PERSECUZIONIGerusalemme, profanata la chiesa della Condanna (renovatio21.com 07.02.23)
Cresce la serie di attacchi e atti di intimidazione perpetrati nelle ultime settimane contro chiese e obiettivi cristiani nella Città Vecchia di Gerusalemme.
Giovedì mattina, 2 febbraio 2023, un uomo – definito dai media israeliani un «turista americano» – ha fatto irruzione nella Cappella della Condanna all’interno del Santuario della Flagellazione sulla Via Dolorosa, nel cuore del Quartiere Cristiano della Città Vecchia, e ha vandalizzato la statua di Gesù ivi deposta, facendola cadere a terra e poi colpendola con un martello.
L’uomo è stato arrestato e consegnato alla polizia israeliana. Nei video della sua cattura si può sentire il vandalo gridare a gran voce che «non ci possono essere idoli a Gerusalemme, che è la città santa». I rapporti diffusi dalla polizia israeliana e trasmessi dai media locali collegano la profanazione ai presunti problemi di salute mentale del vandalo.
Allo stesso tempo, va ricordato che nelle ultime settimane i quartieri cristiani e armeni della Città Vecchia di Gerusalemme sono stati teatro di una serie di atti di intimidazione nei confronti di persone e luoghi di culto.
La Custodia francescana di Terra Santa, dopo l’attentato alla chiesa della Condanna, ha diffuso un comunicato, a firma del Custode Francesco Patton e del Segretario Padre Alberto Joan Pari, «per esprimere preoccupazione e deplorare questa crescente sequenza di gravi atti di odio e violenza contro la comunità cristiana in Israele».
La Custodia parla di «crimine d’odio» e aggiunge: «Non è un caso che la legittimazione della discriminazione e della violenza nell’opinione pubblica e nell’attuale scenario politico israeliano si traduca anche in atti di odio e violenza nei confronti della comunità cristiana».
Gli episodi di violenza e intimidazione contro obiettivi cristiani nella Città Vecchia di Gerusalemme hanno subito un’impennata sotto il nuovo governo israeliano, guidato da Benjamin Netanyahu e sostenuto anche da formazioni religiose ultranazionaliste.
Gran parte della recente ondata di violenza e intimidazione ha preso di mira luoghi e residenti nel quartiere armeno. L’11 gennaio sui muri degli edifici del quartiere sono apparse iscrizioni intimidatorie, tra cui gli slogan «morte agli armeni» e «morte ai cristiani».
Il 26 gennaio, circa 40 coloni ebrei hanno fatto irruzione in un ristorante armeno vicino alla Porta Nuova, gridando slogan sacrileghi contro Gesù. Nei giorni successivi sacerdoti e laici cristiani sono stati aggrediti con sputi e spray al peperoncino per le strade del quartiere armeno.
Dopo l’attacco al ristorante armeno, i vescovi cattolici di Terra Santa hanno diffuso un comunicato deplorando “questa violenza non provocata” che “ha seminato la paura tra i commercianti e gli abitanti del quartiere cristiano, così come tra i turisti”, aggiungendo che questo incidente è stato “l’ultimo di una serie di episodi di violenza religiosa che colpisce i simboli della comunità cristiana”.
Venerdì 27 gennaio, l’arcivescovo Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, ha fatto visita ai proprietari del ristorante attaccato e dei negozi circostanti in segno di solidarietà.
La cappella oggi vandalizzata fa parte del Convento francescano della Flagellazione e rappresenta una delle stazioni della pratica della «via crucis» compiuta dai pellegrini che, durante la loro visita alla città santa, ripercorrono il cammino di Gesù al Calvario nel giorno della sua crocifissione.