“L’Armenia si sta impegnando per una pace duratura nella regione”. Intervista all’Ambasciatrice armena in Italia, T. Hambardzumyan (L.A. Deganutti) (Faro di Roma 10.07.24)
“Oggi, l’umanità sta vivendo un periodo di trasformazione dell’ordine geopolitico globale, dovendo affrontare il maggior numero di conflitti militari a livello mondiale dai tempi della Guerra Fredda, che influiscono sulle relazioni internazionali in tutti i continenti.
Il Caucaso meridionale, e la regione in senso più ampio, storicamente sono stati e continuano ad esserlo un crocevia unico per l’interazione delle civiltà e continuano ad esserlo anche adesso. L’Armenia oggi vive un periodo storico complesso ed è al centro di fenomeni non meno complessi”. Lo afferma l’Ambasciatrice della Repubblica d’Armenia presso la Repubblica italiana, Tsovinar Hambardzumyan, in un’intervista a FarodiRoma.
La diplomazia armena sempre cauta e attenta, è votata ad un equilibrio regionale. Non c’è il rischio però che essa venga fagocitata da vicini più aggressivi e potenti?
L’Armenia si sta impegnando per stabilire una pace duratura nella regione per garantire sviluppo e prosperità al paese. Tutte le azioni e le relazioni dell’Armenia con le potenze regionali, e non solo, mirano a stabilire la pace nella regione. Nella nostra visione, la pace è uno stato in cui tutti i paesi della regione vivono con le frontiere aperte, hanno legami economici, politici e culturali attivi e si impegnano nella risoluzione di tutte le questioni diplomaticamente e attraverso il dialogo. Una cosa del genere sarebbe molto difficile da ottenere senza avere comunicazioni stradali, ferroviarie e aeree attive. Visione che dovrebbe essere condivisa anche da parte degli altri paesi vicini. Il governo della Repubblica d’Armenia ha presentato l’iniziativa “Crocevie della Pace”, che per noi è una componente importante dell’impegno per la pace. L’obiettivo principale del progetto è quello di aprire tutte le comunicazioni nella nostra regione, di creare condizioni favorevoli per il funzionamento delle infrastrutture e per gli scambi e il transito commerciale per tutti i paesi. È simbolico anche il nome del progetto, visto che solo nelle condizioni di cooperazione pacifica è possibile sviluppare l’economia, la cultura, la scienza e raggiungere il benessere reale dei popoli della regione.
La possibilità dell’entrata dell’ Armenia in Unione europea non è così remota. I contatti sono sempre attivi?
Lo sviluppo e l’approfondimento delle relazioni con l’UE sono una delle priorità della politica estera della Repubblica d’Armenia. Con l’UE condividiamo un sistema di valori comune, l’impegno per la democrazia, il rispetto dei diritti umani e il programma di riforme. Nonostante tutte le sfide che l’Armenia ha dovuto affrontare negli ultimi anni, la pandemia da COVID-19, la guerra dei 44 giorni scatenata nel 2020 dall’Azerbaigian, gli attacchi militari e le aggressioni contro il territorio sovrano dell’Armenia, il flusso di oltre 100.000 rifugiati dal Nagorno Karabakh a seguito della pulizia etnica, in Armenia non si sono mai fermati i processi di democratizzazione del paese e l’attuazione dell’ambiziosa agenda di riforme.
Con l’UE l’Armenia ha un accordo di partenariato globale e rafforzato /CEPA/, inoltre, ci sono anche nuovi percorsi, e da parte di entrambe le parti c’e’ la volontà di approfondire ulteriormente le relazioni, di scoprire nuove opportunità, e penso che il Primo Ministro della Repubblica d’Armenia si sia espresso molto chiaramente a questo proposito al Parlamento europeo: “La Repubblica d’Armenia è pronta ad avvicinarsi all’Unione Europea nella misura in cui sarà accettabile per l’Unione Europea”.
Ultimamente ci sono state delle proteste di parte della popolazione armena per la cessione di alcuni villaggi all’ Azerbaijan. Cosa è accaduto nello specifico?
A differenza di molti paesi del mondo, compresi i paesi dell’UE, dove quasi ogni giorno si svolgono proteste anche se principalmente dovute ai problemi socio-economici della popolazione, le proteste di oggi in Armenia sono legate a questioni più globali, come i processi di normalizzazione delle relazioni con l’Azerbaijan. Ed è uno dei piu’ spiccati esempi del livello di liberta’ che l’Armenia abbia raggiunto: quello di rimanere fedeli ai valori democratici e di non ostacolare la realizzazione del legittimo diritto di manifestare.
La situazione con l’ Azerbaigian è ancora irrisolta. Che appello vuole fare alla comunità internazionale per pacificare una situazione ancora pericolosa?
A seguito delle guerre degli anni ’90 e del 2020, la parte armena ha avuto migliaia di vittime e dispersi, quindi noi, più di chiunque altro, ci rendiamo conto del prezzo della pace e ci impegniamo per stabilire la pace nella regione. Ma per raggiungere una pace reale e duratura nella regione, occorre il coinvolgimento di entrambe le parti nel processo. Anche l’Azerbaijan deve adottare un approccio costruttivo per poter compiere progressi.
Proprio l’impunità della politica, della retorica militare e dell’aggressione militare dell’Azerbaigian, durata per anni, ha reso possibile che si verificassero gli ultimi eventi nel Nagorno Karabakh.
Abbiamo tuttavia avviato un processo di pace con la parte azera, e la parte armena crede davvero che oggi, più che mai, esiste una reale possibilità di stabilire una pace duratura. L’Armenia riafferma il suo impegno per il raggiungimento di una pace stabile e duratura nel Caucaso meridionale, il riconoscimento reciproco dell’integrità territoriale e la demarcazione del confine di stato armeno-azerbaijano sulla base della Dichiarazione di Almaty, nonché per lo sblocco delle infrastrutture di comunicazione regionali sotto la sovranità e la giurisdizione di entrambi i paesi, basato sull’uguaglianza e sui principi di reciprocità.
Vorrei sottolineare che in Azerbaijan continua quotidianamente la propaganda anti-armena, cosa che dovrebbe essere semplicemente esclusa, poiché è inversamente proporzionale agli sforzi per la pacificazione della regione. Dovremmo preparare le generazioni future alla convivenza pacifica e non all’odio eterno.
In tutte queste questioni, la comunità internazionale gioca un ruolo importante: i paesi, le organizzazioni hanno l’opportunità di avere un impatto diretto e svolgere un ruolo decisivo per la pacificazione della regione.
Lelio Antonio Deganutti