La Repubblica di Artsakh continua ad esistere e le sue strutture statali ad operare in esilio (Korazym 03.01.24)

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 03.01.2024 – Vik van Brantegem] – La Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh non è stata sciolta il 1° gennaio 2023. La questione è forse quella più discussa negli ultimi giorni, perché il 28 settembre 2023 fu diffuso dai media un decreto del Presidente Samvel Shahramanyan: «Dal 1° gennaio 2024, la Repubblica di Nagorno Karabakh (Artsakh) cessa di esistere». Ma, almeno per ora, non è questo il destino della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh.

Il Difensore dei Diritti Umani dell’Artsakh, Gegham Stepanyan, aveva annunciato che ci sarebbero state delle informazioni ufficiali sull’annullamento del decreto presidenziale, perché evidentemente incostituzionale e sostanzialmente privo di efficacia. «Inoltre, il Presidente della Repubblica di Artsakh ha annunciato a Yerevan che una persona non può con una sola firma sciogliere o fermare la Repubblica, formata da un referendum popolare», aveva affermato Stepanyan, osservando inoltre, che da un punto di vista giuridico che i decreti, di fatto, entrano in vigore dal momento della pubblicazione, e che tuttavia tale decreto non è mai stato pubblicato nella giurisprudenza degli atti giuridici dell’Artsakh: «Dal punto di vista della tecnica giuridica, tale decreto non è stato in alcun modo inserito. Ma in ogni caso l’informazione su un simile decreto è stata diffusa, e penso che dovrebbe esserci anche l’informazione sulla sua cancellazione. A mio avviso, la questione non è giuridica, ma più informativa, perché da una simile dichiarazione sotto la minaccia della forza, logicamente e naturalmente, il pubblico si aspetta ulteriori informazioni sulla sua cancellazione e/o sulla sua inesistenza».

Stepanyan faceva anche riferimento alla questione del ritorno in Artsakh, discusse tra il grande pubblico. «Dopo l’emigrazione forzata, ho avuto l’occasione e l’opportunità di confrontarmi su questo tema con diversi attori internazionali, rappresentanti delle Ambasciate accreditate in Armenia. Naturalmente noi abbiamo un’idea diversa riguardo al ritorno, loro hanno un’idea diversa. Ma questo argomento non dovrebbe essere chiuso, abbiamo molto da fare, questa è la mia convinzione», ha dichiarato Stepanyan.
Durante varie discussioni sulle condizioni di ritorno, soprattutto con attori internazionali, il Difensore dei Diritti Umani dell’Artsakh ha escluso in caso di ritorno di vivere sotto la bandiera e il controllo della polizia e delle forze di sicurezza azerbajgiane. Ha assicurato che nessun cittadino dell’Artsakh sarebbe tornato in tali condizioni.

La nostra copertura precedente

Abbiamo riportato che il 28 settembre 2023 – sotto la minaccia dell’occupazione azerbajgiana [QUI] – le autorità della Repubblica di Artsakh hanno comunicato che il Presidente, Samvel Shahramanyan, aveva firmato un decreto «con cui tutte le istituzioni e organizzazioni statali sotto la loro autorità dipartimentale saranno sciolte entro il 1° gennaio 2024. A seguito dell’entrata in vigore di questo decreto, la popolazione dell’Artsakh (Nagorno-Karabakh), compresi quelli residenti al di fuori della repubblica, avrà l’opportunità di rivedere i termini di reintegrazione presentati dall’Azerbajgian. Ciò consentirà alle persone di prendere decisioni informate riguardo alla loro potenziale futura residenza nell’Artsakh (Nagorno-Karabakh). La decisione entra in vigore dal momento della sua pubblicazione».

Abbiamo riportato che il 29 settembre, Artak Beglaryan, già Ministro di Stato e Difensore dei Diritti Umani della Repubblica di Artsakh ha osservato: «Il decreto del Presidente dell’Artsakh sullo scioglimento della Repubblica è illegale e illegittimo:
1. Nessun Presidente ha il potere di sciogliere con referendum la Repubblica formata dal popolo.
2. Quel decreto è stato firmato a seguito della dura aggressione e della minaccia dell’uso della forza da parte dell’Azerbajgian.
È nullo».

Abbiamo riportato che il 16 ottobre l’agenzia 301 ha riferito che il Presidente della Repubblica di Artsakh, Samvel Shahramanyan, aveva tenuto un incontro presso la rappresentanza dell’Artsakh in Armenia (foto sopra) con funzionari e forze politiche della Repubblica di Artsakh.
L’apparato statale dell’Artsakh, guidato dal Presidente dell’Artsakh, è attualmente ospitato nell’ufficio di rappresentanza dell’Artsakh in Armenia, ha detto Armine Hayrapetyan, Portavoce dell’ufficio di rappresentanza. «L’ufficio di rappresentanza dell’Artsakh in Armenia è la divisione del Ministero degli Esteri della Repubblica di Artsakh che da anni attua alcune direzioni della politica estera dell’Artsakh in Armenia. Oltre a ciò, la risoluzione di molte questioni dei cittadini dell’Artsakh è affidata all’ufficio di rappresentanza dell’Artsakh. Dopo la guerra dei 44 giorni [nel 2020], il quartier generale operativo del governo dell’Artsakh opera in via Abovyan 9 [a Yerevan], e la maggior parte di queste funzioni sono attualmente svolte dal quartier generale stesso. Si occupa di questioni relative ai documenti dei cittadini, alle pensioni, ai passaporti, ai sfollati dell’Artsakh», ha affermato Hayrapetyan. «Al momento gli sviluppi in corso nell’ufficio di rappresentanza dell’Artsakh non sono effettivamente all’ordine del giorno della rappresentanza. Come lei stesso sa, il Presidente, il Capo del governo e i Parlamentari dell’Artsakh sono nell’ufficio di rappresentanza, che non coordina le loro riunioni e le loro funzioni, quindi non posso dire cosa sta accadendo nell’edificio dell’ufficio di rappresentanza”, ha aggiunto Armine Hayrapetyan.

Abbiamo riportato il 18 ottobre 2023, che il sindaco di Stepanakert, Davit Sargsyan, ha affermato che «il Presidente della Repubblica di Artsakh, Shatramanyan, non ha firmato alcun documento sullo scioglimento dello Stato. In precedenza è stato annunciato che le autorità del Nagorno-Karabakh/Artsakh hanno ordinato lo smantellamento di tutte le istituzioni statali».

Abbiamo riportato che il Presidente della Repubblica di Artsakh, Samvel Shahramanyan, il 19 ottobre 2023 ha firmato un decreto con il quale, a partire dal 1° ottobre 2023, i funzionari governativi e comunitari si considerano sollevati dall’incarico doveri, ad eccezione del Presidente dell’Artsakh, del Capo della sua amministrazione, del Segretario del Consiglio di sicurezza , dei Parlamentari, del Presidente dell’Assemblea nazionale, dei Giudici, del Difensore dei Diritti Umani, del presidente della Commissione elettorale centrale, del Procuratore Generale, del Ministro di Stato, dei Ministri, del Capo della polizia e di un gruppo di altri funzionari.

Abbiamo riportato che il 1° novembre 2023 all’Hotel Marriott di Yerevan si è svolto un incontro a porte chiuse con la partecipazione del Presidente e dei Deputati della Repubblica di Artsakh, su iniziativa del Comitato per la Preservazione dello Stato di Artsakh. Erano presenti anche personaggi pubblici e politici dell’Artsakh e dell’Armenia. Durante l’incontro si è discusso su come preservare le istituzioni statali dell’Artsakh.
Samvel Shahramanyan non ha fatto alcun commento, mentre gli altri partecipanti all’incontro hanno concordato di non rivelare i dettagli della discussione, ma hanno risposto ad alcune domande dei giornalisti.
Suren Petrosyan, membro del Comitato per la Preservazione dello Stato di Artsakh, ha detto ai giornalisti che c’era una serie di questioni al centro delle discussioni, senza fornire dettagli, osservando che questi processi continueranno. Ha osservato che chiudere la pagina della statualità dell’Artsakh o mettere una croce sul destino dell’Artsakh è una minaccia alla sicurezza nazionale. «E non si tratta solo di un aspetto tecnico e legale, perché l’Artsakh non era solo una delle garanzie della nostra sicurezza fisica, ma fino ad oggi l’Artsakh è anche una delle componenti chiave della nostra sicurezza spirituale. So che oggi non è così “di moda” parlare di dimensioni più profonde, tutti vogliamo parlare solo dei processi in atto in questo momento, ma ci sono molte componenti che non possiamo bypassare nel quadro della statualità», ha dichiarato Petrosyan.
L’Avv. Ara Zohrabyan, che ha partecipato all’incontro, ha fatto riferimento al decreto del Presidente Shahramanyan sullo scioglimento della Repubblica di Artsakh, sottolineando che il Presidente non può sciogliere lo Stato divenuto indipendente attraverso un referendum. tale decreto non ha valore giuridico. Alla domanda se fosse possibile per Shahramanyan ripiudare l’ordine da lui firmato, Zohrabyan ha risposto: «Certo. La Corte Suprema può dichiararlo invalido. In generale, una persona che ha adottato un atto giuridico può anche invalidare il suo atto giuridico precedente con un altro atto giuridico. Esistono strumenti del genere».
In risposta alla domanda: «Se la bandiera azera viene alzata in piazza a Stepanakert, l’esercito di difesa viene sciolto e non ci sono più Armeni in Artsakh, come possiamo contribuire alla preservazione dell’armenità dell’Artsakh?», Petrosyan ha affermato: «Naturalmente ci saranno risposte a queste domande e, tra l’altro, non siamo nuovi nel trovare risposte a queste domande.  Le risposte a queste domande sono state date in diversi periodi storici. A livello globale, lo Stato ha due componenti: la terra e le persone. Al momento l’Artsakh è occupato, ma ci sono i nostri connazionali dell’Artsakh, e qui ci sono anche le autorità da loro elette legittimamente. E se vogliamo preservare le nostre ambizioni e i nostri diritti nei confronti dell’Artsakh, dobbiamo preservare questa seconda componente. Perché i nostri compatrioti dell’Artsakh rappresentano gli interessi collettivi e determinano le ambizioni del governo e dell’ordine costituzionale esistente. Questo dovrebbe essere preso in considerazione».
Petrosyan ha sottolineato che il primo passo, ma non esauriente, per preservare l’armenità dell’Artsakh, è la preservazione delle istituzioni statali. Ha osservato che il Comitato per la Preservazione dello Stato di Artsakh ha formulato i problemi e si muoverà verso la loro soluzione. Saranno fatti annunci dettagliati sui passaggi e sugli obiettivi nel prossimo futuro.

Il punto della situazione

Sollecitati anche da alcune domande dei lettori e dalle inesattezze lette sui media, l’Iniziativa italiana per l’Artsakh ha fatto sinteticamente il punto della situazione relativa all’esistenza della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh (in sostanza un riassunto delle informazioni che abbiamo riportato in passato):

1. Il 26 settembre 2023, nel caos susseguente all’attacco azero del 19-20 settembre e allo sfollamento forzato della popolazione, il Presidente della Repubblica di Artsakh, Samvel Shahramanyan, diede notizia di un decreto in base al quale dal successivo 1° gennaio sarebbe cessata la Repubblica e le sue istituzioni avrebbero smesso di operare.

2. Di tale decreto non vi è traccia. Non è stato diffuso o pubblicato.

3. Un decreto del Presidente Shahramanyan del 19 ottobre 2023 stabiliva, che “il Presidente, il Ministro di Stato, i membri del Governo, il Parlamento, il Segretario del Consiglio di Sicurezza, le forze dell’ordine, il Sindaco della capitale Stepanakert e i capi delle regioni amministrative dell’Artsakh continuano a ricoprire incarichi su base pubblica cioè senza compenso“.

4. Il suddetto decreto del Presidente Shahramanyan aggiungeva che erano validi i documenti rilasciati per conto della Repubblica dell’Artsakh dopo il 1° ottobre 2023.

5. Il 22 dicembre 2023, nel corso di un incontro in Armenia con funzionari dello Stato, il Presidente Shahramanyan ha pubblicamente dichiarato che “non esiste alcun documento nel dominio giuridico dell’Artsakh che preveda lo scioglimento delle sue istituzioni statali“.

6. Contemporaneamente, il suo Consigliere, Vladimir Grigoryan, ha affermato che “il decreto presidenziale sullo scioglimento dell’Artsakh (Nagorno-Karabakh) non esiste più” e che “la Repubblica di Artsakh, il governo e tutte le altre agenzie [statali] continueranno le loro attività dopo il 2024“. Di fatto, il decreto del 19 ottobre avrebbe reso nullo e sostituito quello del 26 settembre.

7. A prescindere da quanto sopra, il decreto (contestato) del 26 settembre è stato oggetto di critiche costituzionali in quanto non può spettare al solo Presidente della repubblica l’autorità di sciogliere le istituzioni statali ma tale decisione, eventualmente, può essere presa dalla sola Assemblea Nazionale che è espressione della volontà popolare.

8. In conclusione, la Repubblica di Artsakh continua la propria esistenza e le sue strutture statali operano in esilio.

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