“Teniamo viva la memoria degli armeni” (Resto del Carlino 16.02.21)
Nel ’900 ci sono stati molti altri genocidi, cioè lo sterminio di un gruppo etnico. Tra i genocidi meno conosciuti, di cui si sta cominciando a prendere coscienza, c’è quello perpetrato dai turchi alla popolazione armena cristiana fra il 1915 e il 1923, quando si stima che morirono un milione e mezzo di persone, senza contare i bambini che vennero islamizzati e le donne costrette agli harem. Il genocidio degli armeni può essere considerato il prototipo di quelli del XX secolo in quanto aveva l’obiettivo di sterminare una componente della popolazione turca di religione cristiana, la quale aveva assorbito gli ideali dello Stato di diritto di stampo occidentale e che con le sue richieste di autonomia poteva costituire un ostacolo al progetto governativo della Turchia. A partire dal 1965 ventinove Paesi, fra cui l’Italia nel 2019, hanno riconosciuto quello degli armeni come uno dei grandi genocidi della storia; a tale ufficialità si è sempre opposto il governo turco, il quale ha giustificato il proprio operato in vari modi, non senza generare malcontento nella comunità internazionale che condanna tale negazionismo. Riconoscere e ricordare il genocidio degli armeni, la Shoah e i molti altri stermini del 1900 è importante in quanto bisogna tenere viva nei popoli la memoria di avvenimenti così terribili, perché essi non si ripetano più.