San Biagio, vescovo e martire (blog.graphe.it 03.02.16)
3 febbraio: santo del giorno è san Biagio, venerato come vescovo e martire.
Le notizie storiche su san Biagio sono poche: secondo una tradizione fu vescovo di Sebaste in Armenia e morì martire sotto Licinio (320-324). Anche il Martirologio Romano è avido di informazioni: «San Biagio, vescovo e martire, che in quanto cristiano subì a Sivas nell’antica Armenia il martirio sotto l’imperatore Licinio». A dispetto di questa scarsità di informazioni, san Biagio ha goduto di molta venerazione nelle Chiese d’Oriente e d’Occidente, anche per i miracoli a lui attribuiti.
La tradizione vuole che fosse un medico e poi vescovo della sua città. Durante le persecuzioni non rinnegò la propria fede in Cristo e per questo venne condannato a morte. Come ogni passione dei martiri, anche quella di san Biagio è ricca di dettagli nati dalla pietà popolare: mentre andava al martirio salvò un bambino da morte certa, visto che aveva ingoiato una lisca di pesce; venne prima scarificato con un pettine di ferro ma, visto che non moriva, venne gettato in un lago che ghiacciò e ne impedì l’annegamento. Alla fine gli venne tagliata la testa.
I dettagli della sua vita ritornano nella devozione popolare: san Biagio è patrono della gola ed evita problemi con le lische di pesce; è patrono dei cardatori per via del pettine di ferro con cui fu martirizzato; la vicinanza con la Candelora fa sì che in molte parti si usino le candele per benedire la gola con una formula che, pur variando da zona a zona, è fondamentalmente la seguente: “Per intercessione di san Biagio il Signore ti liberi dal mal di gola e da ogni altro male”. In diverse parti d’Italia, poi, in occasione della festa di san Biagio si usa benedire del pane che si mangia con devozione. A Milano è tradizione mangiare un ultimo pezzo di panettone avanzato dal Natale.