Perché sia l’America sia la Russia coccolano il dittatore Aliyev? (Tempi 04.03.24)
Che gioco stanno facendo le due grandi potenze che guardano il Caucaso? Perché sia l’America sia la Russia coccolano l’Azerbaigian?
1) Cop29, il grande concistoro mondiale sul clima, si terrà a Baku il prossimo novembre. Informa Lindsey Snell che il segretario di Stato americano Antony Blinken ha dichiarato, con enorme soddisfazione del dittatore azero Ilham Aliyev, che «gli Stati Uniti “supportano con forza” l’Azerbaigian che ospita la Cop29. Blinken ha sostenuto di continuare gli aiuti militari statunitensi intrapresi durante il suo brutale blocco del Nagorno-Karabakh (anche se l’Azerbaigian non sembra avere problemi a procurarsi da sé miliardi di dollari in armi da Israele)». Il monito dei mesi scorsi all’Azerbaigian dov’è finito?
2) Kamil Zeynalli, famoso fitness trainer azero, è stato arrestato il 21 febbraio a Mosca su mandato di cattura internazionale. È stato filmato mentre taglia la testa a un vecchietto armeno inerme. Ha organizzato bande di azeri che danno la caccia ad armeni in Russia. È bastata la protesta del governo di Baku, poche ore di mobilitazione dei media, e l’uomo è stato trasferito subito in patria dove è stato accolto come un eroe. Intanto l’Azerbaigian ha riscosso nuove forniture di gas dalla Russia. Cedutegli a basso prezzo e rivendute con enorme lucro all’Europa.
Se fossi un rapper a Sanremo
Che dire? Quel vecchietto conta meno di una bombola di gas? Per l’Italia e il nostro governo senz’altro, come per la Russia. In che cosa siamo diversi? E Biden, perché vellica il tiranno anticristiano? Ha scelto l’asse con la Turchia?
Oggi mi trovate un po’ arido. La disillusione in me, e in noi molokani, è in lotta perenne con la visione dei volti di giovani incantevoli e vecchie rugose che esprimono desiderio assoluto di pace inondando di bellezza il mondo, persino più forti e più durevoli (sto bestemmiando?) del genocidio, cioè dell’azzeramento totale della popolazione legata da comune identità, che è stato conseguito tramite deportazione con semina di svariati morti dall’Artsakh (il Nagorno-Karabakh del linguaggio ufficiale). Il male assoluto credo sia sconfitto dal crepuscolo della Pasqua che getta i raggi luminosi del Risorto sui vivi e sui morti armeni. L’Ultimo Giorno? Sì, ma i suoi baluginii di dolorosa gloria esistono già ora.
I turchi ottomani nel 1915 non erano riusciti a purificare questo territorio caucasico dal cristianesimo armeno, hanno dovuto accontentarsi di masticare con le loro mandibole di cannibali un milione e mezzo di miei fratelli dell’Anatolia, dal monte Ararat fin quasi ad Aleppo in Siria. Con l’Artsakh ci sono riusciti i turcomanni di Aliyev. E hanno potuto farlo, non mi stanco di ripeterlo, con il concorso occidentale. Non ho il diritto di interrompere il toc toc toc. E ancora toc. Questa goccia mi batte in testa, me la buca. Come vorrei che incidesse sul cranio dei governanti e dei popoli.
Ah, se fossi un rapper o un trapper buono per Sanremo scatenerei una mitragliatrice di parole in rime metropolitane, alzando un’onda di verità, restituendo voce ai tanti martiri e ai sopravvissuti, perché possano rientrare in possesso di quell’inizio di paradiso che un giorno abitarono. Sono 101 mila i profughi d’Artsakh ora sparsi nella Repubblica armena.
Le elezioni farsa
Interessano a qualcuno i risultati delle elezioni in Azerbaigian? A me. Non che credessi al miracolo di un ribaltamento che abbattesse il dittatore e la sua dinastia inossidabile. Speravo però che per una volta uscisse un numero che permettesse di giocarmelo al lotto. Niente da fare: 92 per cento. Aliyev ha battuto se stesso. Fantastico. È al quinto mandato.
C’erano sei candidati alle elezioni, in rappresentanza di 23 partiti. Tutti hanno dichiarato di desiderare la vittoria di Aliyev, il quale ha indetto elezioni anticipate per consacrare la nuova era. Quella inaugurata dalla conquista dell’Artsakh-Nagorno-Karabakh.
Oggi, e giustamente, tutti dicono parole tremende su Putin per l’assassinio in gulag dell’oppositore Navalny. Invece baci e abbracci per Aliyev che tiene in carcere non solo 55 prigionieri politici armeni, ma centinaia di azeri coraggiosi nemici del tiranno. Fino a quando?