L’Armenia accusa gli azeri di «crimini di guerra» (Avvenire 04.10.22)

Erevan accusa: nostri soldati disarmanti uccisi dai militari di Baku
L'Armenia accusa gli azeri di «crimini di guerra»
Un «crimine di guerra» che «deve essere indagato» perché «i colpevoli vanno puniti». Lo denuncia dell’ambasciatrice della Repubblica di Armenia in Italia, Tsovinar Hambardzumyan, è perentoria. Sui canali di Telegram, afferma in una nota la diplomatica, «si sta diffondendo un orrendo video di un crimine di guerra in cui militari azeri sparano a soldati armeni disarmati, giovani ragazzi tra i 18 e 20 anni».

Immagini che hanno subito suscitato l’indignazione e la ferma condanna di Toivo Klaar, rappresentante speciale dell’Ue per il Caucaso meridionale, ha commentato il video su Twitter: «Se si dimostra che questo video è autentico, allora questo è un crimine di guerra che deve essere indagato e i colpevoli vanno puniti». Una autenticità, prosegue la nota dell’ambasciata armena in Italia, che «e stata già confermata». Per questa la rappresentante di Erevan in Italia chiede la massima diffusione sui media «affinché si conosca la verità e vengano condannati e puniti i colpevoli. Nei casi come questo il silenzio non è altro che complicità con gli assassini».

Non meno perentoria la replica dell’Azerbaigian, consegnata a un secco comunicato del ministero degli Affari Esteri. L’accusa di crimini di guerra da parte dell’Armenia «è un esempio dell’ipocrisia di un Paese che da decenni persegue una politica aggressiva» che calpesta i «fondamentali diritti di quasi un milione di persone» e che – ribatte il governo azero – ha commesso «numerosi crimini di guerra contro il personale militare, oltre che contro i civili». L’Azerbaigian annuncia pure che la sua Procura militare ha annunciato l’inizio di un’indagine «per determinare se i video pubblicati sui social network sono reali, l’ora e il luogo in cui sono stati girati i video, nonché l’identità del personale militare che compare nelle immagini». Il governo di Baku conclude ricordando «massacri senza precedenti» delle forze armene, mentre dal novembre 2020 ad oggi «fino a 250 persone sono state vittime di mine» in gran parte civili.

Per due giorni, a partire dalla notte tra il 12 e il 13 settembre e fino alla sera del 14 settembre scorsi si è combattuto aspramente lungo il confine azero-armeno: 77 i morti azeri e 135 fra gli armeni. La guerra del 1992 – 1994 per il controllo del Nagorno Karabakh, mai risolta, è riesplosa in violente crisi nel 2014 e nel 2020. L’armistizio del novembre 2020 sembrava tenere fino a tre settimane fa. Una crisi che gli analisti mettono in relazione con i muovi equilibri provocati nel Caucaso dal conflitto in Ucraina.

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L’Armenia denuncia l’esecuzione di prigionieri per mano dell’Azerbaigian (Nanopress)