Nagorno-Karabakh, l’Armenia protesta contro uso drone suicida israeliano (Spondasud 11.04.16)
(Redazione) – L’Armenia ha protestato duramente contro Israele, dopo l’utilizzo da parte dell’Esercito azero di un drone suicida israeliano in Nagorno Karabakh. Il velivolo in questione, sviluppato dall’Iai, è in grado di trasportare cariche esplosive e una telecamera che ne consente l’impiego tattico da parte delle forze di terra contro obiettivi fissi o mobili sul campo di battaglia. Le truppe azere lo hanno utilizzato contro obiettivi militari armeni nella regione contesa nel Caucaso del sud.
Il costo unitario del velivolo, denominato “Rotem”, acronimo ebraico per “drone attacco-suicidio”, è di alcune decine di migliaia di dollari. Malgrado le proteste, le Forze di difesa israeliane intendono acquistare anche in futuro droni suicidi prodotti da Israel Aerospace Industry (Iai). Tra i fornitori previsti c’è anche l’Azerbaigian, la cui corsa agli armamenti prosegue senza sosta.
Nel 2012 Israele e Azerbaigian hanno firmato un accordo militare dal valore di 1,6 miliardi di dollari che prevedeva la vendita di sistemi di sicurezza anti-aerei e, appunto, droni da parte di industrie aereospaziali israeliane. La stretta relazione militare azero-israeliana, in costante consolidamento fin dall’indipendenza di Baku, è collegata alle tensioni tra Israele e Iran, nonché alle preoccupazioni russe per la sicurezza della regione caucasica. Dal punto di vista israeliano, il legame diplomatico con l’Azerbaigian rappresenta un elemento fondamentale nella ricerca di alleanze strategiche, in una fase d’isolamento nella regione vicino-orientale.
Tuttavia, i rapporti tra i due paesi non sono solamente di tipo militare, essendo infatti contraddistinti da una forte cooperazione in ambito energetico, medico, agricolo e tecnologico; così come non è certamente da sottovalutare la presenza di una numerosa minoranza ebraica nello Stato caucasico, uno dei pochi paesi a maggioranza musulmana ad aver instaurato ottimi rapporti diplomatici con Tel Aviv.
Il drone quadrirotore Rotem è progettato per condurre missioni di ricognizione sul campo: i quattro rotori gli consentono di rimanere in volo stazionario sino all’individuazione di un obiettivo, su cui poi può dirigersi in modalità d’attacco suicida evitando autonomamente gli ostacoli tipici di un teatro di combattimento urbano. Il drone può essere agevolmente controllato da un solo militare attraverso un tablet.
Intanto, il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, e il segretario di Stato statunitense, John Kerry, hanno concordato durante una conversazione telefonica di promuovere congiuntamente la normalizzazione della crisi nella regione caucasica del Nagorno-Karabakh. Lo riferisce un comunicato diffuso sul sito del ministero degli Esteri russo. “I ministri degli Esteri hanno accolto favorevolmente l’accordo raggiunto sul cessate il fuoco nel conflitto del Nagorno-Karabakh e si sono impegnati a contribuire alla normalizzazione della situazione nella regione”, si legge nel comunicato diffuso dal ministero.