Primo anniversario dell’attacco militare dell’Azerbajgian che ha provocato lo sfollamento forzato dell’intera popolazione dell’Artsakh (Korazym 19.09.24)
Un anno fa, il 19 settembre, a seguito dell’attacco militare dell’Azerbaijan, l’intera popolazione autoctona dell’Artsakh/Nagorno-Karabakh, più di 115.000 Armeni, ha dovuto abbandonare le proprie case nel giro di pochi giorni. Questo sfollamento forzato, che è stato l’ultima fase della politica di pulizia etnica dell’Azerbajgian, ha avuto luogo durante la sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, quando l’intera comunità internazionale si è riunita ancora una volta per discutere dell’imperativo della risoluzione pacifica dei conflitti, dell’istituzione della stabilità e dello sviluppo, condannando l’uso della forza, la violazione delle norme internazionali e dei diritti umani in diverse parti del mondo.
L’ha ricordato oggi il Ministero degli Esteri dell’Armenia in una dichiarazione, osservando che durante l’anno passato, il governo armeno ha adottato le misure necessarie, anche con l’aiuto di partner internazionali, per rispondere alle esigenze primarie e a medio termine degli Armeni dell’Artsakh/Nagorno-Karabakh sfollati con forza, nonché per sviluppare i programmi necessari a lungo termine.
Le discussioni ad alto livello dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite riprenderanno la prossima settimana a New York: gli eventi dell’anno scorso dimostrano l’importanza di sforzi urgenti per garantire la stabilità internazionale, la realizzazione di idee e misure che consentirebbero l’instaurazione della pace.
La posizione della Repubblica di Armenia per garantire la stabilità nel Caucaso meridionale è chiara, ricorda il Ministero degli Esteri dell’Armenia: immediata istituzione della pace e di relazioni basate sul rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale, sulla visione di garantire uno sviluppo sostenibile, un’interconnettività efficace e la prosperità nella regione.
Per realizzare tutto ciò, per non perdere l’opportunità disponibile in questo momento e per creare un ambiente favorevole a una vita più stabile e dignitosa per generazioni, il Ministero degli Esteri dell’Armenia aspetta una chiara dimostrazione di volontà politica e impegno per l’agenda di pace da parte di altri attori interessati allo stesso obiettivo.