Roma – Ambasciatrice Hambardzumyan: “L’Armenia ricorderà a lungo il 2020” (Assadakah 20.03.21)
L’ambasciatrice della Repubblica di Armenia, S.E. Tsovinar Hambardzumyan, ha commentato, in una dichiarazione ufficiale, il punto di vista del proprio Paese, non ancora uscito dalle conseguenze lasciate dal recente conflitto in cui è stato coinvolto, in seguito all’aggressione azera alla piccola repubblica del Nagorno-Karabakh, o Artsakh: “L’Armenia sta attraversando un momento davvero difficile, e non scorderà facilmente l’anno appena passato, sia per la pandemia che per le conseguenze nel sistema sociopolitico interno. Il bilancio di quella che i media hanno definito la Guerra del Nagorno-Karabakh è drammatico, per la sconfitta subita e per l’alto numero di vittime civili e militari. Per quanto riguarda i rapporti bilaterali con l’Italia, sono ottimi sia sul piano storico che culturale, ma recentemente, a causa della crescita esponenziale che l’Azerbaijan ha avuto nel settore dell’oil & gas, qualcosa è cambiato. Gli interessi italiani nel settore energetico azero sono evidenti, ma non ostacolano in alcun modo le relazioni italo-armene.
Il presidente della Repubblica di Armenia, Armen Sarkissyan
È difficile che si possa trovare un qualunque altro Paese dove sono stati siglati così tanti documenti in supporto all’indipendenza della Repubblica di Artsakh. Penso che ci siano più di quaranta municipalità e due importanti regioni, Lombardia e Piemonte, che hanno approvato mozioni per il riconoscimento di Artsakh. Siamo veramente grati e non lo dimenticheremo. L’Armenia ha altresì apprezzato la posizione bilanciata del governo italiano, a conoscenza delle criticità nella regione, e speriamo che il Paese mantenga la sua posizione equilibrata nelle dichiarazioni e azioni riguardanti il conflitto del Nagorno-Karabakh. Siamo determinati a elevare le nostre relazioni economiche al livello del nostro dialogo politico. Gli investimenti italiani in Armenia crescono di anno in anno. Attualmente in Armenia ci sono più di 170 compagnie con la partecipazione di capitali italiani. Sta crescendo anche l’interesse degli imprenditori italiani in Armenia, gli investimenti effettuati nell’ultimo periodo fanno riferimento ai settori tessile, ceramico ed energetico. Negli ultimi tre anni, il nostro fatturato commerciale è costantemente aumentato. Purtroppo, a causa della pandemia da coronavirus, lo scorso anno abbiamo registrato una piccolissima diminuzione del fatturato commerciale di circa il 12%. L’adesione dell’Armenia all’Unione Economica Eurasiatica, così come il Comprehensive and Enhanced Partnership Agreement firmato con l’Unione Europea ed entrato in vigore il 1 marzo, offrono nuove opportunità per l’espansione della cooperazione tra Armenia e Italia nella sfera economica. Investendo in Armenia gli imprenditori italiani potranno accedere, senza dazi doganali, a un mercato dell’Unione Economica Eurasiatica forte di 180 milioni di consumatori. Le nostre interazioni culturali hanno radici storiche profonde: il primo libro stampato in lingua armena fu pubblicato a Venezia nel 1512. Per i cristiani armeni è di immenso valore che le reliquie di San Gregorio l’Illuminatore, il primo Patriarca, il Catolicos della Chiesa Apostolica Armena, sono conservati nelle chiese di San Gregorio Armeno a Napoli e Nardò. Uno dei centri più importanti della rinascita della cultura armena in epoca moderna è l’isola di San Lazzaro a Venezia, dove esiste da quasi tre secoli la Congregazione dei Padri Mechitaristi. È un importante centro di armenologia, che ha dato il suo inestimabile contributo all’arricchimento del patrimonio scientifico e culturale armeno e mondiale. A tal proposit, l’Italia ospita il maggior numero di centri di armenologia al mondo. Il centro di armenologia più sviluppato in Europa è stata la Congregazione Mechitarista Armena sull’isola di San Lazzaro, ma anche presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, nelle Università di Firenze, Milano, Bologna, Pisa e il Pontificio Istituto Orientale di Roma. I legami fra i nostri popoli sono così forti e profondi che dopo l’indipendenza dell’Armenia dall’URSS non ci sono voluti particolari sforzi per stabilire eccellenti relazioni interstatali con l’Italia”.
Il premier armeno Nikol Pashinyan
Per quanto riguarda le relazioni con l’Unione Europea, l’ambasciatrice Hambardzumyan ha dichiarato: “Unione Europea e Armenia hanno costantemente ribadito l’impegno a rafforzare e approfondire la loro cooperazione in tutte le aree possibili. L’Unione Europea è sempre stata il nostro principale partner nel campo delle riforme e della modernizzazione. Come ho già accennato, il 1 marzo è entrato in vigore l’Armenia-European Union Comprehensive and Enhanced Partnership Agreement (CEPA). Questo accordo porta le relazioni bilaterali tra l’Armenia e l’Unione Europea a un nuovo livello di partenariato e regola il dialogo nella sfera politica ed economica, nonché la cooperazione settoriale. Il CEPA è un documento inclusivo, che crea una solida base giuridica per il partenariato Armenia-UE, delineando la cooperazione in vari ambiti, che vanno dalla giustizia, la sicurezza, l’economia, l’agricoltura e le infrastrutture all’ambiente, il clima, l’istruzione, la scienza, la cultura, la salute, eccetera. L’efficace attuazione dell’accordo porterà risultati tangibili ai nostri cittadini promuovendo la democrazia, la stabilità politica, economica e sociale attraverso ampie riforme, migliorando così la qualità di vita dei nostri cittadini. Tutti hanno bisogno di petrolio e gas, calore ed elettricità, senza dubbio. Tuttavia, quando si tratta di diritti umani e questioni umanitarie, l’Unione Europea è schietta. Consentitemi di menzionare che ci sono stati annunci in difesa del rilascio immediato e incondizionato dei prigionieri di guerra, degli ostaggi e di altre persone detenute con la forza a tutti i livelli possibili, da parte del Parlamento europeo, del Servizio europeo per l’Azione Esterna e dell’Istituto del Mediatore Europeo”.
In merito alla situazione nel teatro geopolitico del Caucaso, l’ambasciatrice così si è espressa: “L’Armenia è sempre sinonimo di stabilità, pace e cooperazione nella regione, tuttavia, per il suo funzionamento efficace, prima di tutto, è necessario creare un clima di fiducia, che chiaramente manca tra i paesi della regione. Sfortunatamente, la Turchia e l’Azerbaigian non fanno distinzione fra i mezzi per portare avanti la loro politica aggressiva e stanno costantemente intraprendendo misure per trasformare la nostra regione in un focolaio di terrorismo. Il livello di armenofobia sta stabilendo nuovi “record”. Decine di prigionieri di guerra armeni sono ancora in Azerbaigian. L’Azerbaijan ha occupato i territori dell’Artsakh vero e proprio e la distruzione del patrimonio storico-culturale armeno continua. L’articolo 9 della dichiarazione trilaterale sul cessate il fuoco del 9 novembre recita che “tutti i collegamenti economici e di trasporto nella regione saranno sbloccati”, il che è di per sé un passo positivo verso la creazione della stabilità regionale, così come le prospettive di cooperazione. Lo sblocco delle comunicazioni andrà non solo a vantaggio dell’area armeno-azera, ma anche di una regione molto più ampia. Tuttavia senza fiducia e un’atmosfera adeguata tale provvedimento è destinato al fallimento. Come immagina la circolazione sicura delle persone e lo scambio di merci quando ci sono ancora diverse dozzine di prigionieri di guerra detenuti nelle carceri azere, sottoposti a trattamenti disumani, torture e sofferenze con accuse assolutamente fasulle? Diversamente è naturale che lo sblocco delle comunicazioni economiche e del trasporto possa creare nuove opportunità per lo sviluppo economico e l’integrità dell’intera regione. Inoltre, in tal caso, potrebbe esserci l’opportunità di stabilire collegamenti di trasporto tra il Golfo Persico e il Mar Nero. Naturalmente, la creazione di questa rete servirà gli interessi di tutti gli stati coinvolti. L’Armenia ha dovuto affrontare gravi problemi socioeconomici a causa del Covid-19 e dell’aggressione dell’Azerbaigian contro l’Artsakh, che non potevano essere affrontati efficacemente con i mezzi tradizionali. Partendo da questo presupposto, il governo ha abbracciato l’idea di sviluppare il Government’s Economic Response Program e di renderlo effettivo. Il programma mira a raggiungere almeno due obiettivi prioritari specificati nel piano d’azione pubblicato il 18 novembre 2020: superare gli shock causati dalla pandemia globale e dalla guerra, e poi ripristinare e riportare l’economia sui binari dello sviluppo sostenibile. Con questo programma anti-crisi, il governo sta cercando di stabilizzare la situazione economica nel nostro Paese con un complesso di misure mirate, per ravvivare le aspettative dei cittadini e preparare solide basi per uno sviluppo continuo”.