Spondasud .it – Il genocidio degli armeni e il grido di Abele (26 mag 2015)
(Salvatore Lazzara) – Il 12 aprile, in occasione dell’anniversario del genocidio degli Armeni, Papa Francesco, durante la solenne Celebrazione commemorativa alla presenza delle più alte cariche ecclesiastiche e politiche dell’Armenia, pronunciò parole molto forti sulle sofferenze subite da quella gente. Denunciò con coraggio le violenze subite dal popolo armeno, per mano dell’Impero Ottomano. Bergoglio, non esitò ad affermare che il grande male è stato il primo genocidio del XX secolo. L’ira della Turchia, per i pronunciamenti del Papa, fu molto dura. Il nunzio Mons. Lucibello fu convocato immediatamente dal governo di Ankara, che espresse “disappunto”, per le parole pronunciate dal Pontefice. Successivamente il governo, richiamò il proprio ambasciatore dalla Santa Sede. Il ministro degli esteri Cavuysoglu, definì “inaccettabili” le parole di Francesco, scrivendo su twitter che “le dichiarazioni del Papa, che non sono fondate su dati storici e legali, sono inaccettabili”. La Turchia nonostante le inoppugnabili prove storiche, continua a negare che quello del 1915-16 sia stato un genocidio e combatte una guerra diplomatica permanente per cercare di impedire che sia riconosciuto all’estero da un numero crescente di stati. Continua