Siria, ucciso in un agguato dell’Isis un sacerdote armeno cattolico (Vaticannews.it 11.11.19)
Alessandro Di Bussolo e Stefano Leszczynski – Città del Vaticano
Un sacerdote armeno cattolico, padre Hovsep Bedoyan, parroco di Qamishli e Hasakeh in Siria, è stato ucciso insieme al padre Abraham in un agguato di sicari a volto coperto, rivendicato dall’Isis, mentre era in viaggio in auto nel distretto di Busayra, da Hasakeh a Dayr az Zor, sulla strada che collega la regione a Qamishli. In auto c’era con loro anche il diacono Fadi Sano, rimasto gravemente ferito. I tre erano in missione, a bordo di un Suv grigio, per ispezionare i lavori di restauro della chiesa cattolica armena di Dayr az Zor. L’auto su cui viaggiavano è stata crivellata di colpi. Padre Bedoyan lascia la moglie e tre figli, un maschio di 21 anni e due ragazze di 16 e 10 anni. Siamo nella Siria orientale, in una zona sotto il controllo delle forze curdo-siriane e dove operano i militari americani, mai ritiratisi a est del fiume Eufrate, ricco di risorse petrolifere.
In auto con padre Bidoyan anche un diacono, gravemente ferito
L’agguato è stato rivendicato dall’Isis, che ha però affermato di aver ucciso due preti e non uno. In un secondo momento, diverse fonti concordanti hanno appurato che la seconda vittima non è un sacerdote bensì il padre di Hovsep, Abraham, e fortunatamente il diacono, è ancora vivo, pur ricoverato in gravissime condizioni in ospedale. Il distretto di Busayra, sulla riva orientale dell’Eufrate, è da anni una roccaforte dell’insurrezione armata jihadista. E anche dopo l’annuncio, a marzo scorso, della sconfitta militare dell’Isis, in questa zona i miliziani sono parte delle comunità locali arabe, fortemente ostili alle forze curde e agli americani.
La Chiesa cattolica armena è una piccola ma antica comunità cristiana riconosciuta ufficialmente nel 1742. Oggi conta all’incirca seicentomila fedeli. Si tratta di una Chiesa patriarcale “sui iuris” cioè in piena comunione con Roma, pur mantenendo una certa autonomia di riti. È presente prevalentemente in Libano, Iran, Iraq, Egitto, Siria, Turchia, Israele, Palestina. Ha sede centrale a Bzoummar, in Libano e il suo primate è il patriarca di Cilicia (Beirut), attualmente Krikor Bedros XX Ghabroya, 85 anni, in carica dal 2015.
Due autobomba a Qamishli, una vicino ad una chiesa caldea
Nel pomeriggio poi, nella città di Qamishli, nel nord est del paese, sono state fatte saltare in aria due autobomba, una delle quali sarebbe esplosa vicino a una chiesa caldea. Il bilancio provvisorio è di 6 morti e 22 feriti. Quest’ultimo attacco non è stato ancora rivendicato, ma in molti identificano il “modus operandi” dello Stato islamico, ora guidato dal suo nuovo leader Abu Ibrahim. Le fonti a Qamishli affermano che la zona non è caratterizzata come un quartiere cristiano, e che non vi sono al momento indicazioni che l’attacco, portato con due autobomba, abbia preso di mira il luogo di culto caldeo.
Il triste bilancio dei sacerdoti e religiosi uccisi o rapiti in Siria
Il sacerdote cattolico ucciso oggi è solo uno dei numerosi preti uccisi o scomparsi nel nulla della Siria in guerra: tra le vittime, ricordiamo il gesuita olandese Frans Van der Lugt, freddato a Homs nel 2015, e il francescano Francois Murad, decapitato dall’Isis nel 2013. Tra i rapiti e poi scomparsi, oltre al gesuita romano Paolo Dall’Oglio, di cui si sono perse le tracce nel luglio del 2013 a Raqqa, si ricordano i due vescovi ortodossi Bulos Yazigi e Yohanna Ibrahim, rapiti nel nord-ovest del paese, i preti di Aleppo, l’armeno cattolico Michel Kayyal e l’ortodosso Maher Mahfuz, anche loro scomparsi dopo esser stati rapiti.
L’agguato. Siria, sacerdote cattolico armeno ucciso dal Daesh con il padre (Avvenire)
Le vittime sono padre Hovsep Petoyan, della Comunità cattolica armena di Qamishli, e suo padre Abraham Petoyan. Quest’ultimo è rimasto ucciso sul colpo, mentre il sacerdote è deceduto poco dopo. Ferito il diacono Fati Sano, della chiesa di al-Hasakeh, che viaggiava con loro.
I tre erano in missione, a bordo di un Suv grigio, per ispezionare i lavori di restauro della chiesa cattolica armena di Deir ez-Zor. Lungo la strada che collega Hasakeh a Deir ez-Zor l’auto su cui viaggiavano è stata crivellata di colpi.
Nella rivendicazione, apparsa sui suoi canali Telegram, il Daesh afferma che «due sacerdoti cristiani sono stati uccisi oggi dal fuoco di combattenti dello Stato islamico» e pubblica la foto del documento di identità del sacerdote.
Nella stessa zona, sempre oggi, almeno sei civili sono stati uccisi dall’esplosione di tre bombe, scoppiate simultaneamente in un mercato. Si sarebbe trattato di una motocicletta imbottita di esplosivo e di due auto-bombe.
La Chiesa cattolica armena è una piccola ma antica comunità cristiana riconosciuta ufficialmente nel 1742. Oggi conta all’incirca seicentomila fedeli. Si tratta di una Chiesa patriarcale sui iuris cioè in piena comunione con Roma pur mantenendo una certa autonomia di riti. È presente prevalentemente in Libano, Iran, Iraq, Egitto, Siria, Turchia, Israele, Palestina. Ha sede centrale a a Bzoummar in Libano e il suo primate è il patriarca di Cilicia (Beirut). Attualmente Krikor Bedros XX Ghabroya, classe 1934, in carica dal 2015.
La comunità armena in Siria, i cui numeri attuali sono sconosciuti, è rappresentata dai sopravvissuti al genocidio ottomano degli armeni all’inizio del XX secolo. A Deir ez-Zor si trovano una chiesa e un memoriale dedicato ai martiri del genocidio armeno. La chiesa – scrive il portale curdo Rudaw – era stata fatta saltare in aria nel 2014. Sebbene i responsabili non siano mai stati identificati, alcuni hanno incolpato il Daesh, che all’epoca deteneva il controllo della maggior parte della provincia. Altri hanno puntato il dito contro Jabhat al-Nusra, ex affiliato di al-Qaeda in Siria.
Siria, agguato dell’Isis: ucciso un sacerdote cattolico e suo padre (Tempi.it)
Un prete cattolico armeno è stato ucciso insieme al padre in un agguato rivendicato dall’Isis nel nord della Siria. I due, insieme a un diacono, si stavano dirigendo a Deir Ezzor per verificare l’andamento del restauro di una chiesa. Lungo il tragitto, nel distretto siriano di Busayra, la loro auto è stata crivellata di colpi.
Padre Hovsep Petoyan, della comunità cattolica armena di Qamishli, è morto insieme al padre Abraham Petoyan. Se l’è cavata con alcune ferite invece il diacono di Hassaké Fati Siano.
L’ISIS RIVENDICA L’ATTENTATO
L’Isis ha rivendicato l’attentato terroristico sui social network: «Due sacerdoti cristiani sono stati uccisi oggi dal fuoco di combattenti dello Stato islamico», ha scritto. Si è poi scoperto che la seconda vittima non era un sacerdote.
Da quando la Turchia ha lanciato la sua operazione militare nel nord-est della Siria, il 9 ottobre, i terroristi islamici hanno portato a termine decine di attacchi, 30 solo nei primi dieci giorni di novembre, un aumento del 300 per cento rispetto ai mesi precedenti l’invasione turca.
La preoccupazione è che le forze curde, tradite dagli Stati Uniti e cacciate dai territori nella Siria settentrionale, non conducano più le operazioni antiterrorismo nell’area
Siria, ucciso prete armeni nella provincia di Qamishli: Isis rivendica (La Repubblica 11.11.19)
BEIRUT – Un prete cattolico armeno è stato ucciso dall’Isis a Qamishli, nella provincia nord-orientale siriana di Dar ar-Zor. Nella rivendicazione dell’Isis, apparsa sui social network, il sedicente Stato islamico afferma che “un sacerdote cristiano è stato uccisi oggi dal fuoco di combattenti dello Stato islamico nel villaggio di Zar, nel distretto di Busayra, a est di Dayr az Zor”.Secondo alcune fonti, il prete e suo padre accompagnato da un diacono, si stavano recando a verificare i lavori di restauro della chiesa cattolica armena nella zona quando sono finiti in un agguato sulla strada che unisce Hasakeh a Dar ar-Zor. Gli uomini armati hanno aperto il fuoco, uccidendo sul colpo il più anziano, mentre l’altro è deceduto poco dopo per le ferite riportate; anche il diacono è rimasto ferito. Le vittime sono don Hovsep Petoyan e suo padre A. Petoyan.
Tra gli obiettivi dell’Isis anche una chiesa cattolica caldea. Secondo le prime informazioni, l’attentato dinamitario avvenuto oggi a Qamishli, sarebbe stato triplice: la prime due autobombe hanno colpito la zona di via al-Wahda, poco lontano dalla chiesa, la terza esplosione vicino all’hotel al-Amin in centro a Qamishli.
Secondo quanto riferiscono l’agenzia di stampa Sana e l’Osservatorio siriano per i diritti umani, sono almeno sei le persone che hanno perso la vita e altre 22 quelle rimaste ferite. La Sana parla di “atto di terrorismo”, che al momento non è stato rivendicato ma il triplice attentato arriva in un momento particolarmente difficile per la provincia di Hasakah, dove la Turchia ha lanciato un’offensiva su larga scala per eliminare la presenza dei militanti delle Unità di protezione del popolo curdo (Ypg).