Mons. Minassian: Papa nel Caucaso, testimone di verità e libertà (Radio Vaticana 26.09.16)
Sono molti i cristiani armeni presenti nella regione caucasica. A questo proposito Gabriella Ceraso ha sentito mons. Raphael Minassian, ordinario per gli armeni cattolici dell’Europa orientale:
R. – La nostra presenza in Georgia risale al IV-V secolo. Dirò a Sua Santità che il nostro primo martire per la fede cristiana, San Vardan, veniva dalla Georgia. Tiflis, come si chiamava allora, era la città culturale degli armeni. E gli armeni cattolici oggi in Georgia, soprattutto nei villaggi, sono soprattutto anziani. Non c’è tanta gioventù, i due terzi della gioventù è fuori a lavorare.
D. – Com’è il rapporto, il dialogo con la Chiesa ortodossa?
R. – Non ci sono troppi matrimoni misti e c’è anche un certo nazionalismo. Ma, in fondo in fondo, quello che dà gioia a tutte e due le confessioni è che la loro fede cristiana è profonda. Sono separati, ma vivono per Cristo, ciascuno a modo suo.
D. – Lei, in questo momento, è presidente di Caritas Georgia. Ci può dire quali sono i bisogni a cui rispondete e se c’è, anche sotto questo profilo, una collaborazione con gli ortodossi?
R. – Non hanno una loro Caritas, ma ci sono tanti ortodossi che lavorano nella nostra Caritas. Il nostro lavoro è rivolto soprattutto ai vecchi, agli orfani, alla gioventù o alle famiglie che vivono nella povertà assoluta e agli ammalati. Cerchiamo di assisterli tutti, creando nuovi progetti e dando l’opportunità alla gioventù di lavorare per garantirsi la vita presente e futura.
D. – In Armenia il Papa ha usato un linguaggio molto schietto. Ha anche fatto appello ad una memoria, una memoria positiva, dando e seminando speranza, anche sui temi più spinosi. Che cosa prevede per l’Azerbaigian? Cosa si augura anche per i rapporti reciproci?
R. – Io vedo nella persona di Papa Francesco l’uomo che ha preso la croce di Cristo sulle sue spalle. Lui, rappresentante di Cristo sulla terra, ha da percorrere tutte queste vie, per spiegare efficacemente il significato della verità, della libertà e della pace.
D. – Quindi anche in questa tappa – lei dice – il Papa sarà testimone di tutto questo…
R. – Lo è. Perciò prego che il Signore lo assista da vicino.