Nagorno, ambasciatrice armena a Roma: “Parole Aliyev allontanano pace” (AdnKronos 13.11.23)
“Il giorno che il governo azero metterà da parte il linguaggio militare, dichiarerà la sua fedeltà ai principi già concordati e vorrà sedersi al tavolo negoziale il processo di pace potrà essere realizzato”
Le recenti parole del presidente dell’Azerbaigian, Ilham Aliyev, “purtroppo allontanano qualsiasi processo di pace nella regione”. Lo afferma in un’intervista all’Adnkronos l’ambasciatrice armena a Roma, Tsovinar Hambardzumyan, dopo che nei giorni scorsi Aliyev, in occasione di una parata militare a Stepanakert, ha dichiarato che “dopo la seconda guerra del Karabakh, abbiamo accelerato ulteriormente il processo di costruzione dell’esercito senza fermarci un solo giorno e senza nasconderlo”.
“Il giorno che il governo azero metterà da parte il linguaggio militare, dichiarerà la sua fedeltà ai principi già concordati e vorrà sedersi al tavolo negoziale il processo di pace potrà essere realizzato”, prosegue l’ambasciatrice, secondo cui il Caucaso meridionale “ha bisogno di pace, mancano però la volontà politica da parte della leadership azera e il rispetto degli accordi raggiunti”.
Secondo Hambardzumyan, la pace sarà possibile soltanto se l’Azerbaigian “rimane fedele ai principi fondamentali concordati durante gli incontri di Praga e Bruxelles” e che “si basano sul riconoscimento reciproco dell’integrità territoriale” e sulla Dichiarazione di Alma-Ata del 1991 per quanto riguarda i confini.
“Capisco che per l’opinione pubblica internazionale sia difficile orientarsi quando sono soprattutto le accuse reciproche ad essere evidenziate nei media. Per facilitare la comprensione della situazione c’è un metodo infallibile: seguire i fatti concreti – spiega l’ambasciatrice – L’Armenia negli ultimi 30 anni si è sempre adoperata per raggiungere una pace duratura, unicamente attraverso la via negoziale. Ma l’Azerbaigian non ha fatto altro che rifiutare ogni compromesso adottando una politica di armamenti e ricorrendo all’uso della forza e a un linguaggio guerrafondaio”.
“sfollati catastrofe umanitaria, da Baku pulizia etnica”
L’ “esodo forzato” di 100mila armeni, tra cui 30mila bambini, dal Nagorno-Karabakh dopo l’operazione militare azera è stata una “catastrofe umanitaria” e un effetto della “pulizia etnica” attuata dal governo di Baku, denuncia Hambardzumyan, sottolineando che gli armeni fuggiti dalla regione “non devono solo poter tornare nelle loro terre, ma hanno tutto il diritto di farlo. Solo che con un regime dittatoriale come c’è in Azerbaigian, la cosa sembra non fattibile”.
Gli armeni del Nagorno-Karabakh sono stati “costretti a lasciare le loro case, i loro averi e la terra dei loro antenati: come si può definire questo se non una pulizia etnica”, aggiunge l’ambasciatrice, secondo cui l’ “assedio totale” alla regione da parte dell’Azerbaigian ha preso di mira “una popolazione inerme e ormai allo stremo, dopo il blocco totale dell’unica strada che collegava la regione all’Armenia e da dove passavano tutti i beni di prima necessità”.
L’Azerbaigian “ora vuol far credere al mondo che i diritti degli armeni del Nagorno-Karabakh erano rispettati e la loro incolumità fisica non era in pericolo”, insiste Hambardzumyan, denunciando invece che le autorità azere hanno “privato” i cittadini del Nagorno-Karabakh della fornitura di gas, energia elettrica, collegamenti internet, istruzione, lavoro e medicine.
“L’Armenia praticamente in tre giorni ha dovuto accogliere tutti gli sfollati forzati, assicurando loro vitto, alloggio, assistenza materiale e psicologica – rimarca l’ambasciatrice – Se pensiamo che un Paese come l’Italia ha difficoltà a gestire 120mila arrivi non in tre giorni, ma nell’arco di un anno, possiamo immaginare cosa significa per un Paese piccolo come l’Armenia far fronte ad una catastrofe umanitaria di tale portata”.
Sulle accuse di pulizia etnica mosse da Baku a Erevan, Hambardzumyan ritiene che in realtà gli azeri abbiano “confuso i ruoli, chi è l’esecutore del genocidio e chi lo subisce”, aggiungendo che “non sorprende che l’Azerbaijan faccia ancora una volta un ridicolo tentativo di salvare la propria faccia e che voglia attribuire agli altri la propria colpa”.
“guerra Hamas-Israele? violenza non risolve i conflitti”
“L’escalation del conflitto in Medio Oriente è davvero drammatica, civili innocenti vengono uccisi. Ci uniamo agli appelli internazionali per fermare la violenza e ad adottare tutte le misure per porre fine alle ostilità quanto prima e a garantire la sicurezza della popolazione civile”, dichiara Hambardzumyan, commentando la guerra tra Israele e Hamas.
“Purtroppo, vecchi conflitti, guerre e sofferenze dei civili si stanno riaccendendo in diverse parti del mondo. Questa è una questione molto delicata per noi. Solo un mese fa abbiamo assistito agli stessi eventi nella nostra regione – evidenzia – Crediamo fermamente che la violenza non sia in alcun modo una soluzione al conflitto e che i negoziati pacifici siano l’unico modo per ripristinare la pace e la stabilità e trovare soluzioni giuste e reciprocamente accettabili ai problemi esistenti”.
“con Italia eccellenti rapporti politici e economici”
Italia e Armenia “godono di solidi rapporti interstatali, con un dialogo politico ad alto livello. Negli ultimi anni tali rapporti si sono intensificati ancora di più grazie alle visite di Stato dei presidenti dei due Paesi”, scandisce l’ambasciatrice armena a Roma, ricordando come sin dalla sua indipendenza l’Armenia abbia stabilito e sviluppato “eccellenti rapporti politici, economici e culturali con l’Italia” che si basano su “ricche e antiche tradizioni e su valori condivisi”.
“Durante la mia missione in Italia abbiamo celebrato un traguardo importante delle nostre relazioni: il 30mo anniversario delle relazioni diplomatiche tra Armenia e Italia. Nei miei incontri con i vertici della politica italiana innanzitutto è stata sottolineata la storicità delle nostre relazioni e il forte interesse di entrambe le parti a guardare il futuro con l’obiettivo di rafforzare e ampliarle ancora di più”, asserisce l’ambasciatrice, precisando che “chiaramente le basi storiche e l’alto livello di dialogo politico tra Armenia e Italia creano un ambiente favorevole per il mondo imprenditoriale di entrambi i Paesi”.
“L’Italia – conclude – è il secondo partner commerciale dell’Armenia tra i Paesi dell’Unione Europea e il settimo tra i Paesi del mondo. L’anno scorso abbiamo avuto un aumento del fatturato commerciale del 20%, e nella prima metà di quest’anno abbiamo già registrato un aumento del 41%”.