Papa in Armenia: mons. Minassian, “la visita di Francesco è una benedizione per tutto il popolo” (SIR 11.04.16)
“La gente, i fedeli, la comunità. Tutti sono ansiosi e aspettano con gioia il momento di incontrare Sua Santità, malgrado e con tutta la tensione che si sta vivendo negli ultimi giorni ma con la speranza che questa difficoltà sia superata”. A descrivere l’atmosfera con la quale l’Armenia ha accolto la notizia del viaggio del Papa nel Paese caucasico è monsignor Raphael Minassian, ordinario per gli armeni cattolici dell’Europa orientale. L’annuncio ufficiale è stato dato sabato scorso dalla Santa Sede: Papa Francesco compirà due viaggi nella regione del Caucaso nei prossimi mesi. Sarà in Armenia dal 24 al 26 giugno e in Georgia e Azerbaigian dal 30 settembre al 2 ottobre.
Nei primi giorni di aprile, si sono riaccesi gli scontri che nella Repubblica del Nagorno-Karabakh, regione contesa tra l’Armenia e l’Azerbaigian. Il vescovo Minassian ha escluso una visita del Papa in quella regione. “Il Santo Padre – spiega – farà tutte le visite del protocollo e sarà sempre accompagnato da Sua Santità Karekin II, Supremo Patriarca e Catholicos di tutti gli Armeni”. A questo proposito, il vescovo fa sapere che durante il suo viaggio in Armenia, Papa Francesco sarà ospite e soggiornerà presso il Catholicos. “Ci saranno tutto il clero, i vescovi e il Patriarca armeno cattolico. Tutti verranno qui da tutto il mondo per accogliere il Santo Padre e poi ci saranno i nostri fedeli armeni cattolici che sono oltre 160mila”. “Punto culmine” del viaggio del Papa – dice sempre mons. Minassian – sarà la messa il 25 giugno a Gumri che è la seconda città dell’Armenia, scelta per la Messa con il Papa perché si trova nella regione dove vive la maggioranza della comunità cattolica.
“La visita di Papa Francesco – conclude il vescovo – è una benedizione. Un incoraggiamento per noi come Chiesa cattolica per continuare la nostra missione, e una grande possibilità per tutto il popolo armeno per esprimere la sua gratitudine per quello che ha fatto il Santo Padre per il popolo armeno, riconoscendo nell’aprile 2015 il genocidio armeno del XX secolo. Un diritto che è stato negato per cento anni e di cui il Santo Padre ha dato testimonianza. Siamo grati”.