Tra Renzi e Gentiloni non mettere il Vaticano (L’Occidentale 13.12.16)
Di Gentiloni, “Paolo il freddo”, come è stato definito, in questi giorni si è già detto tutto. Che è il contrario del rissoso Matteo, che ha tre quarti di nobiltà, e poi la sua storia politica, l’ascesa con Rutelli, il ministero della comunicazione e poi degli esteri con Renzi. Il quale Renzi ha spinto la candidatura Gentiloni alla successione ritenendo Paolo uno che non gli farà ombra, come sarebbe potuto accadere se a “Chigi” fosse salito un Padoan o il rivale piddino Franceschini. Matteo può quindi dormire tra i proverbiali due guanciali?
Fossimo in Renzi guarderemmo con un po’ più di attenzione cosa accade Oltretevere. Non per il patto Gentiloni del 1913, quello che Vincenzo Ottorino (imparentato con la famiglia di Paolo) presidente dell’Unione elettorale cattolica italiana strinse con i giolittiani per riportare i cattolici in politica, bensì per la comunanza di vedute tra il nuovo premier Paolo e Papa Francesco. Si veda alla voce ecologismo, ma si pensi anche all’immigrazione, alla Turchia e persino alla Cuba castrista.
Gentiloni da ministro degli esteri ha benedetto i corridoi umanitari della comunità di Sant’Egidio – vicinissima al Papa – per portare i profughi siriani in Italia con il pass partout dei “permessi umanitari”; Paolo il freddo fu il primo ministro degli esteri straniero ad arrivare a Cuba dopo l’accordo tra Raul e Obama, folgorato dalla visita lampo del Santo Padre.
E quando scoppiò la polemica tra il sultano Erdogan e la Santa Sede sul genocidio degli armeni, alla cautela del sottosegretario Gozi (“non credo sia opportuno per un governo prendere posizioni ufficiali su questo tema, un governo non deve usare la parola genocidio”), fece da contrappunto la nota più dura dell’allora titolare della Farnesina (“La durezza dei toni turchi non mi pare giustificata, anche tenendo conto del fatto che 15 anni fa Giovanni Paolo II si era espresso in modo analogo”).
Benché il Papa sia lontano dalla politica italiana, e si tenga ancora più lontano dalle polemiche sui temi etici, con le unioni civili Renzi ha raffreddato notevolmente i rapporti con la Chiesa. Anche perché alcuni nella Cei erano convinti di poter incidere sulla legge, appoggiando la pattuglia di cattolici del Pd e chiedendo solo qualche modifica al testo, senza irrigidimenti e conflittualità. Renzi invece ha concesso poco, pochissimo, ignorando l’atteggiamento collaborativo di importanti prelati.
Lo stile di Gentiloni come è noto è assai diverso, e qualche rapporto oltretevere il nuovo premier ce l’ha. Sull’ecologia in particolare, tema molto caro a Papa Francesco, Gentiloni può trovare braccia aperte e buoni appoggi. Il Vaticano, in Italia, non ha più il peso e l’influenza di un tempo, però… A proposito, Michele Emiliano ieri ha detto che vuole un Pd ambientalista come il Papa.