Rosa Linn, dall’Eurovision al successo mondiale (rockol.it 06.11.22)
La sera della finale dell’Eurovision Song Contest 2022, lo scorso maggio, Rosa Linn e la delegazione armena della kermesse avevano lasciato il PalaAlpitour di Torino con l’amaro in bocca. Non che “Snap”, tra folk nordico e indie, avesse chissà quali chance di competere con i favoritissimi musicisti ucraini della Kalush Orchestra e della loro “Stefania”, con il carisma del britannico Sam Ryder e della sua “Space man” o con l’esplosività della spagnola Chanel e della sua “SloMo”, finiti rispettivamente primi, secondo e terza in classifica.
Ma dall’esito finale della somma tra i voti delle giurie nazionali e del televoto si aspettavano forse qualcosina in più che un deludentissimo sestultimo posto in classifica. Mai avrebbero immaginato che in una manciata di settimane “Snap” si sarebbe rivelata .la vera hit dell’edizione 2022 della manifestazione continentale.
A più di cinque mesi dall’Eurovision, “Snap” di Rosa Linn è tra le 50 canzoni più ascoltate a livello globale su Spotify ogni giorno. Il singolo, che si è aggiudicato un Disco d’oro in Italia, uno in Portogallo, uno in Spagna, uno in Svizzera e uno in Svezia, oltre che un Disco d’argento nel Regno Unito per l’equivalente di oltre 200 mila copie vendute, conta la bellezza di 279,4 milioni di ascolti nel mondo dal giorno della sua uscita, il 19 marzo scorso, due mesi prima della partecipazione della cantautrice armena, classe 2000, alla kermesse.
Come è possibile? “Controllavo gli streams delle mie canzoni su Spotify ogni giorno, come fanno tutti gli artisti. Ad un certo punto .ho cominciato a notare che arrivavano delle notifiche su TikTok, dove le persone avevano cominciato a usare la mia canzone nelle loro clip. Il numero di streams ha cominciato così a crescere giorno dopo giorno. Attualmente fa una media di 2 milioni di ascolti al giorno. La cosa più pazza è stata vedere ‘Snap’ comparire tra le prime 40 posizioni della classifica americana di Billboard”, ha raccontato Rosa Linn, vero nome Rosa Konstandyan, in un’intervista concessa al portale dell’Eurovision.
Nessuna delle canzoni in gara all’Eurovision quest’anno si avvicina a “Snap”, su Spotify, in termini di streams globali. “Stefania” dei Kalush Orchestra, vincitori della manifestazione, ha appena 39,6 milioni di ascolti. “Space man” del secondo classificato Sam Ryder conta 40 milioni di streams. “SloMo” di Chanel, medaglia di bronzo, ha da poco superato i 50 milioni. “Brividi” dei “nostri” Mahmood e Blanco, che nella classifica finale dell’Eurovision non sono riusciti a spingersi oltre il sesto posto, ha 115 milioni di streams: “L’Eurovision è uno dei ricordi più teneri che ho. Ho amato quella esperienza, ogni secondo lì è stato incredibile. È stata come una favola: da musicista donna cresciuta in Armenia, tra mille difficoltà, mi sono ritrovata catapultata lì. Quando è così ti senti una rockstar: tutti ti amano, tutti cantano la tua canzone”. Oggi su Spotify Rosa Linn vanta 25,4 milioni di ascoltatori mensili: tanti quanti quelli dei Maneskin, che trionfarono sul palco della manifestazione continentale l’anno scorso con la loro “Zitti e buoni”. “È una delle migliori piattaforme per nuovi artisti come me”, aggiunge la cantautrice.
Cresciuta a Vanadzor, una piccola città “con visioni rigorosamente conservatrici”, come spiega lei, Rosa Linn suona il piano da quando aveva sei anni. A 13 anni partecipò allo Junior Eurovision Song Contest con “Gitem”: “A otto anni avevo una chitarra di plastica. Facevo finta di suonarla. Guardavo la parete della mia cameretta e fingevo di avere davanti il pubblico. Ho sempre fatto tutto da sola, organizzavo i concerti senza il supporto di sponsor. Avevo paura, ma non ho rinunciato al mio sogno ‘Snap’ è un invito ad andare avanti, senza fossilizzarci su chi ci ha fatto soffrire, lasciandoci il dolore alle spalle.
Tra le righe della canzone emerge tutto l’amore per la vita, l’euforia la gioia che ci danno le nostre passioni”. Quella cameretta l’ha ricreata sul palco del PalaAlpitour di Torino, durante la sua performance all’Eurovision: “Nelle interviste dicevo che il mio sogno era quello di essere ricordata con questa canzone, nella speranza che potesse avere una vita anche fuori dall’Eurovision: raccontare una storia a tante persone e farlo anche oltre quel contesto”. È quello che è successo.