Minassian: il Libano soffre, mi metto a servizio per curarne i bisogni (Vaticannews 24.10.21)
Robert Attarian – Beirut
È in un Libano dilaniato, stanco, sfinito, dove alla crisi politica si è aggiunta quella economica e poi la crisi sanitaria, dove manca tutto, domenica 24 ottobre 2021 si è svolta la cerimonia del Patriarca di Cilicia degli Armeni Cattolici, Sua Beatitudine Raphaël Bedros XXI Minassian, eletto come successore del defunto Patriarca Krikor Bedros XX, deceduto lo scorso maggio all’età di 94 anni. Eletto lo scorso 23 settembre 2021 durante il Sinodo dei Vescovi della Chiesa Armeno Cattolica convocato dal Santo Padre a Roma, a norma del Codice canonico, con la cerimonia odierna il neoeletto Patriarca assume ufficialmente tutte le sue funzioni e i poteri per esercitare il suo ministero a servizio della Chiesa Armeno Cattolica.
Nella lettera consegnata a Papa Francesco durante l’incontro con i vescovi armeno-cattolici a Roma, Sua Beatitudine Raphaël Bedros XXI Minassian sottolineava di voler assumere questa responsabilità come Capo, “per servire la Chiesa con tutte le mie forze”, e come Padre, “per curare i suoi bisogni, malgrado le mie umili possibilità, confidando in questo nella Misericordia di Cristo che non ci lascia mai soli”.
Alla cerimonia erano presenti tra gli altri il rappresentante del presidente della Repubblica Libanese, il patriarca maronita cardinale Béchara Boutros Räi, il patriarca della Chiesa melkita Sua Beatitudine Youssef Absi, vescovi rappresentanti dei Patriarchi Aram I e Karekin II, il presidente dell’Unione delle Chiese evangeliche armene in Medio Oriente, l’ambasciatore dell’Armenia in Libano Vahakn Atapekian, rappresentanti deI governo dell’Armenia e del Libano e tanti rappresentanti del mondo civile, nonché fedeli della Chiesa Armeno Cattolica.
La cerimonia di intronizzazione ha origine molto antiche ed è fatta di canti, preghiere, invocazioni che si susseguono dove si alternano suppliche recitate dai vescovi della Chiesa Armena con quelle del popolo di Dio, per invocare le grazie divine per il neoeletto Patriarca. Il rito solenne di intronizzazione è stato celebrato a inizio della Santa Messa quando il candidato è stato presentato al popolo, mentre l’arcivescovo più anziano gli chiedeva di pronunciare la professione di fede e la presa di possesso delle responsabilità per questo suo nuovo ministero.
Alle preghiere e alle invocazioni è seguito poi il momento più importante della cerimonia, il rito d’intronizzazione celebrato con gesti semplici ma dal significato profondo. Dopo le letture liturgiche, i vescovi concelebranti posano sul capo del Patriarca un telo dorato che rappresenta il potere ecclesiale che viene dallo Spirito Santo, come protezione per la sua nuova missione. Si consegna poi il bastone patriarcale e due vescovi conducono il nuovo Patriarca verso la sedia patriarcale dove lo fanno sedere e si danno il segno della pace, mentre le campane della Cattedrale cominciano a suonare in segno di giubilo annunciando la lieta notizia.
Al rito dell’intronizzazione è seguita la Messa presieduta da Sua Beatitudine, Raphaël Bedros XXI Minassian, che nell’omelia ha rivolto parole di ringraziamento in primo luogo a Papa Francesco che “ha confermato la mia elezione”, poi ai vescovi del Sinodo della Chiesa armeno cattolica, che “mi hanno affidato il grande peso del Catolicosato, che porteremo avanti per la salvezza dei nostri fedeli”. Il Patriarca ha ringraziato tutti i presenti, affidandosi alle loro preghiere, per poi ricordare che proprio in questa cattedrale ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale.
“Ieri all’inizio del mio sacerdozio, qui in Libano, c’era la guerra civile, e oggi all’inizio del mio Patriarcato, ritorno qui, nella sempre verde Patria dei cedri, per condividere con i miei fratelli e le mie sorelle, tutte le tribolazioni e le sofferenze in cui vive il popolo. Però, come abbiamo potuto vincere le sfide del passato e siamo sopravvissuti tutti insieme, sono sicuro che con la Provvidenza Divina noi potremmo vincere anche tutte le sofferenze del presente”, ha affermato Sua Beatitudine Raphaël Bedros XXI, che al termine dell’omelia richiamando la figura di Cristo, Buon Pastore che conosce i suoi e li ama, ha esortato tutti a cercare riparo da Lui con l’intercessione della Sua Santissima Madre, “affinché – ha concluso – ci aiuti per affrontare questo difficile periodo della nostra vita”.