L’approccio multi-direzionale dell’Armenia. Intervista all’ambasciatrice Bagdassarian (Notiziegeopolitiche.net 30.06.17)
di Giuliano Bifolchi –
L’Armenia si presenta oggi come un paese dinamico e politicamente moderno, che interagisce con la Russia ma che ha saputo costruire per i rapporti commerciali e di dialogo un approccio multi-direzionale rivlto all’Unione Eropea e ad altre realtà. Gli investimenti sono favoriti da Zone economiche agevolate, ma anche dal “Generalized system of preferences” che aprono il paese membro dell’Uee al mondo.
Popolo che ha conosciuto i terribili drammi della storia, gli armeni si stanno distinguendo nella solidarietà e nell’accoglienza dei profughi siriani, “22mila”, ci spiega l’ambasciatrice a Roma Victoria Bagdassarian, dato che fa dell’Armenia “il terzo destinatario in Europa di rifugiati pro capite”.
– Ambasciatrice Bagdassarian, anche alla luce del prestigioso incontro “Armenia 25 anni: sfide e prospettive” tenutosi lo scorso 16 maggio al Senato della Repubblica, quali sono i risultati e progressi raggiunti e quali quelli mancati per arrivare ad una maggiore crescita sociale, politica ed economica?
Per meglio comprendere cosa è stato raggiunto in questi 25 anni è necessario avere un’idea da dove siamo partiti 25 anni fa. Nel 1991 la popolazione dell’Armenia sovietica votava per la sua indipendenza e per avere il diritto a governarsi. Dal crollo dell’Unione Sovietica, l’Armenia ha dovuto misurarsi con la guerra imposta dall’Azerbaijan alle genti del Nagorno Karabakh, con gli oltre mezzo milione di rifugiati, armeni dell’Artsakh in fuga dalle città azere di Baku, Sumgait, Kirovabad per sfuggire ai massacri, con il blocco imposto dalla Turchia e dall’Azerbaijan e con un terremoto devastante che, nel 1988, ha fatto oltre 25.000 vittime e ha raso al suolo intere città. Ha affrontato un’economia disastrata, istituzioni statali disfunzionali e non solo.
Eppure l’Armenia oggi è uno stato moderno, con istituzioni statali stabili, una società dal vivace spirito democratico, un’economia in sviluppo e un settore bancario solido.
Ovviamente non abbiamo risolto tutti i problemi ma il governo ha come obiettivo principale il miglioramento delle condizioni socio-economiche della popolazione armena e ha da tempo intrapreso un intenso programma di riforme economiche e politiche.
– Oggi l’Armenia è una repubblica parlamentare a seguito di un referendum contestato dalle opposizioni: il paese sembra spaccato tra un’élite al governo ed un’opposizione che arriva anche ad eccessi come i disordini del luglio scorso. Il premier Karapetyan vuole portare il cambiamento, ma come risponde la popolazione?
L’Armenia è passata da un governo semi-presidenziale al più avanzato – in termini di democrazia – sistema parlamentare che diventerà pienamente efficace a partire dal 2018, quando si concluderà il mandato del presidente in carica. L’opposizione armena, come qualsiasi opposizione in qualsiasi paese democratico, è critica nei confronti di quanto viene proposto e attuato dal governo. Allo stesso tempo però, per la prima volta, i rappresentanti del governo armeno e l’opposizione hanno lavorato fianco a fianco e sono giunti a un accordo sul pacchetto di misure per migliorare la nuova legge elettorale, il processo elettorale stesso e, infine, per aumentare il ruolo dell’opposizione nel Parlamento. Sfortunatamente c’è ancora qualcuno convinto che i cambiamenti si possano ottenere con la forza.
Lei ha ricordato i fatti di Yerevan del luglio 2016 quando un gruppo di uomini armati si barricarono all’interno di una stazione di polizia, prendendo in ostaggio alcuni poliziotti. Più che parlare di eccessi però, lo definerei un atto di violenza, risolto solo grazie alla prudenza e alla fermezza delle autorità e degli organismi preposti all’applicazione della legge che portarono avanti negoziati serrati per convincere gli assalitori ad arrendersi, evitando così conseguenze peggiori.
La popolazione è consapevole del cambiamento in corso. Oggi molte speranze sono riposte nel primo ministro Karapetyan che ha portato una positiva aria di rinnovamento. Certo, in questo breve lasso di tempo non è stato possibile attuare riforme radicali ma sono stati già realizzati cambiamenti significativi. Come l’ottimizzazione della governance attraverso modifiche strutturali, la semplificazione e la comprensibilità delle normative per i comuni cittadini, il rapporto quotidiano con gli imprenditori, gli sforzi per migliorare il clima degli investimenti, la riforma delle politica tributaria e molto altro ancora.
– L’Armenia ha notevole bisogno di aprirsi verso l’estero e di attrarre investimenti stranieri. Di recente lo stesso ministro dello Sviluppo economico e degli Investimenti Suren Karayan ha “aperto le porte” al Qatar gettando le basi verso il mercato degli investitori del Golfo. Ma quali sono le prospettive ed i vantaggi che lo Stato armeno offre all’uomo d’affari ed alla compagnia estera? Spesso sentiamo parlare di Zone economiche speciali, ma quali sono, dove si trovano e quali reali vantaggi offrono?
In un mondo che cambia velocemente, bisogna tenere assolutamente conto di quelle che sono le nuove realtà e le nuove domande. L’Armenia non è un’eccezione e, come altre nazioni, si sta impegnando a fondo per attrarre investimenti stranieri e per promuovere scambi commerciali.
Oggi l’Armenia sta lavorando costantemente in tutte le direzioni e ha fatto dei grandi passi avanti nel già ottimo bilaterale con l’Italia. Come aveva annunciato durante la sua visita in Armenia dall’allora ministro degli Esteri Gentiloni, il 7 giugno ha avuto luogo la prima sessione del Comitato Intergovernativo bilaterale, che coinvolgendo sette ministeri da ambo le parti, ha dato un’ulteriore spinta e concretezza al rafforzamento della nostra cooperazione economica e commerciale e al potenziamento dei canali diretti di comunicazione tra i rispettivi enti statali in diversi settori. Sempre il 7 giugno e sempre alla Farnesina, si è svolta una Country Presentation che ha riunito circa 180 imprese provenienti dall’Armenia e dall’Italia e che ha illustrato le potenzialità dell’Armenia, sia dal punto di vista commerciale che industriale.
Molti sono i benefici che l’Armenia offre e che di cui gli investitori stranieri possono beneficiare.
Dal “Generalized system of preferences” (GSP) con Canada, Svizzera, Giappone, Norvegia e Stati Uniti, al “Generalized system of preferences plus” (GSP+) con l’Ue, che implica tariffe doganali zero o fortemente ridotte per taluni beni di origine armena esportati in questi paesi.
L’Armenia ha accordi di libero scambio con la maggior parte dei paesi CSI, cioè con oltre 250 milioni di abitanti. In aggiunta, l’Armenia è un membro dell’Unione Economica Eurasiatica (UEE) e ha ottenuto un accesso semplificato al mercato unico di 180 milioni di persone dell’Uee, con diritto di importazione di materie prime provenienti dagli Stati membri dell’Uee senza dazi doganali, senza formalità doganali durante i mutui scambi tra gli Stati membri dell’Uee; il tutto porta a una riduzione dei costi finanziari per le imprese, nessun ostacolo tariffario o altre misure di protezione commerciale tra i paesi membri dell’Uee.
Gli investitori in Armenia possono beneficiare di incentivi, quali l’importazione senza dazi doganali di beni, attrezzature e materie prime provenienti dai paesi dell’Uee, senza formalità doganali, e senza dazi doganali. Altri incentivi sono l’importazione di attrezzature e materie prime provenienti da paesi non appartenenti all’Uee, nonché la proroga dell’IVA fino a 3 anni per l’importazione di beni e attrezzature nell’ambito di progetti di investimento congiunti decisi dal governo armeno, privilegi fiscali sui profitti per i grandi esportatori e nuovi posti di lavoro, esenzioni fiscali nel settore agroalimentare, attività economiche prive di imposta nelle zone di frontiera dell’Armenia, Zone Economiche Agevolate completamente esentate dall’IVA, dall’imposta sui profitti, dall’imposta sulle proprietà e dai dazi doganali.
Per farla breve, per le aziende è un’opportunità di operare nelle Zone Economiche Agevolate con aliquote fiscali pari allo 0%.
Al momento in Armenia esistono due tipi di Zone Economiche Agevolati funzionanti: la “ALLIANCE FEZ e la “MERIDIAN FEZ”.
La prima, istituita nel 2013, è orientata alla produzione di tecnologie altamente innovative (elettronica, ingegneria di precisione, farmaceutica e biotecnologia, tecnologie dell’informazione, energia alternativa, progettazione industriale, telecomunicazioni, ecc.). La seconda, fondata nel 2015, è specializzata nel settore dei gioielli, dei metalli e delle pietre preziose e fornisce una piattaforma unica con condizioni e infrastrutture speciali per i produttori di gioielleria, taglio di diamanti e orologeria.
Una terza Zona Economica Agevolata è in via di di costituzione. Sono infatti in corso negoziati per l’istituzione di una Zona Economica Agevolata con l’Iran. La proposta è stata approvata durante la recente riunione dei capi dei governi dell’Unione Economica Eurasiatica e si sta lavorando per raggiungere l’obiettivo in breve tempo e senza intoppi.
– L’Armenia è legata a doppio filo alla Russia. Ritiene che le tensioni fra la Russia e l’occidente si riversino indirettamente anche sull’Armenia?
È vero che l’Armenia mantiene rapporti particolari con la Federazione Russa. Le nostre relazioni si basano sui legami tradizionali e d’amicizia che hanno caratterizzato la nostra storia comune. Oggi queste relazioni si sono trasformate in relazioni strategiche che comprendono ai vari livelli tutte le questioni bilaterali di reciproco interesse. È bene precisare che la Russia è il primo investitore straniero in Armenia in termini di volume. Siamo anche membri delle stesse organizzazioni regionali. Ciò non significa che non stiamo sviluppando le nostre relazioni con l’Unione Europea o con gli Stati Uniti o con qualsiasi altro stato. L’approccio multi-direzionale è al centro della nostra politica estera. Un esempio lampante è che, dopo intensi colloqui, l’Armenia ha completato i negoziati con l’Unione Europea sull’accordo di partenariato globale e rafforzato che dovrà essere concluso entro la fine di quest’anno. Per quel che riguarda le tensioni tra Russia e occidente, sono sicura che nessuno ne stia traendo vantaggio e auspichiamo che i nostri partner giungano a una soluzione di problematiche così complesse. Solo col miglioramento di queste relazioni tutte le parti interessate potranno beneficiarne.
– Con la diaspora popolazioni armene vivono in tutto il Medio Oriente: le crisi siriana ed irachena si sono tradotte con inenarrabili violenze sulla popolazione. Lo Stato armeno ha contatti con tali comunità ed programmi per accogliere ed integrare eventuali rifugiati armeni?
Per far capire quanto siamo legati a una regione che ha dato rifugio a migliaia di armeni dopo il genocidio armeno del 1915, è sufficiente dire che il Consolato generale armeno di Aleppo è l’unica istituzione diplomatica funzionante in città e che l’Ambasciata armena di Damasco è tra le poche ancora attive.
La guerra in Siria e le crisi in Iraq hanno colpito in maniera massiccia le comunità armene in questi paesi. Dall’inizio della crisi, l’Armenia ha accolto oltre 22mila profughi dalla Siria e questo fa del nostro paese il terzo destinatario – in Europa – di rifugiati pro capite. L’integrazione inizia subito, al loro arrivo e infatti, in Armenia, non esistono centri per migranti, campi o altro.
Il servizio di migrazione statale è impegnato costantemente nell’ospitare i rifugiati e i migranti.
Per spiegare l’efficacia dell’ospitalità/integrazione sociale armena, è sufficiente citare, tra tanti, il progetto “Adottare una famiglia” che mette insieme i nuovi arrivati e gli armeni ospitanti. E sono proprio questi ultimi a offrire sostegno emotivo e psicologico ai rifugiati, aiutandoli a integrarsi in ogni aspetto – sociale, legale, culturale – della vita in Armenia. Al momento più di 100 famiglie sono coinvolte nel progetto.
Ma i rifugiati hanno altre opportunità: possono frequentare corsi di lingua gratuiti (in armeno, inglese e in altre lingue) per superare le barriere linguistiche; ricevono consulenza legale gratuita; una vasta gamma di progetti di assistenza d’emergenza e di progetti di integrazione (ad esempio un sistema di sovvenzioni per l’affitto) è stata introdotta a supporto delle famiglie degli sfollati in condizioni vulnerabili, con particolare attenzione ai bambini, alle donne, agli anziani e alle persone con esigenze particolari.
Finora oltre 4mila rifugiati hanno beneficiato di assistenza sanitaria gratuita, farmaci e supporto psicologico. Più di 6mila nuovi arrivati hanno usufruito di sostegno legale. Almeno 5mila giovani rifugiati frequentano istituzioni scolastiche pubbliche armene e molti corsi di formazione, dall’alfabetizzazione informatica all’imprenditoria sociale, dai corsi per guida turistica all’istruzione professionale sono aperti anche ai migranti.
Ma non è tutto, oggi in Armenia i rifugiati provenienti dalla Siria fanno impresa: 245 le startup registrate e di queste 92 hanno beneficiato di un sistema di microcredito grazie ai fondi forniti dal governo armeno e dall’UNHCR. E ancora, i rifugiati provenienti dalla Siria sono stati inclusi in un programma – frutto di una partnership tra le rappresentazioni armene dell’UNDP, dell’UNHCR e dell’Associazione missionaria armena dell’America.