L’ Armenia denuncia un nuovo attacco armato dell’Azerbaigian (appoggiato dal governo turco). La protesta della Comunità armena italiana. (Storiaverità 01.08.0)

Il ministero della Difesa armeno ha annunciato un nuovo attacco da parte delle forze armate azere lungo il confine che separa le due Repubbliche. Come riportato dall’agenzia di stampa Armenpress, la portavoce del ministro della Difesa armeno Shushan Stepanyan ha osservato che le forze speciali delle forze armate azere il 21 luglio, verso le 22:30, hanno lanciato un altro attacco in direzione della postazione di confine dell’esercito armeno “Avnakh”. Si tratta della stessa postazione che le forze armate azere hanno attaccato il 12 luglio.

“Le unità delle forze armate dell’Armenia hanno respinto l’attacco, infliggendo perdite significative al nemico. Secondo i dati preliminari, il nemico non ha subito non solo perdite umane, ma anche diverse forze speciali azere furono intrappolate. Non ci sono perdite dalla parte armena” – ha riferito Stepanyan.

Mappa della zona

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“In alcune parti del confine, il nemico ha violato il cessate il fuoco 7 volte con armi leggere, sparando circa 20 colpi in direzione delle posizioni dell’esercito armeno. Il cessate il fuoco nella direzione delle posizioni di combattimento situate nella direzione di Gill è stato violato una volta, nella direzione delle posizioni di combattimento situate nella direzione di Aygepar una volta, le posizioni di combattimento situate nella direzione di Paruyr Sevak, Yeraskh e Zangakatun 3 volte” – riporta ancora la portavoce della difesa di Erevan.

Gli scontri al confine tra i due Paesi sono iniziati il 12 luglio scorso nella regione di Tavush, nel nord delle due repubbliche. L’Azerbaigian ha denunciato un tentativo da parte delle forze armate armene di attaccare le posizioni dell’esercito della repubblica usando l’artiglieria, mentre Erevan attribuisce l’escalation a un tentativo di sfondamento da parte dell’Azerbaigian nella postazione di confine di Avnakh. Baku riporta la morte di 12 soldati dell’esercito azero. Erevan ha annunciato la morte di quattro militari e il ferimento di altri dieci. Entrambi i paesi accusano il nemico di aver colpito deliberatamente obiettivi civili.

Il conflitto tra l’Azerbaigian e l’Armenia per il Nagorno-Karabakh iniziò nel febbraio 1988, quando la Regione autonoma del Nagorno-Karabakh, a maggioranza armena, annunciò la sua secessione dalla Repubblica Socialista Sovietica dell’Azerbaigian. Nel corso del conflitto armato del 1992-1994, l’Azerbaigian ha perso il controllo del Nagorno-Karabakh e di sette dipartimenti adiacenti. Dal 1992 sono in corso negoziati per una soluzione pacifica del conflitto nell’ambito del gruppo OSCE di Minsk, presieduto da Russia, Stati Uniti e Francia. La regione di Tavush dove si sono svolti gli scontri nell’ultima settimana si trova a circa 160 Km a nord della regione contesa.

Fonte: https://sicurezzainternazionale.luiss.it (traduzione di Italo Cosentino).

Il Comunicato della Comunità armena italiana.

In questi giorni l’Azerbaigian, dopo aver aggredito lo scorso 12 luglio militarmente l’Armenia cercando di violare il suo confine di Stato, ha dato avvio a una campagna di disinformazione in tutto il mondo, cercando di addebitare all’Armenia tale incursione e accusando, per ultimo, anche la Diaspora armena di aggressione verso i cittadini azeri.

Come invece la cronaca di questi ultimi giorni ci sta evidenziando le informazioni diffuse dalle sedi diplomatiche e dagli ambasciatori azeri presso gli stati stranieri si sono verificate del tutto infondate e menzognere, perché sono proprio gli attivisti turco azeri, incitati da Baku e dal Presidente dittatore Aliyev, a compiere atti di violenza verso le sedi diplomatiche armene e verso gli armeni.

Gli azeri prima aggrediscono, ricorrono ad atti di violenza per poi correre ai ripari con accuse infondate, mistificando addirittura la storia e la realtà, come sta facendo da qualche giorno l’Ambasciatore azero in Italia Sua Eccellenza Mohammad Ahmadzada, inviando lettere piene di fake news a testate giornalistiche e politici.

L’Armenia vuole la pace, l’Azerbaigian la guerra.

D‘altronde da un Paese che ha portato in trionfo come eroe nazionale un proprio ufficiale condannato per aver decapitato un soldato armeno durante un corso NATO a Budapest non c’era da aspettarsi un diverso atteggiamento.

L’Azerbaigian, agli ultimi posti nella classifica mondiale sulla libertà di informazione e tra i paesi più corrotti e corruttori, è stato già giudicato dal mondo libero e democratico.

Come Consiglio per la comunità armena di Roma, in quanto componenti della diaspora armena in Italia, denunciamo questa ennesima campagna di odio e di armenofobia portata avanti dal regime di Baku. Condanniamo tutti gli atti di violenza compiuti perché crediamo e siamo convinti che la via maestra sia il dialogo e la diplomazia e non l’aggressione e la violenza.

L’Armenia vuole la pace, l’Azerbaigian la guerra. Lo ribadiamo.

Invitiamo tutte le istituzioni, i politici e i media italiani a non prestare in alcun modo il fianco alle infondate accuse della dittatura azera spalleggiata dal regime di Ankara. E anche a verificare sempre la fondatezza delle comunicazioni diffuse e ad appoggiare la linea della non violenza, ribadita anche dal ministero degli Esteri armeno e dal gruppo di Minsk dell’OSCE.

L’Armenia vuole la pace, l’Azerbaigian (e la Turchia) la guerra.

Consiglio per la comunità  armena di Roma

www.comunitaarmena.it

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