Massacro Armeni: Turchia richiama in Patria suo ambasciatore in Brasile (libero reporter 09.06.15)
In una nota del ministero degli Esteri turco si legge che l’ambasciatore turco in Brasile, Hüseyin Diriöz è stato richiamato in Patria. Secondo la nota i motivi del richiamo sono da ricercare nell’approvazione da parte del Senato brasiliano di una legge con cui il paese latino-americano riconosce come genocidio il massacro del popolo armeno in Turchia. Ancora una volta il governo di Ankara si mostra ‘collerico’ verso quei Paesi che riconoscono il massacro compiuto dai turchi negli ultimi anni dell’Impero Ottomano, tra il 1915 e il 1917, per sedare la ribellione degli armeni, come genocidio. In verità furono oltre un milione e mezzo le popolazione cristiane che i turchi musulmani massacrarono. In gran parte erano armeni ma anche siro cattolici, siro ortodossi, assiri, caldei e greci. Tutti vennero passati per le armi o subirono arresti indiscriminati e torture disumane. Finora nel mondo sono oltre 20 i Paesi che hanno definito questo massacro come un genocidio. Nei mesi scorsi in tal senso si è espressa anche la Chiesa attraverso le parole del Santo Padre, Papa Francesco. Il Pontefice ha definito l’uccisione e la deportazione di massa della popolazione cristiana dell’Armenia occidentale, da parte dell’impero Ottomano, come il primo genocidio del ventesimo secolo. Anche la maggior parte degli studiosi occidentali sono orientati su questa linea. La Turchia da parte sua, ha sempre riconosciuto che questo massacro sia avvenuto, ma ha sempre respinto con forza le dichiarazioni di chi lo classifica come genocidio. Una convinzione che viene dal fatto che Ankara sostiene che esso fu solo la conseguenza della risposta turca all’insurrezione degli armeni e alla necessità di difendere le frontiere turche.