LO SGUARDO UNIVERSALE DI AKRAM AYLISLI (Gariwo 10.03.23)
Sono qui a ricordare, come armeno, un giusto che nella sua patria, l’Azerbaigian, non ha voce.
È Akram Aylisli, uno scrittore azero che ha osato pubblicare nel 2013 un libro che lui stesso definisce “un piccolo passo” per l’avvicinamento di due popoli, gli armeni e gli azeri, legati da una vicinanza geografica e da un destino storico comune.
“Sogni di pietra”, il titolo. Esprime “il sogno più intimo e profondo: vedere i due popoli di nuovo insieme”. Ma nella patria di Aylisli, l’Azerbaigian, si alimenta la cultura del nemico e impegnarsi per il dialogo e la riconciliazione tra i popoli è un crimine. “Una enorme quantità di uomini” – scrive – “nell’anima …hanno solo un vuoto malvagio, si nascondono dietro la cosiddetta idea nazionale, diffondono i semi dell’odio tra i popoli… e fanno camminare insieme violenza e menzogna”.
“La violenza, penetra di nascosto nelle coscienze, deturpa i cuori, uccide la fede nel bene e nella giustizia e confonde impietosamente il bene con il male”.
Aylisli reagisce, contrasta il risentimento, l’odio, l’ideologia del nemico da abbattere, la guerra. Sotto la sua casa si bruciano i suoi libri e si gridano minacce di tortura e morte.
Ma qui, dove prendono vita le figure dei giusti, noi lo onoriamo e facciamo memoria del suo coraggio, della sua determinazione ad essere testimone di verità, a raccontare storie di amicizia tra armeni e azeri. Rafforziamo la sua voce: “non abbiate paura, possiamo vivere insieme”.
Quando sono stato perseguitato – scrive – mi sono sentito indifeso, poi mi sono detto, « non lamentarti, al mondo ci sono persone ancora più indifese di te…sia singoli che popoli interi» .
È questo lo sguardo universale di Akram Aylisli che esprime valori morali permanenti e per questo “il popolo gli affida il suo dolore”.
Uno sguardo che salva l’umano nell’uomo.