Thai Boxe. Petrosyan, l’uomo delle 100 vittorie: “Vinco anche a casa mia” (GQitalia.it 17.07.17)
Il campione italo-armeno cerca la sesta vittoria mondiale. Per la prima volta a casa: appuntamento a Monza il 14 ottobre. Aspettando il ring, si racconta a GQ
Batterlo è così complicato che Andy Ristie, l’uomo che riuscì a strappargli la vittoria al Madison Square Garden nel 2013, non ha mai più voluto affrontarlo. “Glielo abbiamo chiesto diverse volte, ma non vuole”, dice Giorgio Petrosyan. The G.o.a.t., lo hanno soprannominato. Semplicemente il più forte di tutti di tempi. Se si parla di Thai Boxe è difficile trovare qualcuno che abbia vinto più di questo ragazzo italo-armeno, arrivato al Nord nascosto in un camion e diventato 5 volte campione del mondo.
Tutto è iniziato in una palestra di Udine, dove per la prima volta è salito sul ring per un incontro ufficiale. Ma la passione se l’era portata dietro dall’Armenia: era nata davanti alla tv. A ottobre combatte per la prima volta per un titolo mondiale a Milano, la città in cui vive da tre anni e alla quale è particolarmente legato. La serata – l’hanno chiamata Petrosyanmania, chissà perché… – prevede 16 incontri nazionali e internazionali, mette in palio diverse cinture, ma gli occhi saranno puntati tutti su di lui.
Il 14 ottobre, al PalaIper di Monza, affronti Jonay Risco. Finalmente a casa.
Ho vinto in Giappone, Olanda, Russia, ho combattuto a Roma per una cintura mondiale, ma a Milano mai. Incredibile vero? È arrivato il momento.
Cosa ti emoziona di più?
Avere vicini tutti i miei fan. Non vedo l’ora di mostrare loro dal vivo come combatto.
I tuoi luoghi preferiti di Milano
Sono qui da tre anni, ho lasciato Gorizia e aperto una la palestra. Magari non ci crederete, ma passo lì dentro quasi tutto il mio tempo. Quando ne ho un po’ libero, mangio nel ristorante del mio amico Pino Malastrana e passeggio con il mio cane. Davvero poco altro.
I sacrifici sono iniziati molto tempo prima. La passione, invece, quando?
Ero molto piccolo, vivevo ancora in Armenia. La televisione passava sempre film di Bruce Lee e Jean-Claude Van Damme. Poi quando sono arrivato in Italia ho conosciuto Alfio Romanut, il mio maestro, e così è iniziato tutto.
Ricordi il primo incontro?
Fu a Udine, avevo 16 anni. Volevo combattere anche negli anni precedenti, ma mi impedivano di salire sul ring. Durante la seconda ripresa mi spaccai un piede, ma continuai. Alla fine vinsi ai punti.
L’ultimo combattimento è stato a Torino, ad aprile. In mezzo oltre cento vittorie. La più bella?
Tante, non riesco a scegliere. Anche perché ogni volta che salgo sul ring, riguardo i miei incontri per cercare i difetti e provare a migliorare. Quindi alla fine non credo di aver mai combattuto in maniera perfetta.
L’incontro che vorresti disputare di nuovo?
Quello perso al Madison Square Garden contro Andy Ristie. Ma nonostante diverse richieste, non hai mai voluto accettare un secondo faccia a faccia.
Due consigli da un campione a un novello che si avvicina al ring.
È necessario applicarsi, bisogna essere fedeli e professionali. La vita di un atleta non è semplice. Personalmente ho dimenticato cosa voglia dire fare vita a notturna. Quando si soffre per i sacrifici, e sono tanti, sappiate che vengono ripagati. Ma non esistono scorciatoie. Quindi: allenarsi, essere costanti e rigidi con sé stessi.
Andiamo giù dal quadrato. La musica preferita di Giorgio Petrosyan.
Ascolto tantissima musica armena, ma il mio cantante preferito è Adriano Celentano.
Film preferito.
Il Gladiatore.
Il luogo dove fuggire per una vacanza rilassante.
Isola di Favignana, senza alcun dubbio.
Il piatto preferito.
I tolma armeni: involtini di carne e verza.
Quando ne farai una bella scorpacciata?
Dopo il 14 ottobre. Adesso sono concentrato e ho voglia di sentire il sostegno dei miei tifosi. Sarà un incontro molto duro e mi serve il loro aiuto. Davanti ai tuoi fan hai maggiori motivazioni e molto più coraggio. Spero che siano in tanti. Ho voglia di dare il mio meglio. E faccio una promessa.
Prego…
Non deluderò.