La denuncia: l’Ue fa affari con chi perseguita gli armeni (Panorama 25.07.24)
Il rapporto tra Unione europea e Azerbaigian è sempre più controverso e oggetto di discussione, soprattutto per quanto riguarda gli scambi commerciali che pongono Baku come uno dei principali fornitori di gas dei Paesi del Vecchio Continente, dopo la chiusura dei canali con la Russia in seguito all’invasione dell’Ucraina del 24 febbraio 2022. Una scelta per danneggiare l’economia russa, obiettivo finora fallito, ma anche etica contro un Paese che non rispetta i diritti umani. E se di diritti umani si parla, dunque, quando Bruxelles acquista il gaz azero, non può e non deve ignorare la pulizia etnica che da anni è in corso nel Nagorno-Karabakh, la regione al confine tra Armenia e Azerbaigian.
A far discutere è quanto emerso da un report pubblicato a giugno dal Centro europeo per il diritto e la giustizia. Il report redatto dall’organizzazione internazionale non governativa dedicata alla promozione e alla tutela dei diritti umani in Europa e nel mondo, accende i riflettori su quanto accade nel Nagorno-Karabakh, la regione che si trova nell’attuale Azerbaigian sud occidentale in cui è in corso una «feroce distruzione del patrimonio cristiano armeno». Tutto senza che la comunità internazionale dica o faccia qualcosa. Molte chiese, da quella di San Sargis di Hadrut a Mokhrenes a quella di Saint-Jean-Baptiste a Chouchi, sono…..