Te Deum laudamus per questo nuovo inizio (a 72 anni) accanto all’indomito popolo armeno (Tempi 27.12.21)
Grazie per l’amicizia con Antonia Arslan e il coraggio di rispondere agli amici armeni dell’Artsakh e dare una mano ad avviare una scuola professionale
Mi è stato chiesto di scrivere il mio Te Deum e non posso che partire dalla pienezza della Gloria di Dio su tutta la terra. La Tua Gloria, che ha investito la mia vita grazie all’incontro prima, con l’esperienza del gruppo parrocchiale di Carate, in un momento confuso della mia vita, poi col movimento di Comunione e Liberazione. Mi ha raggiunto per tramite di persone che hanno favorito la scoperta dei talenti che Dio ci consegna alla nostra nascita, che altrimenti si sarebbero dispersi, restando inespressi nel giorno dopo giorno di una esistenza tranquilla e borghese. O forse, invece espressi in modo dannoso.
Sì, perché i talenti che Dio mi ha consegnato avrebbero potuto anche essere usati male. Solo un incontro affascinante e una compagnia guidata al destino hanno reso possibile scoprirli ed esprimerli in una vita intensa e davvero generosa di occasioni. Occasioni che, grazie all’incontro fatto, ho imparato a guardare con interesse e desideroso di condividerle.
La curiosità di incontrare persone e con loro avviare un lavoro, il coraggio di affrontare non da solo le avversità della vita, il desiderio condiviso con gli amici per avviare una scuola per i nostri figli, con ostacoli che apparivano insuperabili.
Grazie per l’incontro e l’amicizia con Antonia Arslan e il coraggio, a 72 anni, di rispondere, con mia moglie, agli amici armeni dell’Artsakh (Nagorno-Karabakh nel Caucaso) e dare una mano ad avviare una scuola professionale. Così mi è dato di conoscere una realtà di persone indomite e coraggiose nel difendere la loro cultura, i loro monasteri e la loro aspra e fertile terra. Grazie per questi incontri che mi permettono di sperimentare la Tua grandezza.
«Salvum fac pópulum tuum, Dómine, *
et bénedic hereditáti tuæ.
Et rege eos, * et extólle illos usque in ætérnum».
RingraziandoTi vorrei chiederTi aiuto per il popolo armeno e protezione per questi tuoi figli, e accogli tutti i giovani che hanno perso la vita in questa guerra permanente con cui si vuole eliminare i cristiani da quei territori dell’Asia prossima all’Europa. Aiuta noi e i nostri amici in questo umile tentativo affinché dove non arriva la politica, col Tuo aiuto arrivino i nostri cuori. Benediciamo e lodiamo il Tuo nome per sempre.