La PRIMA REPUBBLICA INDIPENDENTE ARMENA del 1918 – Di Pietro Kuciukian
Più di cento anni fa, il 28 maggio 1918 la parte armena dell’effimera “Repubblica democratica federativa della Transcaucasia”, raggruppante deputati georgiani, azeri e armeni, proclamava la sua indipendenza. Non c’era scelta. Due giorni dopo gli eletti georgiani facevano esplodere quell’ insieme eterogeneo che era stato creato sulle ceneri dell’Impero Zarista. Defezionarono sperando di poter vivere sotto protezione tedesca, rimasero faccia a faccia gli armeni e gli azeri che dichiararono rispettivamente la loro indipendenza. E ciò, malgrado da parte armena la FRA Dashnagzutiun, partito maggioritario a quell’epoca, non avesse concepito nel suo programma politico l’indipendenza. Di necessità e virtù e, nel caos indescrivibile del momento caratterizzato dall’avanzata ottomana, dalla rivoluzione d’ottobre nel Caucaso del Sud e dalle conseguenze della guerra mondiale, nasceva l’indipendenza. Questa indipendenza sarebbe rimasta lettera morta se, con l’energia della disperazione, ciò che restava del popolo armeno a pezzi, non fosse riuscito il 26 maggio a bloccare la progressione dell’invasore turco e a impedire l’annientamento totale della nazione. A Sardarabad, a Bash-Abaran e a Karakilisa, nel maggio del 1918 un popolo forte della sua disperazione, fermò l’avanzata delle forze ottomane che stavano per annientare i sopravvissuti al genocidio, gli armeni di Yerevan e dei territori circostanti. L’offensiva della III armata turca di VehibPashaaveva un chiaro obiettivo: stabilire una congiunzione con i fratelli azeri e insieme concludere l’impresa genocidaria. La resilienza di Sardarabad fu un miracolo. Grazie a questa vittoria sul panturchismo, poteva nascere la prima Repubblica Indipendente d’Armenia. Doveva ancora darsi delle frontiere e un’organizzazione statuale. Sopravvivrà 2 anni e mezzo, in un contesto apocalittico, prima di essere afferrata dal vento della storia che impose per 80 anni l’egemonia del potere sovietico su tutto l’ ex Impero zarista e anche oltre. Ma le basi dello stato armeno erano state gettate e, malgrado la dominazione di Mosca, andranno rafforzandosi con la Repubblica Socialista Sovietica d’Armenia che partorirà nel 1991, l’Armenia attuale, dopo l’autodistruzione dell’Unione Sovietica. Oggi questa seconda Repubblica indipendente suscita fierezza, si iscrive nel patrimonio nazionale armeno e tutti gli armeno del mondo, otto milioni in diaspora e tre in patria si riconoscono orgogliosamente in essa.
Pietro Kuciukian, console onorario della Repubblica di Armenia