Neonati venduti, traffico Armenia-Italia: 30 bimbi sottratti alle famiglie con l’inganno e dati in adozione (Ilmessaggero 28.12.19)
ROMA La feroce scelta avveniva immediatamente fuori dalla sala parto. «Signora, il suo bambino è nato con una gravissima malformazione e necessita di cure costose e continue». È così che una trentina di donne armene sono state costrette – attraverso la menzogna e il raggiro – ad abbandonare in ospedale il proprio figlio per darlo in adozione. Medici e infermieri compiacenti, anelli di collegamento di una rete internazionale molto ampia che porta fino in Italia, certificavano alle mamme disperate che il loro piccolo era nato malformato, con gravi patologie invalidanti.
LA SCOPERTA
Il Servizio Nazionale di Sicurezza armeno ha aperto a Yerevan, la capitale della Repubblica Armena, una inchiesta articolata (della quale è stato avvertito anche il governo italiano) che ha portato alla devastante scoperta di una rete che facilitava l’adozione internazionale di bambini. Un orribile traffico di neonati provenienti dal paese caucasico e diretti in Italia. Almeno trenta i piccoli che finora sarebbero stati sottratti alle famiglie di origine con l’inganno.
IL RAGGIRO
In pratica alle mamme e ai papà, in genere nuclei familiari estremamente poveri e socialmente deboli, veniva diagnosticata la grave malformazione al neonato. Di fatto la comunicazione di avere partorito un bambino handicappato incentivava le coppie disperate a darlo in adozione. Le pressioni psicologiche venivano esercitate con la complicità di diverse figure tra personale medico e infermieristico. Nel frattempo c’era chi provvedeva a spianare la strada per i passaggi burocratici successivi, in totale violazione alle leggi in vigore che in Armenia sono piuttosto restrittive. Alcuni giorni fa la polizia armena ha diffuso un comunicato in cui non solo confermava l’esistenza di un traffico di bambini ma lasciava aperti inquietanti interrogativi sulle ragioni di questo orrendo commercio.
«Lo scopo per cui i bambini sono stati adottati o sono caduti nelle mani di trafficanti di organi non è ancora chiaro. Per questo caso è stata già attivata una Commissione apposita e incaricata di ulteriori investigazioni». Il primo caso accertato risale al gennaio di quest’anno. La polizia ha confermato che finora sono finiti agli arresti due cittadini armeni che usavano i loro contatti in ambito ospedaliero e sociale: erano loro che favorivano l’ingresso dei neonati negli orfanotrofi da dove poi si organizzavano le adozioni legali «da parte di cittadini della Repubblica Italiana che di fatto prendevano in custodia i piccoli».
LE PRESSIONI
L’inchiesta appena aperta sta facendo affiorare uno spaccato fatto di povertà estrema e di pressioni psicologiche sulle mamme che si persuadevano a non essere in grado di provvedere materialmente al loro bambino. Ad alcune ragazze, subito dopo il parto, è stato detto che il loro piccolo era segnato per tutta la vita, malato senza speranza, affetto da patologie invalidanti. Le condizioni economiche delle famiglie determinavano una scelta quasi obbligata e le mamme hanno finito per abbandonare il figlio e firmare subito i documenti necessari per l’adozione. A questo punto entrava in funzione una rete ben collaudata di complici dei medici e delle infermiere. Un sentiero che porta all’Italia.
Almeno 30 bambini sarebbero stati adottati (o comprati) da cittadini italiani attraverso questa rete criminale
«Una mafia più ricca e potente di quella della droga». È così che Marat Kostanyan – avvocato di Syuzan Patvakanyan, una donna armena alla ricerca da vent’anni della figlia sottratta subito dopo il parto – ha commentato l’inchiesta-scandalo sul raggiro subito da decine di madri in Armenia. Donne che sarebbero state costrette a portare a termine la gravidanza nonostante la loro contrarietà.
Come funzionava il traffico criminale
Alle donne incinte veniva detto che la figlia o il figlio appena dato alla luce presentava gravissime malformazioni e che necessitava di cure continue e costose.
In seguito, attraverso pesanti pressione psicologiche che facevano leva sull’impossibilità di potersi prendere cura adeguatamente dei neonati gravemente malati, con la complicità di medici e personale sanitario, i genitori dei piccoli venivano raggirati a tal punto che venivano costretti a firmare documenti per dare i propri figli in adozione.
Una volta firmata la documentazione, i neonati venivano trasferiti negli orfanotrofi in cui si organizzavano adozioni legali anche «da parte di cittadini della Repubblica italiana, che di fatto prendevano in custodia i piccoli», secondo quanto riferito dalla polizia.
A far scattare le indagini è stato il numero di adozioni dei bambini armeni all’estero, dopo che il ministero del lavoro armeno ha notato che in alcuni casi venivano preferite alle adozioni in patria, il che va contro le convenzioni internazionali.
«Lo scopo per cui i bambini sono stati adottati o sono caduti nelle mani di trafficanti di organi non è ancora chiaro – ha aggiunto la polizia armena -. Per questo caso è stata già attivata una Commissione apposita e incaricata di ulteriori investigazioni».
Secondo i servizi segreti armeni, almeno 30 bambini sarebbero stati adottati (o comprati) da cittadini italiani attraverso questa rete criminale.
La testimonianza di Syuzan Patvakanyan, alla ricerca della figlia sottratta 20 anni fa
Tra le vittime di questo raggiro ci sarebbe anche Syuzan Patvakanyan, una donna armena 35enne che, 20 anni dopo il parto, è ancora alla ricerca della propria figlia Stella.
«Partorii una bambina sana nell’Armenia medical center. Mi hanno imposto di abbandonarla, dicevano che aveva problemi di salute. Mi hanno dato un foglio bianco e mi hanno fatto scrivere che rinunciavo a lei», ha raccontato la donna ad Afp.
Poi le è stato dato l’indirizzo di un orfanotrofio nella città di Gyumri e le è stato detto che sua figlia si trovava lì, ma in realtà della bambina non vi era traccia e la donna è ancora alla ricerca dopo tanti anni. Andando a ritroso nella tempo, la donna in lacrime ricorda: «Ci siamo poi resi conto che la bambina ancora in fasce era stata venduta proprio fuori dall’ospedale».
L’avvocato di Patvakanyan, Marat Kostanyan, lancia durissime accuse verso questo sistema e verso chi ne faceva parte: «La rete criminale era vasta e coinvolgeva funzionari e poliziotti di alto rango, nonché personale dei reparti di maternità e orfanotrofi».«Questa mafia – chiosa Kostanyan – ha trasformato il Paese in un incubatore per la produzione di bambini».
Armenia, bambini tolti alle mamme e venduti per le adozioni. Un giro di affari gestito dalla criminalità organizzata.
Il mercato illegale delle adozioni è purtroppo presente in tutto il mondo e molto più diffuso di quanto si creda. Bambini che vengono venduti da famiglie bisognose e letteralmente “acquistati” da famiglie benestanti ma senza figli è una pratica vietata ovunque ma ancora frequente, nonostante le collaborazioni tra le polizie di tutto il mondo per fermarla. La storia che stiamo per raccontarvi viene dall’Armenia ed è agghiacciante. La dimostrazione di come la fragilità economica e sociale possa sconvolgere le vite di mamme e bambini.
Armenia, bambini tolti alle mamme e venduti
In Armenia la criminalità organizzata è riuscita a creare un lucroso giro d’affari sulla pelle di tante donne e dei loro bambini, che venivano loro sottratti per darli illegalmente in adozione a coppie senza figli, disposte a tutto pur di diventare genitori. Molte donne si sono viste togliere i figli con l’inganno, altre sono state costrette a portare a termine la gravidanza, anche quando non volevano proseguirla, al solo scopo di prendere i loro figli e venderli ad altri. Quest’ultima circostanza pare si sia verificata in particolare negli ultimi anni. Ma quella di togliere i figli a madri giovani, povere o in condizioni di fragilità non sarebbe una novità in Armenia. Succedeva anche vent’anni fa.
Stanno emergendo, infatti, storie di donne a cui in passato sono stati sottratti i figli con l’inganno. Nonostante le enormi difficoltà nel fare luce su una vicenda così oscura, alcuni casi stanno venendo allo scoperto, grazie alla testimonianza e al coraggio di mamme che non si sono arrese. Come nel caso di Syuzan Patvakanyan, una donna di 35 anni che vent’anni fa, quando era ancora giovanissima, diede alla luce una bambina, Stella, che purtroppo lo è stata tolta con l’inganno. Stella era nata sana, all’Armenia medical center, tuttavia la portarono via alla madre con la scusa dei problemi di salute. A Syuzan, giovanissima e indifesa, venne fatto firmare un foglio con la rinuncia alla figlia. Alla mamma adolescente fu detto che la figlia sarebbe stata mandata in un orfanotrofio nella città Gyumri, di cui le venne dato un indirizzo. Ma quando la donna si mise a cercare la figlia non la trovò. La bambina molto probabilmente era stata data in adozione. Questa drammatica testimonianza è stata riportata dall’agenzia AFP, che ha indagato sul caso, a sua volta citata da Euronews.
Purtroppo non si tratta di un caso isolato. Si ritiene che molte altre donne e i loro bambini devono aver subito lo stesso destino. Come dicevamo, deve essere stato creato un vero e proprio giro di affari di adozioni illegali e bambini venduti, gestito dalla criminalità organizzata. Marat Kostanyan, avvocato di Syuzan Patvakanyan, ha parlato di una vera e propria rete criminale che strappava i bambini appena nati alle loro mamme e in cui erano coinvolti i membri del personale dei reparti di martenità e degli orfanotrofi, agenti di polizia e funzionari pubblici. Nel reparto dell’ospedale dove Syuzan ha partorito è stato arrestato un ginecologo, nell’ambito dell’inchiesta sui bambini tolti alle mamme.
Recentemente, negli anni dal 2016 al 2018, ad alcune donne armene che volevano interrompere la gravidanza sarebbe stato impedito, costringendole a far nascere il bambino per poi venderlo ad altre famiglie, per lo più straniere. Ad insospettire le autorità armene è stato il numero sospetto di adozioni all’estero, che in alcuni casi avevano la precedenza su quelle interne. Adozioni avvenute senza rispettare le convenzioni internazionali. Tra i destinatari di queste adozioni illegali potrebbero esserci anche delle famiglie italiane. Secondo i servizi segreti armeni, che indagano sulla vicenda, la rete criminale che gestisce questo mercato di bambini avrebbe aiutato anche alcuni italiani ad adottare illegalmente, o forse sarebbe più corretto dire comprare, più di 30 bambini negli ultimi anni.
Ad oggi, le donne armene a cui sono stati sottratti i figli non hanno ancora avuto giustizia, ha affermato l’avvocato Kostanyan, che con amarezza ha aggiunto: “Questa mafia ha trasformato il Paese in un incubatore per la produzione di bambini“.
Una storia davvero sconvolgente, care unimamme.