Terra sacra dell’Artsakh. Dimora eterna del Cristianesimo (Korazym 11.01.24)
A Parigi è stata aperto una mostra fotografica in place de la Bastille per aumentare la consapevolezza sul patrimonio armeno a rischio in Artsakh. Intitolata Nagorno-Karabakh: Patrimonio armeno a rischio, la mostra è stata organizzata dal Comune di Parigi e L’Œuvre d’Orient, un’associazione cattolica francese, e sarà aperta fino al 15 gennaio.
L’Ambasciatore armeno in Francia, Hasmik Tolmajian, ha partecipato alla cerimonia di apertura e ha ringraziato gli organizzatori – rappresentati dai Vicesindaci di Parigi, Carine Rolland e Arnaud Ngatcha, e il Presidente dell’Œuvre d’Orient, Jean-Yves Tolot – per il sostegno all’Armenia e al popolo armeno.
Nel suo intervento, l’Ambasciatore Tolmajian ha avvertito che, dopo aver perpetrato la pulizia etnica in Artsakh, l’Azerbajgian vuole ora cancellare le tracce della presenza armena nel Paese, che sono presenti 1700 anni e sono testimoniate dalle immagini esposte nella mostra. L’Ambasciatore armeno ha sottolineato l’importanza degli sforzi internazionali volti a preservare il patrimonio storico-culturale-religioso armeno a rischio nell’Artsakh.
Terra sacra dell’Artsakh. Dimora eterna del Cristianesimo.
6 gennaio 2024
La nostra odissea spirituale per salvare Artsakh
di Teresa Mkhitaryan
Oggi è il Natale armeno. Cristo è nato e si è rivelato. Sia benedetta la rivelazione di Cristo. Per me, per te è una grande notizia. È la prima volta in 1700 anni che non si festeggerà il Natale nelle chiese e monasteri dell’Artsakh…
Ma come ha detto il Vescovo dell’Artsakh Vrtanes Srbazan: “L’Artsakh è il Paradiso armeno, e per i cristiani il ritorno al Paradiso è possibile solo attraverso Gesù Cristo. Quindi, cari fratelli e sorelle credenti, inginocchiati davanti all’umile mangiatoia di Gesù Bambino, auguriamo a tutti noi il ritorno con Cristo al Paradiso, all’Artsakh. Cristo è nato ed apparso, Grande Notizia per tutti voi e noi…”. Anche io sono sicura, che il ritorno in Artsakh è possibile solo con Gesù Cristo.
Sono stata invitata in California, sono appena tornata. Ho partecipato a varie conferenze in diverse città californiane, ho dato due interviste sulla televisione sempre sul tema dell’Artsakh. In California vivono circa 2 milioni di Armeni. La mia proposta durante queste conferenze era l’unione del popolo di Cristo. Nel mondo materiale non è possibile vincere il nemico, perché i padroni del mondo insieme ai Turchi dispongono di interminabili mezzi materiali e corrompono le persone che prendono decisioni, l’élite al governo. Anche il governo armeno collabora con i nemici.
Quindi per ritornare in Artsakh, bisogna percorrere un cammino spirituale, dove al capo del cammino sarà Gesù Cristo, l’Invincibile. Perciò ho chiamato questo cammino ‘’La nostra odissea spirituale per salvare Artsakh’’.
A uno degli incontri a Los Angeles, c’erano il vescovo dell’Artsakh, quello della Chiesa Armena Apostolica e il vescovo armeno della Chiesa Cattolica, poi uomini d’affari, giornalisti, medici… erano tutti molto diversi, ma entusiasti della mia proposta.
Dobbiamo cercare degli amici che ci aiuteranno a ritornare in Artsakh. Non devono essere solo Armeni, ma Cristiani che amano Cristo e che non sono corruttibili. Diventando Amici dell’Artsakh, uno dei luoghi con più tracce del Cristianesimo Antico, con uno dei popoli cristiani più antichi, queste persone potrebbero così anche ritrovare le loro stesse radici cristiane, e quindi ritrovare sé stessi.
E poi il popolo di Cristo non ha nazionalità. Non importa se sono Americani, Russi, Italiani, Svizzeri o Finlandesi, l’amore di Gesù li unisce tutti. Di per sé neanche le persone che hanno scelto di vendere l’anima per la materia, neanche loro conoscono confini geografici, sono dentro un progetto cattivo che è internazionale.
Non sono soltanto gli Armeni ad avere bisogno un rifugio in Cristo in questi tempi difficili.
Il Male perseguita tutti in vari modi e il mondo intero è sempre più colpito, confuso, disturbato.
Non è che se in America non ci sono i Turchi, la gente è lasciata a vivere in pace. La lotta contro l’uomo che appartiene a Dio c’è dappertutto. In California ci sono bagni pubblici, incluso nelle università, dove hanno cominciato a fare dei bagni specifici per gli uomini che si sentono gatti. Mi raccontavano degli studenti universitari che dei loro compagni si fanno chiamare ‘’It’’ e dicono di sentirsi dei gatti e nella conversazione fanno anche “miao”.
O ai neonati non scrivono più il sesso, con ragioni del tipo “deciderà quando sarà grande”.
Quindi la confusione c’è dappertutto e l’unico modo per rimanere uomini è seguire la strada di Gesù, non ci sono confusioni, è tutto chiaro e semplice.
Durante il giorno avevo tanti incontri con la gente e di notte non riuscivo dormire per il cambiamento dell’orario. Allora lavoravo e poi facevo con i miei amici in Armenia dei pacchi alimentari per tre mesi per la gente dell’Artsakh, facevo le ordinazioni del cibo dai vari villaggi in Armenia etc. È un po’ stancante, ma per alcuni giorni si può fare.
Gli ex governanti dell’Artsakh mi hanno chiesto di sostenere i casi più difficili degli sfollati – le famiglie dove sono morte più persone in una famiglia. Parlo al telefono con loro varie volte per capire di cosa hanno bisogno per poter sopravvivere. Gli stiamo regalando vestiti, cibo, paghiamo l’affitto e vari cose che mi chiedono…
Dopo aver aiutato con le cose materiali, li dico sempre: «Guardate, le cose materiali vi aiuteranno a sopravvivere fisicamente, ma la nostra anima appartiene a Dio, quindi solo Lui può curarla. Sembra quasi impossibile vivere quando il marito e tre figli sono stati uccisi, è un peso troppo grande, nessun uomo può togliere questo peso, solo il Signore può. Quindi andate da Colui che vi aiuterà guarire la vostra anima, andate in Chiesa, partecipate alle messe e condividete con Lui il vostro grande insopportabile dolore». Mi promettono che lo faranno.
Questa è una lettera che ho ricevuto da Zara 2 giorni fa. Ha perso 4 persone della sua famiglia: «Cara Teresa, a dire il vero, siccome nella nostra famiglia c’erano persone scomparse a causa dell’esplosione in Artsakh, pregavo Dio ogni giorno che almeno uno tra i quattro scomparsi fosse vivo, e se nel caso in cui nessuno di loro fosse vivo, ho giurato che non sarei mai più entrata in chiesa. E pensavo che non esistesse più Dio. E dopo, sei apparsa tu nella nostra famiglia, come se fossi stata mandata da Dio. Mi hai detto più volte di andare in chiesa a Messa. Ero indecisa, da una parte avevo giurato di non entrare più in chiesa, dall’altra parte le tue parole risuonavano continuamente alle mie orecchie. Due giorni fa leggevo quello che hai scritto sulla Felicità e allora ho deciso di andare di nuovo in chiesa. Grazie di cuore per il tuo grande aiuto di tornare di nuovo nella casa di Dio e di ritrovare la Fede. Dopo queste perdite, in me c’era una tempesta, passavo le mie giornate a piangere continuamente, ma gli ultimi giorni, pregando Dio, ho trovato pace dentro di me».
La Pace, quella di Dio, sia con tutti noi.
Cristo è nato e si è rivelato.
Sia benedetta la rivelazione di Cristo.
Per me, per voi è una grande notizia.
Felice Anno Nuovo,
Un abbraccio
Teresa Mkhitaryan
Foto di copertina: il khachkar (croce di pietra) scolpito vicino all’ingresso di Gtichavank, monastero nella regione di Hadrut dell’Artsakh, completato nel 1248.