Quanto commuove la deportazione armena (Il Gionale 21.01.18)
Milwaukee, Wisconsin 1921. Aram Tomasian è fuggito al genocidio armeno in cui sono stati assassinati tutti i membri della sua famiglia. Rimasto orfano vuole continuare la sua discendenza in America. Sposa per procura una giovane armena che ha soltanto quattordici anni, che si chiama Seta. La storia di Aran e Seta è narrata come un ricordo dal loro figlio adottivo che, ormai settantenne, racconta la sua vicenda e quella dei genitori, inevitabilmen te legata alla tragica storia di quel genocidio. Aran si aggrappa al passato, e da fotografo affermato, conserva in una specie di santuario la foto della famiglia massacrata ma priva delle teste generando con la moglie uno scontro inevitabile. Mentre Seta persevera nella direzio- ne che volge verso il domani. È la grande forza di volontà che li porta infine a superare queste esperienze dolorose e a scoprire quel sentimento d’amore che all’inizio sembrava impossibile e che, invece, malgrado le difficoltà vince su tutto. Perché rispetto e amore sono indissolubilmente legati fra loro. Il titolo della pièce di Holger Schober, Una bestia sulla luna prende spunto da un anedotto che racconta dell’idiozia di alcuni turchi che ritenevano di poter uccidere quella parte di luna oscurata da un’eclisse. La regia di Andrea Chiodi è sobria ed essenziale. Un capolavoro di sensibilità e pudore, in- terpretato con grazia e humor da due attori strepitosi come Elisabetta Pozzi e Fulvio Pepe, coadiuvati con acuta sensibilità dal narratore di Alberto Mancioppi.
UNA BESTIA SULLA LUNA – Parma, Fondazione teatro Due