Sulle montagne dell’Armenia per esplorare le interazioni tra geodiversità e biodiversità (Magazine.unibo 01.08.24)

Un team dell’Alma Mater ha partecipato alla missione sul vulcano Aragats – nata nell’ambito di un progetto bilaterale Italia-Armenia coordinato, per l’Italia, dal CNR – per indagare il rapporto tra le variazioni della biodiversità e quelle dell’ambiente

Alessandro Chiarucci, Martina Neri, Samadhi Cervellin, Bianca Vandelli – Università di Bologna – e Cesare Ravazzi – CNR – durante un rilevamento delle comunità vegetali di alta quota sulle pendici del Monte Aragats, a 3200 m. di altitudine


Si è conclusa la spedizione sul vulcano Aragats, nella regione di Aragatson, in Amenia, che ha coinvolto una squadra di docenti, ricercatrici e ricercatori, studentesse e studenti dell’Università di Bologna, dell’Università di Milano Bicocca, del CNR-IGAG (Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria) e della National Academy of Sciences della Repubblica Armena (NAS).

La missione fa parte del progetto “Geodiversity-Biodiversity interactions in forest to steppe habitats across an ecoclimatic gradient in Armenia. A theoretical concept applied to the effects of global warming”, nato nella cornice dell’accordo bilaterale biennale tra il CNR e il Ministero dell’educazione e della scienza della Repubblica Armena (MESRA). Il progetto punta a esplorare le relazioni tra le variazioni della biodiversità e quelle dell’ambiente, con focus sul ruolo dei fattori geologici, climatici e dell’uso del suolo.

A rappresentare l’Alma Mater, un team del Dipartimento di Scienze biologiche, geologiche e ambientali composto da Alessandro Chiarucci, professore di Botanica ambientale e applicata, Bianca Vandelli, titolare di una borsa di studio, e dalle studentesse Martina Neri e Samadhi Cervellin.


Un accampamento di pastori curdi sul versante orientale del Monte Aragats, a circa 2200 m. di altitudine, utilizzato per ospitare le famiglie che trascorrono il periodo estivo in alta quota con le greggi


“La missione ci ha permesso di completare una raccolta di dati ecologici e di biodiversità lungo un esteso gradiente di quota del Monte Aragats, un vulcano alto 4090 metri che costituisce la vetta più alta del Caucaso minore. Si tratta di un’area importantissima per la biodiversità, grazie alla sua posizione geografica e alla sua complessità topografica. Il progetto porterà importanti risultati in termini di ricerca di base e applicata.”, commenta il professor Chiarucci, che conclude: ”Inoltre, è stata avviata una collaborazione con l’Accademia Nazionale delle Scienze della Repubblica d’Armenia, che ci ha permesso di discutere sia di nuovi progetti di ricerca congiunta sia di possibili scambi di ricercatrici, ricercatori, studentesse e studenti.”.

La fortezza medievale di Amberd, sulle pendici meridionali del Monte Aragat,s a un’altitudine di 2300 m.

Gli studiosi hanno realizzato rilevamenti topografici, geopedologici, botanici e zoologici in 84 siti di campionamento distribuiti lungo un gradiente altitudinale di 2700 metri (tra i 1100 e 3850 metri) sul versante meridionale del vulcano. I dati raccolti permetteranno di porre le basi per un’analisi temporale degli effetti sulla biodiversità dovuti al processo di riscaldamento globale iniziato negli anni ‘80 del secolo scorso.

Durante la missione, il professor Chiarucci ha tenuto una relazione su “Le sfide della conservazione della biodiversità nell’Antropocene” presso la sede dell’Accademia Nazionale delle Scienze, nella capitale Erevan. L’evento, introdotto dal professor Ruben Harutyunyan, Segretario del Dipartimento di Scienze Naturali dell’Accademia, ha visto la partecipazione di rappresentanti delle strutture scientifiche ed educative armene, di giovani scienziate e scienziati, studentesse e studenti.

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