Resoconto e immagini | Sulle tracce degli armeni a Salerno e in Italia (Arcidiocesi di Salerno (05.06.24)
Di seguito il resoconto e le immagini dell’evento del 25 maggio scorso, quando si è tenuta la presentazione de “L’antica iscrizione del Duomo di Salerno: sulle tracce degli armeni a Salerno e in Italia”, iniziativa volta a valorizzare l’incisione in lingua armena che si trova sullo stipite sinistro della porta centrale della Cattedrale di Salerno, organizzata dall’Ufficio Cultura e Arte dell’Arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno, in collaborazione con la Fondazione Alfano I.
SEGNI DI UN CAMMINO: L’ANTICA ISCRIZIONE DEL DUOMO DI SALERNO
L’iniziativa dell’Ufficio Cultura e Arte verso il Giubileo
Dar voce al patrimonio storico e culturale cristiano del nostro territorio è tra gli obiettivi principali del servizio pastorale offerto dall’Ufficio Cultura e Arte. L’iniziativa realizzata il 25 maggio scorso – giorno importante per la chiesa salernitana, che celebra il “suo” san Gregorio VII – è stata concepita per restituire ufficialmente alla comunità ecclesiale e cittadina un elemento a dir poco significativo del suo legame storico e spirituale con la figura apostolica di san Matteo. Inoltre, sul piano del turismo, risulta estremamente interessante focalizzare l’attenzione del visitatore su un particolare tanto evidente quanto, finora, per nulla considerato. Stiamo parlando dell’iscrizione posta sullo stipite sinistro della cornice lapidea del portale mediano della nostra cattedrale, recante un messaggio profondamente personale e diretto, scritto in lingua armena. Impressa nel marmo dall’epoca medioevale, l’incisione è stata oggetto, nel tempo, di approfondimenti da parte di diversi studiosi, tra cui ricordiamo il noto archeologo gesuita Raffaele Garrucci (1812-1885).
L’Ufficio Cultura e Arte ha affidato una nuova analisi del testo al professor Matteo Crimella, docente di Sacra Scrittura alla Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale (Milano) e studioso di lingua armena, già ospite delle Giornate Matteanedi Salerno, occasione in cui il biblista ha potuto notare l’iscrizione e osservarla da vicino. La traduzione, al termine del suo studio, risulta essere precisamente la seguente: «Santo Apostolo, abbi pietà dell’anima di Daniele e di me pellegrino. Amen». Dunque, evidentemente, il soggetto autore del messaggio è un pellegrino che si trovava a Salerno per venerare le reliquie dell’apostolo Matteo.
Un evento in due momenti: inaugurazione e conferenza
L’evento del 25 maggio si è sviluppato in due momenti, nell’arco della mattinata. Il primo si è svolto dinnanzi all’iscrizione, spiegando e raccontando il contenuto al pubblico presente. È stato presentato il pamphlet bilingue curato dall’Ufficio Cultura e Arte, pubblicato dall’Arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno con il patrocinio morale della Fondazione Alfano I. Il titolo è “Segni di un cammino. L’antica iscrizione sul portale del Duomo di Salerno” (ora disponibile presso la biglietteria del Duomo). Il nostro arcivescovo, Mons. Andrea Bellandi, contestualmente, ha scoperto e inaugurato il piedistallo descrittivo realizzato dall’Ufficio Cultura e Arte, dotato di doppio QRCODE, in italiano ed inglese, che rimanda al testo dell’opuscolo.
Il secondo momento ha avuto luogo in cattedrale, dove l’ospite d’eccezione, Mons. Levon Zekiyan, Arcieparca di Costantinopoli degli Armeni, ha tenuto la conferenza dal titolo “Sulle tracce degli armeni a Salerno e in Italia”. Già docente di Lingua e Letteratura armena all’Università Ca’ Foscari di Venezia (insegnamento da lui fondato nel 1976), docente di Teologia e Spiritualità della Chiesa armena al Pontificio Istituto Orientale di Roma e Consultore della commissione speciale di studi sull’Oriente Cristiano presso la Congregazione per le Chiese orientali, Mons. Zekiyan è autore di numerosi, importanti saggi storici sul popolo armeno, tra cui si rammentano Gli Armeni in Italia (1990) e I processi formativi della coscienza d’identità dell’Armenia Cristiana e l’emergere di una chiesa etnica (2004). La sua presenza all’evento culturale di Salerno e l’elogio espresso personalmente agli autori dell’opuscolo pubblicato giungono come una soddisfacente conferma della validità del lavoro portato a termine e della serietà nell’offerta culturale diocesana.
Giubileo è cultura
L’iniziativa ha voluto mettere in luce l’aspetto del pellegrinaggio di fede, insito in quel messaggio impresso sul marmo da un cristiano del medioevo in cerca di salvezza e pace. Passato e presente si ritrovano, così, uniti nella dimensione di “popolo in cammino”, caratteristica di tutta la storia della fede, a partire dall’esperienza biblica.
Il Giubileo del 2025, con il suo motto Peregrinantes in Spem, ci invita a intraprendere il grande pellegrinaggio ecclesiale nel segno della grazia divina e della “speranza che non delude”, poiché risiede in Cristo Risorto, nostro Salvatore. La speranza possiede caratteristiche universali: Tutti sperano, nessuno escluso, come è stato spesso ribadito nell’ambito dell’imminente evento giubilare.
L’iniziativa del 25 maggio, attraverso la valorizzazione dell’iscrizione armena, ha dato risalto proprio all’aspetto del cammino nella speranza, rispondendo alle attese del Giubileo in merito al coinvolgimento attivo delle chiese particolari nelle attività pastorali culturali[1]. Inoltre, la pubblicazione dell’opuscolo bilingue e la collocazione del piedistallo descrittivo donano un grande supporto al turismo culturale e religioso, favorendo l’impegno per la realizzazione di una cultura dell’incontro, che mostri l’importanza di sentirsi una sola grande famiglia di nazioni, unita dal desiderio di conoscenza reciproca e di bene comune. Come espresso dal Dicastero per l’Evangelizzazione sul tema “Turismo e pace”: «lo scambio culturale tra i popoli, che trova nel turismo una sua forma privilegiata, si può trasformare anche in un concreto impegno per la pace»[2].
Lorella Parente
Direttrice Ufficio Cultura e Arte