Serj Tankian e HR 296: “Onore per i nostri nonni” (Periodicodaily 02.11.19)
Il genocidio armeno è stato riconosciuto dagli Stati Uniti, o almeno dalla Camera dei Rappresentanti, ora tocca al Senato continuare l’opera.
In questa occasione Serj Tankian, leader della band System of a Down, ha scritto due lunghi post sulla questione.
Tankian, come gli altri componenti della band, sono tutti di origine armena, fuggiti con la propria famiglia negli Stati Uniti. Un solo componente della band, il più giovane, è nato in California, ma tutti gli altri sono nativi dell’Armenia, hanno frequentato la scuola armena dove si sono conosciuti ed hanno messo su la band che oggi conosciamo.
Dal post di Serj Tankian si legge: “La Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti ha fatto un grande passo verso la giustizia oggi onorando adeguatamente la storia con un riconoscimento formale del genocidio armeno. Molti leader e singoli individui del Congresso hanno lavorato incessantemente per decenni per vederlo accadere. Ciò non risolverà la nostra monumentale perdita generazionale della nostra patria e delle nostre vite ancestrali, ma sarà un onore per i nostri nonni e per ciò che hanno vissuto. Il Senato dovrebbe essere il prossimo, si spera, con numeri a prova di veto. Grazie a tutti coloro che hanno contribuito a far sì che ciò accadesse. Much Love Serj #armeniangenocide“
In un altro post ancora vediamo Serj mandare un messaggio a Ilhan Omar, rappresentante del quinto distretto del Minnesota: “Cara @repilhan, ci stiamo tutti grattando la testa chiedendoci come qualcuno così eloquente contro l’ingiustizia negli Stati Uniti possa essere così ingenuo nella sua posizione nei confronti dei despoti a livello internazionale come nella tua relazione con la Turchia di Erdogan. Il tuo voto “attuale” oggi su HR 296 è stato uno strano fenomeno. Capisco che Erdogan abbia inviato denaro per aiutare il governo della Somalia e tu lo apprezzi, ma ciò non significa che devi ignorare l’orrendo record sui suoi diritti umani e sulla sua Turchia, né la storia reale in riferimento al genocidio della mia gente, gli armeni. Ti ho sempre pensato come una forza intelligente e progressista al Congresso in linea con la maggior parte delle mie convinzioni, quindi sono sinceramente deluso dal tuo sostegno a Erdogan e dalla sua regola gag sul riconoscimento del genocidio negli Stati Uniti. Uno dei tuoi argomenti è che il riconoscimento del genocidio viene usato come misura punitiva contro l’incursione della Turchia in Siria. Hai ragione, lo è. Ma renditi conto che la Turchia e Erdogan hanno utilizzato specificamente il genocidio armeno come capitale geopolitico spendendo milioni di dollari ogni anno su K Street e campagne di disinformazione per riscrivere la storia. Ogni ordine di acquisto per elicotteri Apache dagli Stati Uniti o aerei da combattimento era capitale politico ed economico e opportunità contro un voto di giustizia sul riconoscimento del genocidio. Sto scrivendo questo nella speranza che capirai la gravità della tua decisione oggi e cambierai idea di conseguenza.
Con rispetto
Serj Tankian“
Genocidio Armeno: La storia di un massacro
Per l’Armenia questo non fu il primo massacro che subì, altre stragi accaddero intorno al 1890.
Il genocidio in questione della popolazione armena cristiana, avvenuto in Turchia tra il 1915 e il 1916, viene ricordato dalla popolazione come il Medz yeghern, “il grande crimine”.
Le prime uccisioni toccarono all’élite armena fra la notte del 23 e il 24 aprile 1915. L’operazione non si fermò li, ma continuò nei giorni successivi; in un mese più di mille intellettuali armeni, tra cui giornalisti, scrittori, poeti e parlamentari furono deportati verso l’interno dell’Anatolia.
Per quanto riguarda lo sterminio e la deportazione di massa, della popolazione cristiana dell’Armenia occidentale, erano stati decisi dall’impero Ottomano a causa delle sconfitte subite all’inizio della prima guerra mondiale per opera dell’esercito russo, in cui militavano anche battaglioni di volontari armeni. In sostanza il popolo turco si vendicò facendo una strage.
Dall’inizio del 1915 gli armeni maschi in età da servizio militare venivano raggruppati in “battaglioni di lavoro” dall’esercito turco e poi uccisi, mentre il resto della popolazione era stato deportato verso la regione di Deir ez Zor in Siria . Una marcia della morte che coinvolse più di un milione di persone. Centinaia di migliaia morirono per fame, malattia, sfinimento o furono massacrati lungo la strada.
La Turchia non ha mai accettato la definizione di genocidio, sostenendo che le uccisioni compiute dall’impero Ottomano erano una risposta all’insurrezione degli armeni e alla necessità di difendere le sue frontiere.
Il numero delle vittime è piuttosto controverso. Fonti turche fermano il numero dei morti a duecentomila, mentre quelle armene arrivano a 2,5 milioni. Gli storici hanno stimato che il numero delle vittime vari tra i 500mila e due milioni di morti, anche se il bilancio di 1,2 milioni è il più accreditato.
I paesi che attualmente riconoscono ufficialmente il genocidio armeno sono 22, tra cui l’Italia, mentre in altri è riconosciuto solo da singoli enti o amministrazioni. Altri paesi continuano nel non riconoscere il massacro come un genocidio, probabilmente anche per non incorrere in attriti con la Turchia e, di conseguenza, paura di ripercussioni