomani” che perirono in quel periodo. Il dodici percento degli interrogati, invece, sostiene che le autorità dovrebbero esprimere il proprio cordoglio per gli armeni morti nel 1915 senza però scusarsi. Il 21 percento, infine, pensa che la Turchia non debba prendere alcuna posizione rilevante sul genocidio armeno.
In vista delle commemorazioni di aprile, le autorità turche si troveranno ad affrontare di nuovo la questione del riconoscimento del genocidio armeno: l’anno scorso l’allora primo ministro Recep Tayyip Erdogan fece una sortita straordinaria, porgendo per la prima volta le condoglianze alle vittime per i massacri di quegli anni; una mossa che il presidente della repubblica armena Serzh Sarkisian non ritenne soddisfacente, dal momento che “Ankara continua a negare di aver perpetrato il massacro sistematico degli armeni e si rifiuta di chiamarlo genocidio”.
Secondo la storiografia e la narrativa turche, circa 500 mila armeni – e altrettanti turchi dall’altra parte della barricata – morirono di fame o combattendo al fianco degli invasori russi durante la prima guerra mondiale. Le foto e le testimonianze delle “marce della morte” invece, in cui centinaia di migliaia di armeni perirono guardate a vista da guardie turche durante i trasferimenti forzati verso le regioni orientali e desertiche dell’allora Impero Ottomano, raccontano una versione diversa. Nena News