Le conseguenze del conflitto nella regione del Karabakh I minori in Armenia tra problemi di scolarizzazione e disagio psicologico (Osservatore Romano 26.02.25)
Le conseguenze del conflitto nella regione del Karabakh I minori in Armenia tra problemi di scolarizzazione e disagio psicologico
L a crisi dei rifugiati in Armenia, dopo le ultime violenze del 2023 nel Karabakh, non accenna a risolversi del tutto, nonostante le misure prese. Una grossa porzione di coloro che si sono trasferiti in Armenia dopo la conquista della regione da parte dell’Azerbaigian nel settembre 2023 sono minori, circa 36.000 su 115.000 rifugiati. Secondo le ultime stime dell’Unicef, la metà di questi minori in Armenia non vanno a scuola e chi le frequenta starebbe affrontando notevoli problemi nel loro percorso di scolarizzazione. Secondo i numeri forniti dal fondo delle Nazioni Unite, più di 16.000 minori sono iscritti a corsi scolastici, mentre poco più di 1.600 sono iscritti a corsi vocazionali. Le preoccupazioni della Commissione delle Nazioni Unite per i Diritti dei Minori (Uncrc) sono relative al tasso di iscrizione e di presenza soprattutto tra i minori che frequentano le scuole secondarie superiori e agli effetti di lungo periodo che l’assenza tra i banchi di scuola può creare per questi ragazzi. Lo stesso tipo di preoccupazione c’è nei confronti dei bambini che dovrebbero frequentare le elementari — con conseguenti danni alla capacità di lettura e di comprensione — e per i bambini in età da nido, visto che il 42% delle famiglie con figli in quella fascia di età non frequenta l’asilo nido o non l’ha mai frequentato.
A peggiorare il quadro della situazione dei minori in Armenia ci sono anche le conseguenze psicologiche del conflitto e della fuga del 2023. L’Uncrc denuncia che tra i quasi 35.000 rifugiati che hanno ricevuto supporto psicologico ci sono «bambini, adolescenti e caregiver». Si tratta di cifre importanti in relazione al numero complessivo dei rifugiati, ma che diventano ancora più preoccupanti se si considera che riguardano più di una famiglia rifugiata su quattro e che le richieste di servizi psicoterapeutici specializzati per bambini e genitori sono in aumento. Da questo punto di vista, la raccomandazione dell’Uncrc è di aumentare la disponibilità e l’accesso a cure di questi tipo nelle zone in cui sono maggiormente concentrati i rifugiati, ovvero la capitale Erevan e i suoi dintorni. L’arrivo dei rifugiati dal Karabakh è stata una delle crisi interne più importanti per l’Armenia dall’indipendenza. Il programma di aiuti varato alla fine del 2023 è stato esteso nel novembre dello scorso anno per coprire il periodo gennaio-marzo 2025. In termini economici, per il trimestre attuale saranno ancora distribuiti centoventicinque dollari a persona. Questi aiuti però verranno modificati a partire dal prossimo aprile, quando si incominceranno ad aiutare solo alcune fasce della popolazione rifugiata come le persone disabili, chi ha figli minori di diciotto anni, gli anziani di età maggiore di sessantatré anni. Per loro il governo armeno continuerà a garantire sussidi economici che però verranno diminuiti fino a raggiungere i settantacinque dollari nel mese di dicembre 2025. Allo stesso tempo verranno introdotte altre forme di supporto, a seconda delle necessità di ciascuna famiglia.