Nel Giardino dei Giusti fiorisce il ricordo per Benedetto De Beni, Antonia Locatelli e Armin Theophil Wegner (Bergamonews.it 28.04.18)
La memoria e l’esempio: sono questi gli obiettivi del Giardino dei Giusti al Galgario di Bergamo che ha visto nella giornata di sabato 28 aprile l’entrata di nuovi tre “giusti dell’umanità”, Benedetto De Beni, Antonia Locatelli ed Armin Theophil Wagner.
Presenti all’evento l’assessore ai servizi demografici Giacomo Angeloni, il questore di Bergamo Girolamo Fabiano, la direttrice dell’associazione Garigliano Ulianova Radici, i parlamentari Antonio Misiani e Devis Dori ed il sindaco Giorgio Gori, il quale ha sottolineato l’importanza dell’esempio dato dai tre giusti.
Ricordiamo quest’oggi personalità che nel corso della loro vita si sono per la difesa per persone perseguitate in azioni in cui hanno rischiato anche la vita – ha affermato il sindaco Gori -. Queste persone sono Benedetto De Beni, capitano d’artiglieria che ha salvato due sorelle ebree in Ucraina; Antonia Locatelli, suora bergamasca che si è battuta per il genocidio dei Tutsi in Rwanda; e Armin Theophil Wagner,scrittore tedesco che testimoniò il genocidio degli Armeni. Ciò che è importante ricordare è che, benché i loro esempi non bastino per risolvere fatti sanguinosi presenti anche al giorno d’oggi, rimangono comunque esempi di coraggio da seguire”.
Nel corso della cerimonia sono state inaugurate tre targhe rappresentanti la storia delle tre personalità ricordare, storie che sono state raccontate da alcuni parenti presenti come Andreina Locatelli, sorella di Antonia, Agop Manoukian, presidente onorario dell’Unione degli Armeni d’Italia, e Berardo De Beni, figlio di Benedetto, il quale ha illustrato la vicenda del padre: “Nel corso della Seconda Guerra Mondiale mio padre era capitano d’artiglieria in Ucraina, dove l’esercito italiano ha avuto modo di incontrare una comunità ebraica, con cui i soldati hanno avuto modo di relazionarsi. Mio padre conobbe due sorelle, Sara e Rachel Turok, le quali, quando parte della comunità venne radunata per esser portata in campo di concentramento, vennero messe in salvo da lui e portate in Italia tramite una tradotta dell’esercito che ritornava in patria. Una volta giunte nel nostro paese furono nascoste prima in un convento prima di raggiungere Gromo dove risiedevamo io e mia madre. Alla conclusione della guerra le sorelle fecero ritorno nel loro paese e con una di loro ancora oggi sono in contatto”.
Emozione anche per Andreina Locatelli, che nel suo intervento ha ricordato l’opera svolta dalla sorella: “Antonia era una donna dal piglio deciso, con un carattere apparentemente burbero, ma dal cuore grande in grado di farsi amare da tutti. Si trasferì in Rwanda nel 1970 come suora laica e lì fece tutto quello che poteva per i ragazzi ruandesi, dirigendo un istituto agrario e creando un’azienda agricola dove, da buon imagnina, insegnava come coltivare. Antonia è scomparsa nel 1992, ma, nonostante siano passati ventisei anni, il ricordo della sua presenza rimane forte”.