Nagorno Karabakh, identificati due anziani armeni decapitati dagli azeri (Corriere della Sera 15.12.20)
L’indagine del Guardian dopo che erano circolate le immagini in rete che mostravano militari di Baku a tagliare la testa a due civili
Sono stati identificati i due anziani decapitati dai militari di Baku, come si vede in alcuni video ampiamente condivisi nelle app di messaggistica, a conferma di due delle più sanguinose atrocità della recente guerra nel Nagorno-Karabakh, la regione contesa tra Azerbaigian e Armenia. A darne notizia è il Guardian, che ha raccolto interviste con gli abitanti del villaggio di Madatshen e i parenti delle vittime, sottolineando come continuino ad emergere testimonianze di torture e uccisione oltre un mese dopo l’entrata in vigore del cessate il fuoco, mediato dalla Russia. Gli uomini, Genadi Petrosyan (69 anni) e Yuri Asryan (82 anni), entrambi armeni e decapitati da uomini in uniforme delle forze armate azere. I due uomini erano rispettivamente del villaggio Madatshen e Azhok.
I loro vicini di casa hanno riferito che non erano combattenti: Asryan viveva piuttosto isolato, per esempio, e il 20 ottobre, all’arrivo dei soldati di Baku, aveva rifiutato di lasciare la sua casa così come anche Petrosyan. Amnesty International ha chiesto sia all’Armenia che all’Azerbaigian di indagare sui video di decapitazioni e mutilazioni di cadaveri. La Ong per i diritti umani ha verificato coi suoi mezzi i video di cui parla l’articolo del Guardian come anche altre immagini raccapriccianti, questa volta ai danni di una guardia di frontiera azera a cui è stata tagliata la gola. Il procuratore generale di Baku, il mese scorso, ha aperto un’inchiesta per crimini di guerra nei confronti di entrambe le parti in conflitto e ieri sono stati effettuati i primi arresti: due soldati azeri sono ora detenuti. Sulle decapitazioni invece non è stato ancora aperto nessun fascicolo.
Nel mentre — dopo l’accordo concluso oltre un mese fa con la mediazione della Russia — Baku e Erevan hanno iniziato lo scambio di prigionieri. Il generale Rustam Muradov, comandante delle forze russe schierate nel Nagorno-Karabakh per garantire il rispetto del cessate il fuoco, ha dichiarato che «12 persone sono state portate a Baku da un aereo dell’aviazione russa» sotto la sua «personale supervisione» e che l’Azerbaigian ha a sua volta fatto tornare in patria 44 armeni. Sono «arrivati all’aeroporto di Erebuni con me», ha sottolineato il generale Muradov, ripreso dall’agenzia di stampa russa Interfax.