Onuitalia.com – Genocidio armeni: Riccardi (Sant’Egidio), 24/4 giornata preghiera (02 apr 2015)
ROMA – Il fondatore della Comunita’ di Sant’Egidio Andrea Riccardi ha proposto di fare del 24 aprile una giornata della preghiera per ricordare il genocidio degli armeni.
“L’ora della morte suonò il 24 aprile 1915. Ogni anno, proprio il 24 aprile, gli armeni ricordano Metz Yeghern, il Grande Male, la strage”, scrive Riccardi in un editoriale sulla rivista “Famiglia Cristiana” in cui ricorda che quest’anno ricorrono i cento anni “dal primo eccidio di cristiani del XX secolo. La memoria della prima strage svanì e i cristiani orientali restarono soli. Ancora oggi, in Medio Oriente, i loro discendenti sono duramente perseguitati”.
Proprio per il centenario di quella strage – aggiunge il fondatore di Sant’Egidio – sarebbe davvero significativo se le nostre comunità cristiane in Italia, o altrove, ricordassero il primo olocausto cristiano, innanzi tutto nella preghiera, magari
proprio il 24 aprile”.
La proposta di Riccardi segue una riflessione sui recenti fatti di persecuzione e violenza contro i cristiani in Pakistan: “e’ un fatto che ci richiama alla realtà: i cristiani oggi sono perseguitati. Non per le loro posizioni politiche, né per il
loro peso sociale, ma perché cristiani”.
Sulla strage degli armeni, Riccardi, cattolico e storico, ha scritto un libro pubblicato in questi giorni da Laterza: “La strage dei cristiani. Mardin, gli armeni e la fine di un mondo” in cui il fondatore di Sant’Egidio dice implicitamente al lettore che la tragica cronaca delle persecuzioni subite dagli armeni agli inizi della Grande guerra non sarebbe completa se non ricordasse che il loro destino, in particolare a Mardin, fu condiviso dai cristiani.
Tornando sul quotidiano cattolico “Avvenire” a riflettere sulla vicenda, Riccardi ha osservato che “questa storia non è una vicenda turco-armena. Nel 1915 c’è stata la strage di tutti i cristiani: armeni ortodossi in prevalenza, ma anche armeno-cattolici, siriaci ortodossi e cattolici, caldei, assiri, e pure protestanti e cattolici latini. Il governo giovane turco (laico e nazionalista), al potere a Istanbul, volle una purificazione etnica degli armeni ortodossi, una strage preventiva accusandoli di separatismo. Aveva garantito agli ambasciatori “cristiani” che sarebbero stati risparmiati gli altri ortodossi non armeni e i cattolici. Ma, per mobilitare i curdi e le masse anatoliche, fu usato l’odio religioso contro il giaour (l’infedele). Il disegno laico-nazionalista dei Giovani Turchi scatenò il fanatismo contro i cristiani in quanto tali. Quasi due milioni di morti. Finì un mondo di convivenza tra cristiani e musulmani. Fu Seyfo, il tempo della “spada”: così lo chiamano siriaci, assiri e caldei”. Continua