LA RAI CENSURA IL GENOCIDIO ARMENO SU PRESSIONE DELLA TURCHIA?
Ecco perché l’Italia è scesa al 77° posto nella classifica della libertà di informazione nel mondo.
Nessuna risposta è pervenuta dalla Rai riguardo alla richiesta di spiegazione per la mancata messa in onda, sabato scorso, di un documentario sul genocidio armeno la cui emissione sul canale Rai Storia era stata annunciata dalla stessa azienda in un comunicato di lancio.
Gli inviti (mail e telefonate) del “Consiglio per la comunità armena di Roma” a fornire una giustificazione riguardo la cancellazione del programma ad oggi sono rimasti disattesi.
Dobbiamo presumere che a viale Mazzini siano arrivate pressioni diplomatiche turche per la cancellazione del documentario. Una diversa spiegazione di natura tecnica sarebbe immediatamente pervenuta e sarebbe stata accompagnata dalla segnalazione della nuova programmazione. Ma così non è stato.
Dobbiamo pertanto pensare che il servizio televisivo pubblico italiano si piega ai desideri di uno Stato la cui deriva autoritaria è sotto gli occhi di tutti?
Non dobbiamo allora meravigliarci se l’ultima classifica sulla libertà di informazione nel mondo appena pubblicata da “Reporter Senza Frontiere” fa scivolare l’Italia al 77° posto. E le pressioni arrivano proprio dalla Turchia che, insieme all’Azerbaigian, occupa gli ultimi posti di questa lista del disonore.
Il “Consiglio per la comunità armena di Roma”, alla vigilia della Giornata della memoria (24 aprile, a Roma sarà ricordata con una manifestazione al Pantheon alle ore 15), si ritiene profondamente sconcertato dalla vicenda e rinnova alla Rai ed all’organo di Vigilanza la richiesta di chiarimenti oltre che l’invito a fornire al pubblico un’adeguata informazione sull’argomento.
Il presente comunicato viene inoltrato per opportuna conoscenza alla Commissione di vigilanza sui servizi radiotelevisivi per gli opportuni passi che vorrà intraprendere.
Roma 21.04.2016
Consiglio per la comunità armena di Roma