Nagorno Karabkh: violenti scontri tra forze armene e azere (Algheronewsitaly.com 03.04.16)
Il 2 aprile il presidente armeno, Serzh Sarkisyan, ha convocato una riunione interna d’alto livello, affermando che gli scontri scoppiati il primo aprile tra Armenia e Azerbaijan hanno provocato la morte di 18 soldati e 35 civili armeni.
“Le forze armate armene negli ultimi giorni hanno violato il cessate il fuoco in varie direzioni della linea di contatto delle truppe azere e armene 127 volte”, ha riferito sabato il ministero della Difesa dell’Azerbaijan. Erdogan ha inoltre criticato i fallimenti del Gruppo di Minsk – che ha guidato gli sforzi dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (Osce) per arrivare alla pace sotto la presidenza di Francia, Russia e Stati Uniti – per risolvere il conflitto.
Le attuali tensioni risalgono in gran parte al 1923 quando, nonostante il parere contrario della maggioranza della direzione del partito comunista al potere in Urss, Stalin volle che il Nagorno Karabakh fosse incorporato nella Repubblica dell’Azerbaigian, creata l’anno prima.
Il Nagorno-Karabakh – anche noto come “lo stato che non c’è – è una regione non riconosciuta dalla comunità internazionale e contesa da diversi anni fra Azerbaigian e Armenia”.
Il ministero della difesa armeno ha precisato che gli scontri continuano e denuncia perdite su entrambi i fronti. Che cosa difende la parte azera? L’Azerbaigian contro i separatisti della regione del Nagorno Karabakh, appoggiati dall’Armenia. Con il crollo dell’Unione Sovietica esplosero le istanze secessioniste. Allo stesso tempo l’Armenia è ancora condizionata dalla Russia: l’esercito russo controlla in pratica le difese aeree armene, oltre che alcune delle infrastrutture chiave del paese. Il leader del Cremlino, Vladimir Putin, ha chiesto “alle parti belligeranti di fermare immediatamente le ostilità”. L’Armenia, sostenuta dalla Russia, si è sempre proposta in difesa del Karabakh per salvare gli armeni da possibili stermini, come avvenuto nel recente passato a Sumgait, Baku e Kirovabad negli anni 90 del secolo scorso.
Dopo oltre 24 ore di combattimenti con i separatisti armeni dell’autoproclamata Repubblica del Nagorno-Karabakh, l’Azerbaigian ha annunciato un “cessate il fuoco unilaterale”.