Quegli accordi dell’Italia con chi fa pulizia etnica degli armeni (Il Sussidiario 15.01.23)
I casi sono due: o i nostri media sono così ignoranti da non saper valutare il peso delle notizie, oppure sono complici e la censura è stata voluta. Non ci sono altre spiegazioni a giustificare il silenzio che ha accompagnato la visita dell’Italia in Azerbaijan, dove – leggiamo nel comunicato ufficiale del ministero – il ministro ha incontrato tra gli altri l’omologo azero gen. Zakir Hasanov, con il quale ha firmato “un protocollo d’intenti sulla cooperazione nel campo della formazione e dell’istruzione delle Forze Armate”. Con il presidente azero Aliyev inoltre si è parlato delle “prospettive di espansione della cooperazione nei settori dell’energia, delle costruzioni, del turismo, dell’agricoltura, dell’industria della difesa e altro”.
Ora, è vero – come ricorda Il Riformista – che “i rapporti privilegiati tra Italia e Azerbaijan vanno avanti da tempo. La famiglia del presidente Aliyev ha anche una sua Fondazione filantropica che ha staccato sostanziosi assegni per restauri sia a Roma che in Vaticano”, ma è mai possibile che a nessuno del governo italiano sia venuto in mente di rinviare questa visita o quanto meno usarla per fare pressioni sul governo azero al fine di far cessare l’operazione di pulizia etnica in corso nel Nagorno-Karabakh da oltre un mese, con l’impossibilità di 120mila persone di ricevere aiuti alimentari, ricongiungersi coi familiari, ripristinare l’erogazione di energia elettrica, riaprire le scuole?
Abbiamo capito che i governi europei fanno affari con chiunque a prescindere dal rispetto dei diritti umani e dal grado di democrazia che possa vantare l’interlocutore, ma un minimo di pudore e un minimo di decenza andrebbero salvaguardate.
Speriamo che il nostro governo possa rimediare a questa figuraccia. Di certo non lo aiuta il comportamento dei media. Per entrambi ci vorrebbe un cambio di passo, per riacquistare credibilità, ma a occhio c’è poco da essere ottimisti.