L’ Armenia continua a dipendere fortemente dalla Russia (Iari 28.09.24)
Nonostante le recenti mosse intraprese dalla leadership armena ed un parziale distaccamento dall’eccessiva dipendenza dalla Russia il paese rimane fortemente dipendente da essa in diversi settori
Recentemente il Ministro degli esteri armeno Mnatsakan Safaryan ha dichiarato che l’Armenia prenderà parte al summit dei BRICS che si terrà ad ottobre 2024 a Kazan’ in Russia. La dichiarazione è apparsa ambigua considerando la svolta intrapresa da parte della leadership armena nei confronti della Russia in seguito alle problematiche emerse negli ultimi anni tra i due paesi.
Un evento che ha particolarmente inciso su questa svolta è stato il secondo conflitto del Nagorno Karabakh e le azioni che la Russia e la sua leadership hanno intrapreso nei confronti del paese.
Il 13 settembre 2022 il primo ministro armeno ha tenuto un discorso parlamentare in cui ha accusato l’Azerbaijan di aver invaso ed attaccato l’Armenia. Di conseguenza Pashinyan, sia nel discorso che in una riunione tenuta il giorno successivo con i capi di stato degli altri stati membri del CSTO, aveva richiesto l’applicazione dell’articolo 4 dello statuto dell’Alleanza. Esso obbliga gli stati membri ad intervenire militarmente nel caso in cui uno dei membri sia sotto attacco.
Tuttavia gli stati membri dell’alleanza, e soprattutto la Russia, non sono mai intervenuti lasciando le richieste armene del tutto inascoltate. Questo avvenimento, insieme ad altre motivazioni, hanno spinto Pashinyan a dichiarare che fosse stato un errore strategico affidare la sicurezza del paese esclusivamente alla Russia e che ci fosse la necessità di diversificare le politica di sicurezza per non dipendere da un’unica fonte.
Di conseguenza il premier armeno ha annunciato a febbraio 2024 il congelamento della partecipazione del paese a tutte le attività del CSTO. In seguito a giugno 2024 ha dichiarato che l’Armenia si sarebbe ritirata dall’alleanza militare a guida russa. Tuttavia Pashinyan non ha mai preso una decisione definitiva e nella stessa intervista di giugno 2024 non specificò il momento in cui il paese avrebbe lasciato il CSTO. Ad agosto 2024 ha ritrattato parzialmente la sua decisione dichiarando che il congelamento della partecipazione fosse sufficiente.
Le dichiarazioni apparentemente ambigue del Primo Ministro sono dovute al fatto che nonostante il progressivo ritiro russo dall’area l’Armenia rimane fortemente dipendente da essa nel campo sia per la propria sicurezza che per la propria economia.
Nonostante il ritiro dei peacekeeper dispiegati in Nagorno-Karabakh e del contingente militare dall’aeroporto di Yerevan, la Russia mantiene ancora il controllo della base militare di Gyumri, che resterà sotto la propria giurisdizione fino al 2044 in virtù di un accordo per il prolungamento della permanenza delle truppe, firmato dai due paesi nel 2010. Inoltre, dal 2022 la Russia ha sviluppato ottimi rapporti diplomatici e commerciali con l’Azerbaigian e resta, quindi, un attore fondamentale nelle discussioni per un futuro accordo di pace tra i due Paesi confinanti.
Dal punto di vista militare è avvenuto un processo di diversificazione. Il paese, infatti, ha effettuato a luglio 2024 delle esercitazioni militari con l’esercito statunitense, scatenando le proteste da parte della Russia. Anche nel campo delle forniture militari il paese ha diversificato i partner da cui acquistare sistemi difensivi. Ad ottobre 2023 e a giugno 2024sono stati firmati due accordi tra il ministro della difesa Suren Papikyan ed il suo omologo francese Sebastien Lecornu, rispettivamente per l’acquisto di 3 radar GM 200 e di 36 obici CAESAR.
Un altro attore che recentemente ha assunto un ruolo di primaria importanza dal punto di vista militare è l’India che a settembre 2024 è diventata il maggiore fornitore di sistemi difensivi del paese.
Dal punto di vista economico, la Russia continua ad essere per l’Armenia un partner fondamentale, sia per quanto concerne le importazioni che le esportazioni, entrambe cresciute esponenzialmente dal 2020 in poi.
Infatti, nel periodo 2020-2023 il livello di importazioni del paese dalla Russia è passato da 1,74 miliardi di dollari del 2020 a 3,28 miliardi di dollari del 2023 raggiungendo nell’ultimo anno una quota del 33% nel livello di importazione annuali.
Lo stesso discorso vale per le esportazioni che sono passate da 611 milioni di dollari del 2020 a 3,38 miliardi di dollari del 2023 arrivando nell’ultimo anno a coprire il 41% delle esportazioni totali.
Le ragioni dietro a questo incremento sono in buona parte dovute al fatto che l’Armenia è uno dei paesi attraverso cui la Russia riesce ad aggirare le sanzioni imposte dai paesi occidentali in seguito all’invasione dell’Ucraina.
La forte dipendenza dalla Russia e il ruolo che il paese gioca nell’aggirare le sanzioni imposte dall’Occidente costituiscono una significativa vulnerabilità. Qualora i paesi occidentali decidessero di adottare nuove strategie per impedire tali aggiramenti, diversi settori dell’economia armena ne risentirebbero. Le conseguenze potrebbero essere dannose, causando ulteriore instabilità alla già fragile sicurezza interna del paese. In questo contesto, la partecipazione al vertice BRICS offrirebbe opportunità economiche. L’organizzazione, infatti, include paesi con economie emergenti e mercati dalle ampie prospettive di sviluppo e guadagno. L’Armenia potrebbe sfruttare il vertice per ricercare nuovi partner commerciali ed individuare paesi da cui importare, o verso cui esportare i propri prodotti in alternativa alla Russia.
Dal punto di vista militare, nonostante ci sia stata una certa diversificazione nella cooperazione e nell’acquisto di sistemi difensivi, l’Armenia non ha ancora trovato un partner disposto ad intervenire in sua difesa o a garantirle protezione nel caso in cui scoppi un nuovo conflitto con l’Azerbaigian. Per questo motivo, l’abbandono definitivo del CSTO non è un’opzione attualmente considerabile dalla leadership armena. Inoltre, un’eventuale uscita dall’alleanza peggiorerebbe le relazioni con la Russia, che potrebbe rafforzare la sua cooperazione con l’Azerbaigian, con l’obiettivo di destabilizzare ulteriormente la sicurezza dell’Armenia.