Perincek mette alla prova la libertà di espressione in Svizzera (Swissinfo 04.01.17)
Giunto martedì a Zurigo, il nazionalista turco Dogu Perinçek ha chiesto alle autorità svizzere di annullare la decisione della Camera del popolo, che nel 2003 aveva riconosciuto il genocidio armeno. L’anno scorso il Tribunale federale era stato costretto a revocare una condanna per discriminazione razziale, imposta contro il presidente del Partito dei lavoratori turco.
Dogu Perinçek continua a provocare e a prendere posizione anche in Svizzera sul genocidio armeno. Già oltre una decina di anni fa, il nazionalista turco aveva negato questo evento storico, parlando tra l’altro di “menzogna internazionale”, nel corso di una serie di conferenze tenute a Losanna, Opfikon (canton Zurigo) e Köniz (canton Berna).
In seguito ad una denuncia dell’associazione Svizzera-Armenia, nel 2007 Perincek era stato condannato ad una pena pecuniaria sospesa e a una multa, per aver negato il genocidio armeno. L’ultra nazionalista aveva però fatto ricorso, portando la vertenza giudiziaria fino dinnanzi alla Corte europea dei diritti umani.
Nell’ottobre 2015 la Grande Camera della Corte europea era però arrivata alla conclusione che le affermazioni del politico turco “non erano assimilabili a un appello all’odio o all’intolleranza” e che la sua condanna era contraria alla libertà di espressione. Il Tribunale federale ha quindi deciso l’anno scorso l’annullamento della condanna per discriminazione razziale inflittagli dalla giustizia vodese.
Nuovo intervento
Approfittando di questa decisione, martedì Perincek si è espresso di nuovo sul genocidio armeno a Zurigo, incontrando la stampa nella sede del consolato turco, dove si è tenuta una riunione del Partito dei lavoratori della Turchia, di cui è presidente.
Il 74enne politico ha inoltre dato il suo sostegno ad un’iniziativa del consigliere nazionale ginevrino Yves Nidegger, rappresentante dell’Unione democratica di centro (UDC), che chiede di stralciare la menzione genocidio dall’articolo 216bis del Codice penale. Questo articolo prevede, tra l’altro, una pena detentiva o una pena pecuniaria per chiunque disconosce, minimizza grossolanamente o cerca di giustificare il genocidio o altri crimini contro l’umanità”.
L’iniziativa, che non è ancora stata esaminata dal parlamento, propone di introdurre in alternativa il principio che un genocidio “debba venir constatato da un tribunale competente”. Nessun tribunale ha mai considerato gli avvenimenti del 1915 in Armenia alla stregua di un genocidio, ha dichiarato Perinçek.