Qamishli, le autorità curde chiudono quattro scuole cristiane (Asianews 30.08.18)
Le critiche delle associazioni cristiane e del governo armeno. Ieri, fedeli e sacerdoti sono scesi in strada per protestare. I siriaci accusano i curdi di violare i diritti umani nel silenzio della comunità internazionale.
La decisione, messa in atto due giorni fa e annunciata il mese scorso, ha suscitato le critiche delle organizzazioni armene e aramee (siriache), e del governo armeno. Ieri, a Qamishli i sacerdoti hanno guidato i fedeli aramei in una protesta, scendendo in strada e fermandosi di fronte alla scuola chiusa e occupata dai soldati della milizia Ypg e dell’organizzazione filo-curda Sutoro Mfs (Consiglio militare siriaco). Secondo fonti locali, i soldati avrebbero sparato in aria per cacciare i manifestanti.
Dura la condanna del Wca. Sarah Bakir, direttrice del gruppo per gli affari alle Nazioni Unite, afferma che il governo del Ypg “autoproclamato e non riconosciuto” non ha l’autorità per attuare una simile decisione. Bakir accusa i gruppi curdi di macchiarsi di abusi sui diritti umani, protetti dal silenzio della comunità internazionale.
Melki Toprak, presidente della Federazione degli Aramei in Svizzera, sostiene che le autorità curde conducono una campagna discriminatoria contro le minoranze cristiane. “Un’altra immagine vergognosa – afferma Toprak – ritrae dei giovani che calpestano il cartello d’entrata della scuola aramea: è un segno di ripudio della nostra cultura e volontà di pulizia etnica”.
La città di Qamishli (in aramaico “Zalin”) è stata fondata dagli aramei nel 1926. Al tempo, i siriaci erano circa 40mila, cifra ora dimezzata. Le città di Darbasiya e Derik (“monastero” in aramaico), insieme a migliaia di altri villaggi, sono state stabilite nello stesso periodo da aramei e armeni provenienti dalla Turchia.